“Come sarebbe a dire che non c’è spazzatura nel Mondo? sono nato per essere a buon mercato! svenduto intrepidamente! Odio il Mondo che è marcia merda!”
Seriamente. Dispiace farvi notare che questo dove alloggio stanotte è lo stesso albergo in cui morì Divine, la sboccata. The Regency Hotel. In culo a tutti voi! Vi ho fregati! Io sto qui!
È come se la sua presenza aleggiasse ancora in questo ormai fetido posto. Il suo grasso e pesante e ingombrante corpo, come Marilyn ma elevata con un argano all’ennesima potenza. È lei stessa come rinata icona hollywoodiana, fatta cattiveria in persona, con la sua figura possente, fisicamente pesante, un pressante ostacolo al Mondo stesso che non morirà molto presto. Non riuscirà ad ammazzarlo, questo Mondo di sperma malato, non farà in tempo a sparargli con la sua Colt rosa.
È come vuota, la stanza, adesso, senza la sua sconcia presenza. Mi sorrido beffardo allo specchio del cesso, col bozzo sul cranio che mi sono procurato sbattendo contro la porta entrando in camera. È pura follia essere qui. Uno sforzo mentale immenso. Ma ormai ci sono e vi trascino per i capelli con me in questa farneticazione.
Quindi io ho guidato fino al passo carraio di questo hotel che mi ha aiutato a conservare un po’ del suo ricordo. E a raccontarvelo. Questo è l’hotel. Questo è l’ingresso. E questo è l’hotel. E questo è lo scrivere per scrivere. L’infinitamente riscrivere pezzi che si alternano alla realtà. Lo stendere parole e incanti nell’inutile gioco dell’affabulazione.
E insomma, tre giorni dopo che Divine è morta, il suo corpo è stato trasportato a Baltimora per il funerale. Pure io ho accompagnato il corpo di Divine, e all’arrivo, ho salutato Frances, madre di Divine. Notò l’orecchino di diamante che portavo all’orecchio e che tanto sarebbe piaciuto a Divine stessa, per sua stessa ammissione. Amava i diamanti perché sono i migliori amici delle donne.
La sua curiosità è come quella di un adolescente, Divine usa se stessa per gettare all’aria le carte della società e del buon senso, quasi a voler decorare la propria stanza con fiori rubati dal cimitero. Un mostro postpunk. In molti dicono che era una star, una drag queen. Questo non è vero.
Lei era la Star spettacolare, la Jayne Mansfield svaccata sotto la forma di “zio Otto”. Questo era uno dei motivi per cui ha accettato di farlo, quel personaggio. Voleva recitare come un uomo.
Su Divine la madre, Frances Milstead, ha pubblicato un libro intitolato Mio Figlio Divine. Se vi piace Divine, è necessario averlo. È molto toccante, pieno di fotografie glamrock. Una roba strafiga. Benedite, o Dei, l’arte corrotta e l’immondizia di Divine.
Circa un anno dopo la morte di Divine, il mio amico, quello coi capelli verdi, adesso non ricordo il nome ma poi magari mi torna in mente, è andato a vedere John Waters dal vivo, stava tenendo una lezione, una cosa che non ho capito bene che cosa fosse. Ha parlato per poco più di un’ora. Mi ha spiegato che cosa aveva detto ma non mi ricordo molto, se non che ha imparato a non vestirsi di bianco. O una stupidata del genere. Mah, mi ricordo una roba così, ma forse ricordo male. O queste sono le parole esatte che riportò il mio amico. In seguito, avevano aspettato tutti in fila per incontrarlo.
Di fronte a Waters c’erano queste drag mostruose che avevano deciso di fare un provino per John. Voglio dire, queste femmine avevano script e tutto, cioè, mossette, capelli cotonati, abiti sgargianti… e quei terribilissimi monologhi.
È stato orribile, racconta il mio amico. Infine, John le interruppe bruscamente. [Mi piaceva che il mio amico mi raccontasse tutto. Poi quei capelli verdi gli donavano un tocco di non so che permettendogli di inventare la narrazione oltre ogni limite.] Dopo di che urlò “fucked off”, e firmò il mio manifesto di Hairspray che il verdecrinuto aveva portato con sé. Caro.
