Il progetto "Pensare come una Montagna" ideato da Maurizio Cattelan per l’estate del 2025 a Bergamo è una delle iniziative artistiche più audaci e sofisticate che siano state concepite negli ultimi anni, non solo in Italia, ma a livello internazionale. La sua ambizione non si limita a una serie di opere espositive, ma mira a trasformare l’intero paesaggio e la cultura del territorio in un’esperienza immersiva che invita alla riflessione profonda, alla contemplazione e alla connessione tra arte, natura e società. Questo programma biennale, che prende vita dalla collaborazione tra la GAMeC (Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo) e il territorio, si sviluppa su più anni, con l’intento di non solo sorprendere ma anche di provocare un cambiamento radicale nel modo in cui l’arte viene percepita e vissuta.
Il cuore del progetto è l’esplorazione di un concetto estremamente potente e profondo: pensare come una montagna. L’idea di utilizzare la montagna come metafora centrale del progetto non è casuale; essa rappresenta qualcosa di straordinariamente complesso e affascinante, simbolo di stabilità, di grandezza, di resistenza e di eternità, ma anche di solitudine, di silenzio e di contemplazione. La montagna è un elemento naturale che ha da sempre ispirato pensieri profondi e riflessioni filosofiche, ma nel contesto del progetto di Cattelan, diventa il punto di partenza per una riflessione critica sul nostro rapporto con il paesaggio, con la natura e con la storia. La montagna è, infatti, un osservatore privilegiato, silenzioso e distaccato, ma nello stesso tempo è in grado di comprendere il cambiamento e il passaggio del tempo in maniera unica, conservando segreti e storie che l’uomo non sempre è in grado di afferrare. In questo senso, pensare come una montagna significa abbandonare la visione ristretta del quotidiano, per adottare una visione che sappia guardare oltre l'immediatezza, in grado di percepire le dinamiche di lungo periodo e di entrare in relazione con la vastità e la profondità del mondo.
La scelta di Bergamo e delle sue montagne come palcoscenico per questa riflessione artistica non è affatto casuale. La città di Bergamo, con la sua storia, la sua cultura e il suo paesaggio, è il luogo ideale per ospitare un progetto che sfida la separazione tra arte e vita quotidiana, tra arte e natura. La GAMeC, sede principale del progetto, è una delle gallerie più importanti per l’arte contemporanea in Italia, ma non si limita a ospitare le opere all’interno dei suoi spazi. L'arte si fa strada tra le vie e le piazze della città, nei parchi, nei sentieri montani, nelle periferie e nei luoghi più nascosti, trasformando l’intero territorio in una gigantesca opera d'arte vivente. Le opere di Cattelan e degli altri artisti coinvolti non saranno "appese" alle pareti di una galleria, ma dislocate in maniera capillare, integrandosi nel paesaggio e nel contesto sociale, creando un dialogo che supera i confini tradizionali dell'arte. L’arte diventa qualcosa che non è solo da guardare, ma qualcosa che è vivo, in movimento, che invita a riflettere, a esplorare, a partecipare attivamente.
Maurizio Cattelan, con la sua fama internazionale e il suo approccio critico e irriverente, è la figura perfetta per guidare questo progetto. Con il suo talento per la provocazione e la riflessione, ha sempre saputo sfidare le convenzioni del mondo dell’arte e della società, affrontando temi scottanti come la politica, la religione, la morte, il potere e la condizione umana, sempre con una vena di ironia e di disincanto. La sua arte ha il potere di stimolare una riflessione profonda e spesso disturbante, ma allo stesso tempo capace di suscitare emozioni contrastanti, di sfidare le certezze e di invitare a una lettura critica della realtà. In Pensare come una Montagna, Cattelan non solo offrirà la sua visione artistica, ma inviterà anche il pubblico a confrontarsi con il tema della montagna come simbolo di stabilità, di resistenza, ma anche di riflessione sulla fragilità della condizione umana e sul nostro impatto sul mondo naturale. La montagna, infatti, non è solo un luogo di resistenza, ma è anche un luogo che testimonia la presenza dell'uomo e il suo rapporto con l’ambiente, con la natura e con la storia.
