In latino esisteva il genere neutro, e molti sostantivi che in italiano sono maschili o femminili erano originariamente neutri. Questa curiosità è un ottimo spunto per esplorare come il latino, con la sua struttura declinazionale, influenzi ancora oggi le nostre lingue.
Il genere neutro in latino
In latino, i sostantivi potevano appartenere a tre generi: maschile, femminile e neutro. Questo sistema tripartito era chiaramente marcato nelle declinazioni, soprattutto nelle desinenze del nominativo e accusativo singolare e plurale. Il neutro aveva alcune peculiarità:
- Nominativo e accusativo coincidenti: i due casi avevano sempre la stessa forma, sia al singolare che al plurale.
- Plurale in -a: i sostantivi neutri avevano il nominativo e l'accusativo plurale in -a (esempio: templum → templa per "tempio").
Esempi di trasformazioni in italiano
Molti neutri latini sono confluiti nel maschile o nel femminile in italiano:
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Sostantivi neutri diventati maschili
- Folium (foglia, neutro) → il foglio (maschile in italiano).
- Templum (tempio, neutro) → il tempio.
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Sostantivi neutri diventati femminili
- Cornu (corno, neutro) → la cornucopia (femminile, ma il corno resta maschile).
- Bellum (guerra, neutro) → la guerra.
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Neutri invariati o influenzati dal contesto
- Alcuni neutri latini sono rimasti riconoscibili anche nelle loro declinazioni italiane collettive, come le parole in -a plurale (esempio: data e media, plurali neutri in latino, sono diventati femminili plurali in italiano).
In che misura è vero?
È vero nella misura in cui:
- Il neutro latino non è più visibile nel sistema grammaticale italiano, che ha soltanto due generi (maschile e femminile).
- Molti termini latini neutri hanno cambiato genere o acquisito un nuovo significato nel passaggio all'italiano.
In latino, il genere neutro si applicava principalmente a oggetti, concetti astratti e cose inanimate. Tuttavia, ci sono situazioni in cui il neutro veniva usato anche per riferirsi a persone, ma con sfumature particolari.
Persone e genere neutro in latino
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Collettivi o categorie impersonali
Il neutro poteva indicare gruppi o categorie non specificate di persone. Per esempio:- Pueri et puellae ("i ragazzi e le ragazze") poteva essere sostituito da un neutro collettivo come liberi ("i figli", termine collettivo neutro in origine).
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Essere umano generico
Il neutro talvolta serviva a indicare l'essere umano in senso generico, senza considerare il genere biologico:- Homo sapiens è maschile, ma termini come animal rationale (essere razionale) sono neutri.
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Pronomi e aggettivi
I pronomi e gli aggettivi neutri erano usati per riferirsi a persone in modo indeterminato o per indicare qualcosa di astratto riguardo a loro. Ad esempio, id quod dicis ("ciò che dici") potrebbe riferirsi a una persona senza specificarne il genere. -
Neutro in contesti dispregiativi o spersonalizzanti
Il neutro veniva talvolta usato per ridurre la soggettività o umanità di una persona, sottolineandone un ruolo, una funzione o un aspetto considerato "oggettivo". Per esempio, riferirsi a uno schiavo o a una schiava con il neutro poteva implicare un trattamento spersonalizzante.
Differenze con gli oggetti
Il neutro per oggetti era molto più comune e "neutrale" rispetto all'uso per le persone. Con gli oggetti, il genere neutro indicava semplicemente l'assenza di una connotazione maschile o femminile, mentre con le persone il neutro poteva assumere sfumature sociali, filosofiche o addirittura politiche.
(Vera Gheno spiega spesso che ə, *, @ eccetera non servono a identificare un ipotetico neutro, ma piuttosto una assenza di genere.)