Divine è stato esposto nel suo “cofanetto” con addosso un abito Tommy Nutter, camicia dal collo nero, e un gioiello progettato da Andrew Logan. Una figata. Le sue mani sono state poste sul suo stomaco. Prima che la bara venisse chiusa, qualcuno [non son sicuro se Bernard J, ma forse sì] volle mettere il contratto di lavoro originale nel box con lui. Naturalmente, questo è quello che dice il mio amico che stava lì vicino a guardare. Io non c’ero. Forse che sì, forse che no. Sarà, non sarà, suona dubbia per me ’sta cosa.
Divine si specializzò in ruoli estremamente camp, quando non era deliberatamente trash, che fecero di lui una icona gaymolto prima che diventasse famosa anche fra il pubblico generale.
Divine, pseudonimo di Harris Glenn Milstead. Nato a Towson il 19 ottobre1945, stato del Maryland, da Bernard e Diana Frances Milstead.
A dodici anni si trasferì con la famiglia a Lutherville, un quartiere di Baltimora. Il suo futuro regista, “scopa secca” John Waters, viveva poco distante, nella stessa strada ed è stato un suo amico d’infanzia.
Il 7 marzo del 1988, all’età di soli 43 anni non ancora compiuti, Mr Milstead morì per cardiomiopatia ipertroficaa Los Angeles, in California. Le cause furono attribuite alla sua obesità [cosa che mai mi convinse].
Divine era noto per essere sempre puntuale. Così si lavora e così si comporta ogni vera attrice.
Quando non si presentò la mattina seguente per il suo turno, cominciarono a preoccuparsi.
Il suo manager Bernard Jay andò in albergo a mezzogiorno per controllare, usò la sua chiave di accesso per entrare. Lo trovò. Morto, nudo, e coperto con una coperta. Morì nel sonno di insufficienza cardiaca. Dicono. Aveva 42 anni. 43 non ancora compiuti.
[Si prega di perdonare il mio uso del genere indefinito (cioè lui / lei indifferentemente) ma non posso fare altrimenti.]
È seppellito a Towson, sua città natale.
Era soprannominato “Divine” dal regista e amico d’infanzia, John Waters. Hanno fatto film meravigliosi insieme, in particolare Female Trouble [uno dei miei preferiti] e Pink Flamingos.
È stato proprio Fenicotteri Rosache l’ha fatta diventare una celebrità, perché ha mangiato merda di cane per davvero. La scena più iconoclasta e punk che sia mai stata girata in un film. È stato scioccante per molti, e divenne la cosa che lo lanciò nelle leggende. Perché le leggende sono fatte di sterco che ingrassa il terreno delle merdose fantasie.
Ho avuto con la Star Divine un rapporto molto strano nel tempo. Per me era diventata una grande cantante Hi-NRG subito dopo i primi film di Waters grazie ai quali aveva avuto notorietà. Ho sentito la sua musica, e sono stato agganciato. Di pietra. Come soltanto mi era successo anni prima per Sylvester.
Mai veramente mi era interessato a seguirlo come attore/attrice. Poi ho visto Female Truoble da un amico, una copia sgangherata, piratissima e di recupero che non so nemmeno come facesse a possedere. E badaboooom.
Ho visto Divine in concerto molte volte. La prima volta che la vidi fu al Ballroom Nettarina a Ann Arbor, Michigan. Si presentò splendidamente in ritardo, ma un grande spettacolo. La volta dopo era al Liedernacht a Detroit. Insomma, per farla breve, durante lo show, le ho consegnato la mia copia diI’m So Beautiful, e lo ha firmato per me [elegantemente, in diagonale, sull’angolo, proprio in cima]. Poi, più tardi, quella stessa sera, Divine ha gettato il suo asciugamano madido di sudore a me, proprio a me. Ce l’ho ancora. Tesoro. Dopo di che, l’ho vista al Limelight di Chicago. Apertamente Divine mi piaceva. Il suo modo di stare in scena. Mi ha scelto fra il pubblico, e ho ballato sul palco con lei, e lei mi ha spinto in petto. Ha anche firmato il mio poster. Cioè il suo poster, mi sto incasinando.
Lui era in città per girare il suo primo episodio di Married… With Children. La notte prima era dovuta andare sul set, ha cenato con gli amici. In seguito, è tornato in albergo. Prima di entrare in camera numero 261 si sporge dal balcone e canta “Arrivederci Roma” per gli amici.
Questo accadeva alle 06:00.
Il carro funebre di Divine ha una scorta di polizia.
La maggior parte delle cose di Divine finirono poi per essere vendute all’asta da Christies, per coprire i debiti. Pure da morti, si risarciscono i debitori. Non c’è pace. No.
