sabato 15 febbraio 2025

"Le Corbusier. L’ordine delle cose": una grande retrospettiva sull'architetto che ha rivoluzionato il vivere moderno


Le Corbusier, pseudonimo di Charles-Édouard Jeanneret-Gris (1887-1965), è stato uno degli architetti più rivoluzionari del XX secolo, capace di trasformare il modo in cui concepiamo l’abitare, la città e il rapporto tra uomo e spazio. La sua influenza si estende ben oltre l’architettura, toccando l’urbanistica, il design, la pittura e persino la filosofia del vivere moderno.

La sua opera, spesso considerata il manifesto del Movimento Moderno, è al centro di una grande retrospettiva organizzata dal Zentrum Paul Klee di Berna: Le Corbusier. L’ordine delle cose. Dal 8 febbraio al 22 giugno 2025, questa mostra offrirà un’immersione senza precedenti nel pensiero del maestro, esplorando il suo metodo progettuale, il dialogo tra le arti e il suo impatto sulla società contemporanea.

Le Corbusier: il rivoluzionario del vivere moderno

Le Corbusier non si limitò a progettare edifici, ma ridefinì il concetto stesso di architettura. Per lui, la casa non era solo un rifugio, ma una machine à habiter, una macchina per abitare, pensata per ottimizzare la qualità della vita attraverso una razionalizzazione degli spazi e l’uso di materiali innovativi come il cemento armato.

Il suo approccio si fondava su un’idea di funzionalità e semplicità, sintetizzata nei celebri cinque punti dell’architettura moderna:

  • Pilotis: colonne che sollevano l’edificio dal terreno, creando spazi aperti al di sotto e migliorando la ventilazione.
  • Tetto giardino: una superficie verde che sostituisce il tetto tradizionale, permettendo una nuova interazione tra uomo e natura.
  • Pianta libera: grazie all’uso del cemento armato, le pareti interne non hanno più una funzione portante, lasciando libertà nella distribuzione degli spazi.
  • Facciata libera: l’eliminazione dei muri portanti esterni permette una maggiore flessibilità nella progettazione dell’edificio.
  • Finestre a nastro: lunghe vetrate orizzontali che garantiscono luce naturale e un rapporto continuo con l’esterno.

Questi principi trovano la loro massima espressione nella Villa Savoye (1929-31), simbolo dell’architettura moderna, e nell’Unité d’Habitation di Marsiglia (1947-52), un rivoluzionario modello di edilizia collettiva in cui gli appartamenti si sviluppano come "unità" di un organismo più grande, concepito per favorire la vita comunitaria.

Le Corbusier e l’arte: il legame con Paul Klee

Oltre all’architettura, Le Corbusier si dedicò con passione alla pittura e al design. Già nei primi anni della sua carriera, fu profondamente influenzato dal Purismo, una corrente artistica che sviluppò insieme ad Amédée Ozenfant come reazione all’eccessiva complessità del Cubismo.

Pur lavorando in campi diversi, Le Corbusier e Paul Klee condividevano un profondo interesse per la geometria, la struttura e il colore. Entrambi cercavano di organizzare lo spazio secondo principi matematici e proporzionali, cercando un’armonia universale nelle loro opere.

La mostra al Zentrum Paul Klee mette in dialogo il lavoro dei due artisti, mostrando come le composizioni astratte di Klee abbiano una costruzione quasi architettonica e come i dipinti di Le Corbusier riflettano lo stesso rigore geometrico dei suoi edifici. Questa sezione dell’esposizione permetterà di comprendere come l’architettura e la pittura non fossero per Le Corbusier discipline separate, ma parti di un unico sistema di pensiero.

L’utopia urbana di Le Corbusier: Chandigarh e la Ville Radieuse

Il pensiero di Le Corbusier non si limitava agli edifici, ma si estendeva all’intera concezione della città moderna. Uno dei suoi progetti più ambiziosi fu la Ville Radieuse (Città Radiosa), una visione utopica di città ideale basata su criteri di ordine e razionalità.

Nella Ville Radieuse, i grattacieli residenziali si ergono su ampi spazi verdi, le strade sono sopraelevate per separare il traffico pedonale da quello veicolare e la disposizione degli edifici è studiata per garantire il massimo della luce e della ventilazione. Sebbene questo piano non sia mai stato realizzato integralmente, le sue idee hanno influenzato profondamente l’urbanistica moderna, ispirando molte città del dopoguerra.

Ma il sogno di Le Corbusier divenne realtà con Chandigarh, la nuova capitale del Punjab, in India. Tra il 1951 e il 1965, il maestro progettò un’intera città seguendo i suoi principi, creando un tessuto urbano organizzato in settori distinti, con un’imponente area amministrativa e spazi pubblici pensati per la vita collettiva.

La mostra ripercorre il processo creativo dietro Chandigarh, presentando plastici, fotografie, schizzi originali e documenti d’epoca che raccontano come Le Corbusier abbia affrontato la sfida di progettare una città da zero.

Le Corbusier oggi: attualità e controversie

Nonostante la sua fama indiscussa, Le Corbusier è stato anche una figura controversa. Le sue idee urbanistiche, spesso criticate per la loro rigidità, hanno sollevato dibattiti tra gli studiosi, che si chiedono se la sua visione della città fosse davvero adatta alla complessità della società contemporanea.

Tuttavia, la sua eredità è innegabile. Molte delle sue intuizioni sono oggi più attuali che mai: il bisogno di spazi verdi, l’ottimizzazione della luce naturale, la creazione di edifici pensati per la vita collettiva. Le sue architetture continuano a essere studiate, restaurate e ammirate in tutto il mondo, dimostrando la loro straordinaria capacità di adattarsi ai cambiamenti del tempo.

La mostra Le Corbusier. L’ordine delle cose si propone di analizzare anche queste problematiche, ponendo domande cruciali sul futuro dell’architettura e sulle lezioni che possiamo ancora trarre dal maestro.

Un’esperienza immersiva: il percorso espositivo

L’allestimento della mostra al Zentrum Paul Klee è pensato per offrire un’esperienza immersiva, suddivisa in diverse sezioni tematiche:

  • Le origini e la formazione di Le Corbusier: dagli studi in Svizzera fino alle prime esperienze a Parigi.
  • L’architettura moderna: i progetti iconici e la teoria dei cinque punti.
  • Il rapporto con l’arte: il dialogo con il Purismo e il confronto con Paul Klee.
  • L’urbanistica e la città del futuro: Chandigarh, la Ville Radieuse e le sue utopie urbane.
  • L’eredità di Le Corbusier: il suo impatto sull’architettura contemporanea.

Oltre ai materiali espositivi, la mostra prevede una serie di eventi collaterali, tra cui conferenze, visite guidate, workshop per studenti e un ciclo di proiezioni su Le Corbusier e il Movimento Moderno.

Conclusione: perché visitare la mostra

Le Corbusier. L’ordine delle cose non è solo una retrospettiva su un grande architetto, ma un’opportunità per riflettere su come viviamo gli spazi, su come le città possono evolversi e su cosa significa progettare per il futuro.

Per chiunque sia interessato all’arte, all’architettura e al design, questa mostra rappresenta un’occasione imperdibile per scoprire il pensiero di un uomo che ha rivoluzionato il nostro modo di abitare il mondo.