lunedì 2 dicembre 2024

L'ultimo filo (20 haiku)

1. 

Non s'impara più –
bile ed elemosina,
vento di lame.

2. 

L'arrotino va,
sull'ultimo asfalto,
ruggine e luce.

3. 

Estro di lame,
nel crepuscolo solo,
non s'impara più.

4. 

Strade deserte,
l'ultimo arrotino,
bile nel cuore.

5. 

Un'estrosità:
affilare memorie
che più non tagliano.

6. 

Non c'è più mestiere,
solo un filo di voce:
la strada muore.

7. 

Arrotino cieco,
strozza l’eco lontana
di un’arte perduta.

8. 

Ultima ruota,
l'arrotino si ferma –
tagli in un cielo.

9. 

Non si arrota più:
la bile avvelena il
silenzio obliquo.

10. 

Nella nebbia,
una lama dimentica
urla il suo lustro.

11. 

Tra i vicoli spenti
estro d’arrotino:
lamine d’aria.

12. 

Un vecchio grido,
la strada lo cancella –
ruote di polvere.

13. 

Bile e mestizia,
tagliente, affila il vento
strade perdute.

14. 

Mani tremanti
su una mola mutata,
l'ultimo cerchio.

15. 

Strade deserte,
un canto s’affila in
miseria e bile.

16. 

Ultimo estro,
nelle lame il riflesso
del tempo morto.

17. 

L'arrotino tace,
mola che non si spegne
nel suo desio.

18. 

Che cosa resta?
Un filo d’estro e bile,
vuote promesse.

19. 

Il grido muore,
strade senza ascolto e
bile di vita.

20. 

Sulla soglia,
l’arte che fu strada
cade nel nulla.


____

Questi venti haiku nascono dall’elaborazione poetica di un’immagine sospesa tra nostalgia e disillusione, ispirata alla figura dell’arrotino come metafora del tempo che passa, della perdita di abilità e tradizioni, e di un mondo ormai scomparso. Ogni haiku esplora aspetti diversi di questa scena:

1. Decadenza del sapere – Il progressivo oblio dell’arte di arrotare, simbolo di un’umanità che dimentica.


2. Solitudine urbana – Un personaggio che si muove in un paesaggio desolato, dove persino l’asfalto sembra dimenticarlo.


3. Arte perduta – L’antica manualità contrapposta all’ineluttabile fine.


4. Declino umano – La bile come metafora della fatica e dell’amarezza di vivere una realtà che non riconosce più il suo valore.


5. Memorie affilate – L’idea che affilare coltelli diventi un gesto simbolico per risvegliare ricordi sbiaditi.


6. Silenzio e morte – La strada, ormai muta, simboleggia l’estinzione di mestieri e storie.


7. Fragilità dell’arte – L’arrotino diventa cieco, incapace di distinguere tra ciò che resta e ciò che è già perso.


8. Lama nel cielo – Le lame si fondono con l’orizzonte, un’ultima traccia della presenza umana.


9. Erosione del mestiere – Il mestiere non serve più, come un filo di lama che non può più tagliare.


10. Eco di metallo – La lama e la sua lucentezza rimangono come ultimi frammenti di un passato prezioso.


11. Risonanza del vuoto – Gli spazi urbani diventano cassa di risonanza di un’arte in via di sparizione.


12. Grido spezzato – L’urlo dell’arrotino si dissolve nel tempo e nella dimenticanza.


13. Poesia urbana – La bile e la strada formano una coppia emblematica di abbandono e resistenza.


14. Fine circolare – La mola, simbolo di eterno ritorno, si spezza nell’ultima ripetizione del gesto.


15. Bile e malinconia – Una fusione tra la fatica fisica e quella emotiva di continuare un lavoro non più necessario.


16. Sguardo riflesso – La lama come specchio del passato, ma anche come arma contro un presente privo di bellezza.


17. Ultima speranza – Un desiderio che non si spegne, nonostante la resa.


18. Fine dell’estro – Riflessione sull’arte e sullo svuotarsi delle sue promesse con il mutare dei tempi.


19. Assenza d’ascolto – La società che non ascolta più chi, un tempo, ne era parte essenziale.


20. Nulla finale – La soglia del vuoto è attraversata; l’arte e l’uomo si perdono nel nulla.



Insieme, questi haiku creano un’atmosfera di malinconia e bellezza fragile, in cui ogni immagine evoca il legame tra un antico mestiere e il destino universale di ciò che si dimentica.