Il progetto Pensare come una Montagna non si limita però a una serie di installazioni permanenti o a una mostra, ma è un’esperienza artistica che coinvolge la città e il territorio attraverso una molteplicità di azioni, eventi e performance. Gli spazi pubblici di Bergamo diventano palcoscenici in cui arte, natura e comunità si incontrano, si fondono e si interagiscono. Le piazze storiche, i vicoli, i giardini e i parchi della città si trasformeranno in scenari in cui le opere di Cattelan e degli altri artisti si integrano con l’ambiente circostante, creando una connessione profonda tra l'arte e la vita quotidiana. Non si tratta solo di osservare delle opere d’arte, ma di vivere l’arte, di sentirla, di interagirci, di riflettere sul nostro posto nel mondo e sul nostro rapporto con il paesaggio, con la natura e con la società. Ogni installazione, performance o intervento sarà concepito per stimolare la partecipazione del pubblico e per far riflettere sul nostro impatto sul territorio e sull’ambiente.
Il progetto vedrà la partecipazione di numerosi artisti internazionali, ognuno dei quali contribuirà a questo ampio panorama artistico con il proprio linguaggio e la propria visione. Artisti come Atelier dell'Errore, Bianca Bondi, Abraham Cruzvillegas, Asunción Molinos Gordo, Francesco Pedrini e Julius von Bismarck porteranno le loro riflessioni e le loro opere a confrontarsi con il paesaggio bergamasco, creando un intreccio di storie, significati e linguaggi che arricchiranno ulteriormente il progetto. Ogni artista sarà chiamato a riflettere sul concetto di montagna, sulla relazione tra uomo e natura, sulla memoria storica e sull’identità culturale del territorio. Le loro opere non saranno semplici rappresentazioni, ma veri e propri luoghi di riflessione e di provocazione, che inviteranno il pubblico a interrogarsi sul rapporto tra arte, natura e società.
Accanto alle installazioni artistiche, il progetto comprenderà anche una serie di film e documentari che documenteranno il processo creativo degli artisti, ma anche il legame tra le opere e il territorio. Registi come Agnese Galiotto, Giulio Squillacciotti e il duo Invernomuto con Michela De Mattei sono stati invitati a raccontare, attraverso il linguaggio del cinema, l’esperienza del progetto, offrendo uno sguardo più intimo e personale sulla relazione tra l'arte e il paesaggio. Questi film, tuttavia, non saranno semplici documentari: saranno opere d’arte in sé, in grado di esplorare e interpretare la realtà in maniera poetica e profonda. Il cinema diventerà così un ulteriore mezzo per esplorare il tema della montagna, del paesaggio e della nostra relazione con la natura.
Infine, la partecipazione della comunità sarà al centro del progetto. L’arte non sarà solo un elemento da osservare, ma sarà qualcosa che ogni individuo sarà chiamato a vivere, a sperimentare, a discutere. La montagna, in quanto simbolo di contemplazione, diventa anche un luogo di incontro e di scambio, in cui il pensiero individuale si fonde con quello collettivo. Il progetto vuole infatti stimolare una riflessione condivisa sul nostro impatto sul pianeta, sulla sostenibilità e sul nostro futuro. In questo senso, Pensare come una Montagna non è solo un’esperienza artistica, ma una vera e propria riflessione collettiva sul nostro posto nel mondo e sulla responsabilità che abbiamo nei confronti dell’ambiente e delle generazioni future.
In sintesi, Pensare come una Montagna è un progetto che va oltre la concezione tradizionale di arte come qualcosa di separato dalla vita quotidiana. È un’esperienza che coinvolge ogni aspetto della nostra esistenza: l’ambiente, la cultura, la storia e la società. Grazie alla visione di Cattelan e degli altri artisti coinvolti, il progetto diventa un’occasione unica per riflettere sul nostro rapporto con la natura e sull’importanza di pensare in modo critico e profondo. Con la sua capacità di trasformare Bergamo e le sue montagne in un'opera d'arte vivente, Pensare come una Montagna diventa un punto di riferimento per il futuro dell'arte contemporanea, un’esperienza che resterà impressa nella memoria collettiva e che segnerà un capitolo importante nella storia della cultura contemporanea.
(📸 Lorenzo Palmieri)