venerdì 26 maggio 2023

da “Cani d’Amore”


Risaia

 

all’incubo di quel sogno, poi, d’un colpo,

strazia una pausa – non lo stesso

sperdimento aumenta il tono basso

ove è proibito, alle segrete cure,

il guarito pianto: camera mia, mio fiele

fedele!: ora piango ma langue pure questo

e opprime le dirupate valli

del riso fra Mortara e Sartirana nel più

sommerso solco –: non sempre quello snodo

di mostri dirama l’avanzata

ma sempre più sorprende il bel bosco,

il diletto lume, il cielo fosco

 

almeno uno, perfetto davanti a questo

ventivo controllo – piuma dorata, qualcosa

è avvenuto: un passamento, un tumultare:

un moto immoto che si muove obliquo! –, è

riuscito, nello scintillio di smalti,

al rosso accendere i gerani:

qui è registrato come umile animale

tanto che il mio grido rivela mari

di terra: è queste fate, è questa lenta

pupilla e insegna le strade così

ai rivelati come

ai danzanti lumi

fino a somigliare a una tenebra

[là dove pioggia battesse orribilmente]

 

“queste falle, nemmeno possono sentirsi!

qualcosa, però, improvvisamente diviene

la corona di spine ma come ordigno perché

si è dovuto colpire!: lo stesso specchio

ha le sue consistenze fino a strafare,

 

qui alla parabola, questa serata nuova”

è provincia nel riporto proprio mentre

ripete, di un altro moto, il perpetuo

stancarne l’addirittura detto ‘strumento’

 

 

 

 

(questo componimento, parte integrante di una intera raccolta che mai vide luce, apparì all’interno del quaderno collettivo “a Marino per Moretti” di Casa Moretti, Comune di Cesenatico, datato maggio 2000. L’ultima cosa pubblicata su carta stampata da Fabio Galli. Seguì il silenzio, forzato)