"Paradiso perduto" di John Milton è senza dubbio una delle vette più alte della letteratura mondiale. Scritto tra il 1658 e il 1664, questo poema epico racconta la caduta di Lucifero, la ribellione degli angeli contro Dio, e la tentazione di Adamo ed Eva, che si traduce nel peccato originale e nella cacciata dal Paradiso. Milton costruisce un vasto cosmo mitologico, in cui la libertà, la giustizia divina, il destino e la redenzione si intrecciano in un racconto di grande forza poetica e filosofia. La sua lingua, solenne e alta, la sua sintassi complessa e l’uso di un verso che mescola l’epico e il tragico, offrono al lettore un’esperienza estetica intensa, ma anche un approfondimento sul senso della condizione umana, la libertà dell’uomo, la sua responsabilità di fronte al divino.
La traduzione di "Paradiso perduto" a cura di Roberto Sanesi per Mondadori, pubblicata nel 1969, rappresenta un’impresa letteraria di grande respiro e rilevanza nel panorama editoriale italiano. Sanesi, noto per la sua maestria linguistica e la profondità del suo approccio alla traduzione, ha affrontato il difficile compito di rendere in italiano l'opera monumentale di Milton, mantenendo intatte la potenza espressiva, la solennità e la filosofia che ne caratterizzano la struttura. Questa traduzione è stata una pietra miliare nel processo di avvicinamento della letteratura anglosassone al pubblico italiano, unendo eleganza stilistica e rigorosa fedeltà al testo originale. La traduzione di Sanesi è stata apprezzata anche per la sua capacità di evitare il pericolo di una lingua antiquata o troppo rigida, che avrebbe reso l’opera difficile da leggere, e invece ha creato un italiano che, pur rispettando la grandezza e la complessità del testo, risultava scorrevole e comprensibile.
In questo contesto, il lavoro di Sanesi su "Paradiso perduto" non può essere visto come una mera trasposizione linguistica, ma come una vera e propria riscrittura che sonda e restituisce al lettore italiano non solo il significato, ma anche il senso profondo dell'opera. Sanesi ha mantenuto intatto il ritmo maestoso di Milton, la sua potenza retorica e la sua visione filosofica. L'opera di Milton, che esplora il concetto di libero arbitrio e la lotta tra il bene e il male, ha trovato nella traduzione di Sanesi una lingua capace di evocare lo stesso senso di solennità e mistero, senza rinunciare a un linguaggio vivace e contemporaneo. La traduzione è, infatti, un atto di mediazione culturale, che cerca di portare nel presente la forza di un poema che, pur radicato nel XVII secolo, ha temi e problematiche che rimangono estremamente attuali.
Il lavoro di Roberto Sanesi come traduttore, tuttavia, non si limita a questa traduzione epocale. Il suo percorso di traduttore e di poeta si estende a una vasta gamma di autori anglosassoni e non solo, facendo di lui una delle figure più influenti del panorama letterario italiano del XX secolo. La sua traduzione di "Paradiso perduto" non è un caso isolato, ma parte di una lunga e impegnativa carriera che ha visto Sanesi impegnato a trasporre in italiano non solo la lingua, ma anche lo spirito di opere letterarie complesse e ricche di significato.
Un altro esempio straordinario del suo lavoro di traduzione è la sua versione delle poesie di William Blake, uno dei maggiori poeti romantici inglesi. La traduzione di Sanesi riesce a restituire l’intensità visionaria e simbolica delle poesie di Blake, il cui linguaggio mistico e profondo trova nell’italiano di Sanesi una forma altrettanto ricca e suggestiva. Blake, infatti, è un autore che gioca con le immagini, con le visioni metafisiche e con i simboli, e Sanesi ha saputo tradurre non solo il significato dei suoi versi, ma anche la loro potenza evocativa, senza cedere alla tentazione di semplificare o appiattire il messaggio originale.
Anche nel caso di Ezra Pound, uno degli autori più complessi e sperimentali del Novecento, Sanesi ha affrontato con grande perizia il compito di trasporre in italiano la densa intertestualità e il linguaggio innovativo di Pound. La traduzione di Sanesi di "The Cantos" di Pound è stata un’opera titanica, che ha cercato di rendere in italiano la potenza linguistica di un autore che giocava con il linguaggio in modo radicale, mescolando dialetti, lingue antiche, e influenze culturali e storiche molto diverse tra loro. Sanesi ha saputo mantenere viva l’intensità del linguaggio di Pound, senza mai tradire la sua originalità e la sua visione del mondo.
Ma la carriera di traduttore di Roberto Sanesi non si limita a questi autori. La sua vasta produzione include anche autori come T.S. Eliot, con cui ha tradotto opere dense di riferimenti filosofici e culturali, e poeti più contemporanei, in un continuo dialogo con la tradizione anglosassone che ha arricchito la letteratura italiana. La sua capacità di tradurre la densità culturale e filosofica di questi autori è il segno distintivo del suo lavoro, che non si limita alla mera transcodifica linguistica, ma cerca sempre di cogliere il significato profondo e le sfumature di ogni testo.
Sanesi non è stato solo un traduttore, ma anche un critico letterario e un saggista. La sua opera saggistica, che include titoli come La valle della visione, offre una visione più ampia e approfondita del suo approccio alla letteratura e alla traduzione. In questo saggio, Sanesi esplora i legami tra poesia, visione e filosofia, mettendo in luce le connessioni tra la letteratura e le forme più alte di esperienza umana. Il suo interesse per la visione, il simbolismo e il mistero si riflette tanto nelle sue traduzioni quanto nella sua riflessione critica. Nel saggio, Sanesi esamina l’arte della traduzione, ponendo l’accento sulla sua natura complessa e sulle sfide che comporta, soprattutto quando si tratta di tradurre poeti che giocano con il linguaggio e con il significato in modo radicale. Il suo approccio è sempre quello di rispettare l’intenzione dell’autore, senza mai sacrificare la bellezza della lingua e la ricchezza del testo.
In La valle della visione, Sanesi esplora anche la dimensione filosofica della poesia, ponendo interrogativi sul significato della visione artistica e sull’interpretazione che il traduttore deve fare della "visione" dell’autore. La sua riflessione sulla traduzione va oltre il semplice aspetto linguistico, toccando aspetti culturali, filosofici e psicologici. Il traduttore, secondo Sanesi, è una figura che non si limita a trasmettere parole da una lingua all’altra, ma che entra in sintonia con l’anima dell’autore, cercando di cogliere e restituire l’essenza della sua opera.
La traduzione di "Paradiso perduto" di Milton, quindi, non è un atto isolato nella carriera di Roberto Sanesi, ma parte di una lunga tradizione di traduzioni e di riflessioni critiche che hanno avuto un impatto fondamentale sulla letteratura italiana del Novecento. La sua capacità di interpretare il testo letterario in modo profondo e di restituire la potenza delle opere straniere in italiano ha reso la sua figura una delle più rilevanti nel campo della traduzione e della critica letteraria. Ogni sua traduzione è stata un atto di creazione e di mediazione culturale, un viaggio attraverso la lingua e la mente degli autori che ha tradotto, portando le loro voci in Italia con un’intensità che ha arricchito il panorama letterario italiano e ha reso accessibili ai lettori opere di altissimo valore.