Liliane Lijn è una delle protagoniste più innovative e visionarie dell’arte contemporanea, una pioniera capace di attraversare e reinventare linguaggi diversi, mescolando arte visiva, poesia, scienza e performance in una pratica che sfida le categorizzazioni tradizionali. Il suo lavoro, sviluppato lungo oltre sei decenni di attività, è segnato da una costante tensione verso la sperimentazione e dall’esplorazione di concetti che spaziano dalla cosmologia alla tecnologia, dalla luce al linguaggio, dalla materia al movimento.
Nata a New York nel 1939, Lijn trascorre gli anni della formazione tra Stati Uniti ed Europa, assorbendo influenze artistiche e culturali eterogenee. A Parigi, dove si stabilisce nei primi anni ’60, entra in contatto con il vivace ambiente artistico dell’epoca e inizia a lavorare con materiali industriali e processi innovativi, gettando le basi di quella che diventerà una delle ricerche più peculiari del secondo Novecento. Dal 1966 si trasferisce a Londra, città che diventerà il centro della sua attività e che le permetterà di sviluppare ulteriormente il suo linguaggio, entrando in dialogo con le nuove tendenze artistiche e scientifiche emergenti.
Fin dagli esordi, Lijn si distingue per il suo interesse verso la fusione di arte e tecnologia. Le sue opere si avvalgono di materiali innovativi per l’epoca, come plexiglas, metalli riflettenti e superfici luminose, e sono spesso caratterizzate da un’interazione dinamica con l’ambiente e il pubblico. Il movimento diventa un elemento centrale della sua poetica, non solo come fenomeno fisico ma anche come principio concettuale: le sue opere trasformano e manipolano la percezione, mettendo in discussione la staticità dell’oggetto artistico e ponendo lo spettatore al centro di un’esperienza sensoriale in continua evoluzione.
Un esempio emblematico di questa ricerca è rappresentato dai suoi Poem Machines, serie di cilindri rotanti su cui sono incisi versi poetici. In questi lavori, il testo si scompone e si ricompone con il movimento, diventando un’entità fluida e cangiante, che sfida le convenzioni della lettura e apre nuove possibilità espressive alla parola scritta. Questi lavori non solo testimoniano l’interesse di Lijn per il rapporto tra linguaggio e immagine, ma anticipano di decenni molte delle ricerche contemporanee sulla poesia visiva e sulla materializzazione del testo.
Negli anni ’70 e ’80, la sua ricerca si amplia ulteriormente, incorporando riflessioni sulla fisica, la mitologia e l’identità di genere. Le sue opere di questo periodo esplorano il femminile attraverso una combinazione di elementi tecnologici e simbolismi arcaici, creando un dialogo tra passato e futuro, tra scienza e spiritualità. Questo interesse culmina in lavori come Woman of War (1986), in cui la figura femminile viene reinterpretata attraverso materiali industriali, e in una serie di installazioni immersive che utilizzano la luce e il suono per creare ambienti evocativi e meditativi.
Oggi, l’importanza e l’influenza del lavoro di Liliane Lijn vengono celebrate in una grande retrospettiva intitolata Liliane Lijn: Arise Alive, la più ampia e completa mai dedicata all’artista. La mostra, inaugurata il 26 ottobre 2024 al Mumok di Vienna, sarà visitabile fino al 4 maggio 2025, per poi trasferirsi alla Tate St Ives, dove resterà aperta dal 24 maggio al 5 ottobre 2025.
Questa esposizione rappresenta un’occasione unica per esplorare l’intero percorso dell’artista, dalle sue prime sperimentazioni alle opere più recenti. Il percorso espositivo si snoda attraverso diverse sezioni tematiche, mettendo in evidenza i momenti chiave della sua carriera: dagli anni della formazione agli esperimenti con il movimento e la luce, dalla fusione tra poesia e scultura alle riflessioni sul corpo e sulla cosmologia.
Tra le opere esposte figurano lavori storici come Liquid Reflections (1968), una serie di superfici specchianti che creano illusioni ottiche in movimento, e Cone of Variable Volume (1970), un’opera che gioca con la percezione della forma e dello spazio. Accanto a questi, saranno presentate installazioni multimediali più recenti, che esplorano le nuove frontiere dell’interazione tra arte e tecnologia, in dialogo con le tematiche dell’intelligenza artificiale e della sostenibilità ambientale.
Organizzata in collaborazione con la Haus der Kunst di Monaco e la Tate St Ives, la mostra si propone non solo di documentare il lavoro di Lijn, ma anche di restituire la dimensione esperienziale delle sue opere, attraverso un allestimento che invita il pubblico a interagire con i suoi dispositivi cinetici, le sue superfici luminose e le sue strutture poetiche.
In concomitanza con la retrospettiva, è prevista la pubblicazione di una monografia che raccoglierà saggi critici, interviste inedite e un ricco apparato iconografico, offrendo uno strumento di approfondimento essenziale per comprendere il ruolo di Lijn nel panorama dell’arte contemporanea. Questo volume non solo documenterà la sua carriera, ma fornirà anche nuove chiavi di lettura per interpretare il suo lavoro alla luce delle attuali ricerche artistiche e scientifiche.
Liliane Lijn: Arise Alive rappresenta dunque un’opportunità imperdibile per chiunque voglia scoprire o riscoprire il lavoro di un’artista che ha saputo coniugare intuizione e razionalità, tradizione e innovazione, sperimentazione tecnica e profondità concettuale. La sua ricerca, ancora oggi sorprendentemente attuale, dimostra come l’arte possa essere uno strumento di esplorazione e conoscenza, capace di illuminare le connessioni invisibili tra materia, energia, linguaggio e coscienza.
Attraverso la sua opera, Lijn continua a interrogare il nostro rapporto con il mondo e con noi stessi, invitandoci a guardare oltre i confini della percezione e ad abbracciare una visione dell’arte come luogo di trasformazione e di scoperta continua.