David Hockney, uno degli artisti più celebri e amati del nostro tempo, è conosciuto per i suoi paesaggi vibranti, le piscine californiane e i ritratti vivaci che catturano la complessità della vita moderna. Ma una delle sue serie più intime e personali riguarda due soggetti inaspettati: Stanley e Boodgie, i suoi adorati bassotti color cioccolato. Questi piccoli compagni a quattro zampe, che hanno condiviso con l’artista molti anni della sua vita, sono diventati protagonisti di una serie di dipinti e disegni realizzati tra il 1993 e il 1995, successivamente raccolti nel libro "Dog Days". Attraverso queste opere, Hockney ha esplorato non solo la bellezza e la gioia della vita quotidiana, ma anche il profondo legame che lo univa ai suoi cani, trasformando un soggetto apparentemente semplice in una riflessione universale sull’amore, la compagnia e l’arte stessa.
Per Hockney, Stanley e Boodgie non erano semplici animali domestici. Erano la sua famiglia, compagni silenziosi che lo seguivano ovunque, condividendo con lui momenti di solitudine, creatività e riflessione. Hockney ha spesso parlato del conforto che trovava nella loro compagnia, descrivendo i due cani come creature che, senza mai pretendere nulla, offrivano un amore incondizionato. "Loro non fingono, non giudicano, e non cercano mai di essere altro da quello che sono," dichiarava l'artista, sottolineando come il loro comportamento sincero e autentico fosse per lui fonte di ispirazione.
Stanley e Boodgie erano sempre presenti nello studio di Hockney, osservandolo mentre dipingeva o riposandosi al suo fianco. Questa presenza costante e silenziosa è ciò che ha spinto l'artista a ritrarli: non come un progetto pianificato, ma come un gesto naturale, quasi inevitabile. Dipingerli era un modo per celebrare la loro presenza e, al contempo, per esplorare nuove possibilità artistiche.
I dipinti e disegni dedicati a Stanley e Boodgie catturano i due bassotti nei momenti più semplici della loro giornata: mentre dormono acciambellati su una poltrona, si stiracchiano dopo un lungo sonno, osservano qualcosa con curiosità o semplicemente si rilassano. Non ci sono pose costruite o scenografie elaborate; ogni immagine è un frammento di vita vissuta, una testimonianza della loro routine quotidiana.
Hockney non si limita a raffigurare i cani come soggetti; li ritrae come esseri viventi pieni di carattere e personalità. Stanley, più curioso e attento, sembra sempre pronto a interagire, mentre Boodgie, più rilassato, appare spesso disteso o addormentato. Questo contrasto tra le loro personalità è reso con una sensibilità straordinaria, dimostrando la capacità di Hockney di osservare e catturare non solo l’aspetto esteriore dei suoi soggetti, ma anche la loro essenza più profonda.
Dal punto di vista tecnico, la serie su Stanley e Boodgie rappresenta un esempio perfetto della maestria di Hockney nel combinare semplicità ed espressività. Le linee sono fluide, quasi istintive, ma cariche di precisione e intenzione. I colori, tipicamente caldi e vivaci, creano un’atmosfera accogliente che riflette il calore del legame tra l’artista e i suoi cani.
La palette cromatica varia dai toni terrosi del marrone dei bassotti ai colori accesi degli arredi, con accenti di blu, verde e rosso che bilanciano le composizioni. Hockney utilizza il colore non solo per rappresentare la realtà, ma per trasmettere emozioni: il calore di un cuscino, la morbidezza di una coperta, la serenità di un momento di riposo. Ogni dipinto sembra catturare un istante irripetibile, un frammento di tempo che diventa eterno attraverso l’arte.
La serie dedicata a Stanley e Boodgie è stata raccolta nel libro "David Hockney's Dog Days", pubblicato nel 1998. Questo volume non è solo un catalogo delle opere, ma un vero e proprio manifesto d’amore per gli animali. Le immagini sono accompagnate da brevi testi in cui Hockney riflette sul rapporto con i suoi cani, sulla loro presenza nella sua vita e sul processo creativo che li ha portati a diventare i protagonisti di una serie tanto intima quanto universale.
"Dog Days" è diventato rapidamente un classico, apprezzato non solo dagli amanti dell’arte, ma anche da chiunque abbia mai conosciuto la gioia e il conforto che un animale domestico può offrire. Attraverso questo libro, Hockney invita il lettore a entrare nel suo mondo, fatto di piccoli gesti, di momenti di serenità e di un amore che trascende le parole.
Ritraendo Stanley e Boodgie, Hockney ha rivelato un lato inedito di sé stesso. Lontano dalle luci della ribalta e dalla scena artistica internazionale, qui troviamo un uomo che si dedica con attenzione e affetto ai dettagli della vita domestica. È un Hockney che si prende una pausa dal ritmo frenetico del mondo per concentrarsi sulle cose che contano davvero: l’amore, la compagnia, e la bellezza nascosta nei momenti più semplici.
In un certo senso, Stanley e Boodgie non sono solo i soggetti dei dipinti: sono una lente attraverso cui Hockney esplora la sua stessa umanità. Dipingerli è stato un modo per riflettere su sé stesso, sul valore delle relazioni e sull’importanza di trovare bellezza e significato nella quotidianità.
Le opere dedicate a Stanley e Boodgie sono molto più di un omaggio personale. Sono una celebrazione dell’amore incondizionato, della connessione tra esseri viventi, e della capacità dell’arte di rendere eterno ciò che è temporaneo. Attraverso i suoi dipinti, Hockney ci ricorda che anche nei gesti più semplici – un cane che dorme, una zampa che si allunga, un momento di tranquillità condivisa – si nasconde una bellezza infinita.
Stanley e Boodgie, con i loro corpi lunghi e le orecchie morbide, diventano simboli di qualcosa di universale: la gioia e il conforto che gli animali portano nelle nostre vite, e la capacità dell’arte di catturare quella gioia per sempre.