Non denaro devoluto in beneficenza a suo nome, ma che le persone le comprassero tanti fiori. Perché li amava così tanto. Elton John ha inviato tantissimi fiori, come hanno fatto Tab Hunter e Whoopi Goldberg – insieme con un biglietto che dice tipo: “Guarda che cosa può fare una buona recensione”.
Negli anni80 i dischi dance di Milstead (prodotti, composti e suonati da Bobby Orlando), furono famosi in America, Europa ed Australia. A quelli prodotti da Orlando fecero seguito pezzi di produzione inglese (Stock, Aitken e Waterman), tra cui il celeberrimo You Think You’re A Man, che salì in testa alle classifiche inglesi ed europee.
Pensi d’essere un uomo, ma sei soltanto un ragazzo, sei soltanto un giocattolo per la mia soddisfazione.
Nel 1988, Divine era praticamente entrato nel biz del Cinema. Hairspray era appena uscito. È stato veramente il primo film main stream di John Waters. Ed è stato super. Aveva ancora il fascino dei suoi vecchi film. Le recensioni erano fantastiche e, sulla scia di questo, a Divine venne offerto un ruolo semi-ricorrente nella serie Sposati… con figli, una serie televisiva FOX in prima serata.
Polyester, il primo film di Divine in odorama con Tab Hunter. Odori inclusi di rose, scoreggia, colla, pizza, benzina, puzzola, cuoio, scarpe sporche e deodorante.
E quanti froci freaky l’hanno amata questa qua? Molti oggi non sanno nemmeno chi fosse.
La notte in cui Divine è morto ho fatto tutto quello che poteva essere appropriato a renderle onore. Sono andato in un cinemino con il mio amico, la TicoTico che di giorno faceva la guardia giurata e la notte andava a battere in calze a rete nelle aree parcheggio dell’autostrada per farsi i camionisti, quelli più grassi. È stato come un doppio disegno, un’inversione di marcia. Non volevo pensare alla morte. Insomma, davano Faster Pussycat Uccidi! Uccidi! interpretato da Tura Satana e un’altra roba subito dopo dal titolo tipo La valle delle bambole o qualcosa del genere, non ricordo bene. Quando siamo arrivati a casa tardi quella sera, c’erano circa 4 messaggi di cordoglio sulla mia segreteria telefonica. Il giorno dopo ce ne sono stati molti di più. Io non rispondevo alle chiamate. No mi andava. Mi piace aver visto quei film il giorno in cui Divine morì.
Comunque ora sono qui, ll’hotel. Siamo entrati dall’ingresso principale e fatto il nostro giro dentro alla zona piscina. Puzzo intensissimo di cloro. Odioso.
Alzo gli occhi a quel balcone dove Divine ha cantato la canzone per le ultime persone che l’hanno visto in vita. Diobò mi piglia la tristezza. E racconto lo stesso. La mente è la stanza dei souvenir, che sono piuttosto scarsi, a basso costo. Il cesso dove vado a vomitare è un relitto. Sbatto con il cranio contro la porta. E vomito ancora. La mia missione è stata quella porta. Sbatterci contro.
Ho avuto, in ogni caso, il modo di vedere il numero della porta che Divine toccò e carezzò prima di morire.
Il 7 marzo, 1988, Divine era a Los Angeles, soggiornava al Regency Hotel, situato al 7940 di Hollywood Boulevard. Si è trasformato in un condominio ora, si può vivere lì.
In realtà il Regency Hotel è andato. Non esiste più. Il luogo in cui Divine ha respirato il suo ultimo respiro, è stato raso al suolo. Nel luogo in cui morì Divine, ora, è tutto andato, tranne forse il segno molto cool che è rimasto nella mia testa di cazzo che ha sbattuto su quella porta che nemmeno esiste più. Non c’è più quella stanza, zio Bo! Sta solo nel tuo cervello malato! Ma viaggiare indietro nel tempo.. mi rende felice, mi fa star bene e ancora mi fa sentire vivo. Se possibile.
Poi le ruote del mio cervello, si sa, come sempre cominciano la loro filatura di narrazione emozionale. L’affabulazione dello stolto e del mentecatto. Del mendico di trame e misfatti e d’orrori amorosi. Come sia morta davvero Divine, sono anni che me lo chiedo.
Ebbene, signore e signori, ho reso omaggio a Divine. Ottimo lavoro, Bo.
Gli Dei vi benedicano, se mi leggete e gli stessi Dei benedicano Divine.
(1 luglio 2014)
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