Jacob Ludwig Grimm, nato il 4 gennaio 1785 ad Hanau, e suo fratello minore Wilhelm Carl Grimm, nato il 24 febbraio 1786, sono figure centrali non solo nella letteratura tedesca, ma nell’intero panorama culturale europeo e mondiale. I loro nomi evocano immediatamente un universo fiabesco fatto di principesse addormentate, lupi astuti e foreste incantate, ma ridurre la loro eredità alle sole fiabe sarebbe limitante. I fratelli Grimm furono pionieri in molteplici ambiti: furono linguisti, filologi, studiosi del diritto antico, ricercatori di tradizioni popolari, storici e, soprattutto, custodi della cultura tedesca. Il loro lavoro rappresenta una testimonianza straordinaria dell’importanza della tradizione orale, del folklore e delle radici culturali che attraversano i secoli e definiscono l’identità di un popolo.
In un periodo storico in cui la Germania non esisteva ancora come nazione unita, i Grimm intrapresero un’opera titanica di raccolta e conservazione del patrimonio orale, convinti che il recupero delle fiabe e delle leggende popolari fosse un atto essenziale per forgiare una coscienza nazionale comune. Questa visione, profondamente influenzata dal Romanticismo, si sposava con un’esigenza di riscoperta delle origini e delle radici culturali in un’epoca di grande mutamento politico e sociale.
Jacob e Wilhelm nacquero in una famiglia borghese benestante. Il padre, Philipp Wilhelm Grimm, era giurista e lavorava come funzionario di governo, mentre la madre, Dorothea Zimmer, proveniva anch’essa da una famiglia di magistrati. La loro infanzia trascorse in un ambiente sereno, circondati dall’amore della famiglia e da un’educazione rigorosa, fino alla morte improvvisa del padre nel 1796. Jacob aveva solo 11 anni, Wilhelm 10. Questo evento segnò profondamente la famiglia, lasciandola in una situazione economica difficile.
Jacob, in quanto primogenito, sentì immediatamente il peso della responsabilità. Si fece carico di sostenere la madre e i fratelli più piccoli, tra cui Ludwig Emil Grimm, che divenne in seguito un noto pittore e illustratore. Nonostante le difficoltà, Dorothea Zimmer riuscì a garantire ai figli un’istruzione di alto livello, riconoscendo il talento precoce di Jacob e Wilhelm per gli studi.
I due fratelli frequentarono la prestigiosa Friedrichsgymnasium di Kassel, un’istituzione rinomata per il rigore accademico e l’attenzione alle lingue classiche. Qui svilupparono un forte interesse per la letteratura, il diritto e la storia antica. La passione per la cultura e le lettere continuò anche durante gli anni universitari, quando Jacob e Wilhelm si iscrissero all’Università di Marburgo per studiare giurisprudenza, seguendo le orme paterne.
L’Università di Marburgo rappresentò un crocevia fondamentale per la loro formazione intellettuale. Fu qui che i Grimm entrarono in contatto con il pensiero romantico, che avrebbe guidato gran parte della loro produzione futura. Le lezioni di Friedrich Carl von Savigny, celebre giurista e storico del diritto, lasciarono un’impronta duratura su Jacob Grimm. Savigny, con la sua visione del diritto come prodotto organico dell’evoluzione culturale di un popolo, influenzò profondamente la metodologia di Jacob, che applicò questa prospettiva alla linguistica e alla letteratura popolare.
In questo periodo, i Grimm iniziarono a frequentare intellettuali romantici come Clemens Brentano e Achim von Arnim, i quali li avvicinarono all’idea che le tradizioni popolari, i miti e le fiabe fossero espressioni autentiche dello spirito di una nazione. La Germania, ancora politicamente frammentata, trovava nella cultura popolare un filo conduttore che univa le varie regioni e principati sotto un’unica identità.
Nel 1806, mentre la Germania era travolta dalle guerre napoleoniche, i Grimm iniziarono la loro opera più celebre: la raccolta di fiabe popolari. Viaggiarono per la campagna tedesca, visitando piccoli villaggi, fattorie e locande, raccogliendo racconti dalla viva voce del popolo. Le fiabe, tramandate oralmente da generazioni, erano raccontate principalmente da donne anziane, custodi di una tradizione millenaria.
Nel 1812, pubblicarono il primo volume delle Kinder- und Hausmärchen (Fiabe per bambini e famiglie), che conteneva 86 racconti. L’opera fu accolta con interesse, ma non ottenne subito un grande successo commerciale. I racconti erano crudi, violenti e permeati da un senso di inquietudine, ben lontani dall’immagine di fiaba per bambini che oggi associamo ai Grimm. In Hansel e Gretel, per esempio, la strega viene bruciata viva nel forno, mentre in Cenerentola, le sorellastre si tagliano parti dei piedi per calzare la scarpetta.
Con il passare degli anni, Wilhelm Grimm si dedicò a rielaborare molte di queste storie, ammorbidendo gli elementi più macabri e introducendo finali più rassicuranti. Questo processo di adattamento rese le fiabe più adatte a un pubblico infantile e contribuì a consolidare il loro successo.
Mentre Wilhelm affinava il lato narrativo delle fiabe, Jacob si dedicava a studi linguistici che avrebbero rivoluzionato la filologia moderna. Nel 1822, Jacob formulò la famosa Legge di Grimm, che descriveva il mutamento sistematico delle consonanti tra le lingue indoeuropee e le lingue germaniche. Questa scoperta segnò una pietra miliare nella linguistica comparativa, dimostrando che l’evoluzione delle lingue seguiva schemi precisi e regolari.
La Legge di Grimm spiegava, ad esempio, come il suono p in latino (pater) si fosse trasformato in f nelle lingue germaniche (father in inglese, Vater in tedesco). Questo principio divenne fondamentale per la comprensione delle relazioni tra le lingue indoeuropee e consolidò Jacob come uno dei più grandi linguisti del suo tempo.
Nel 1837, Jacob e Wilhelm si unirono ad altri cinque professori dell’Università di Gottinga per protestare contro l’abolizione della costituzione da parte del re Ernesto Augusto I di Hannover. La protesta, nota come La protesta dei Sette di Gottinga, portò al loro licenziamento e all’esilio. Questo atto di ribellione rafforzò l’immagine dei Grimm come intellettuali impegnati nella difesa della libertà e della giustizia.
Oggi, le fiabe dei fratelli Grimm sono tradotte in oltre 160 lingue e continuano a ispirare scrittori, registi e artisti di tutto il mondo. La loro opera non è solo una raccolta di racconti, ma un monumento alla memoria collettiva e alle radici culturali dell’umanità.