Cercavo appena un angolo, un frammento di mondo dove il silenzio avesse il suono del respiro. Un’isola sospesa nel vuoto, forse, con un sorriso che scivolava come una goccia di pioggia sulla pelle. Un bicchiere di vino, dolce e leggero, che sembrava uscito da un sogno d’infanzia, e una risata, fragile come vetro soffiato, appena accennata.
Le parole si spegnevano, come candele al vento, in un quieto conversare che non chiedeva nulla, solo la presenza. Era lì che vivevo, senza sapere che scrivere era già un modo di essere, di farsi spazio nel mondo.
E il delitto? Se c’era, non lo conoscevo. Forse era l’innocenza stessa di non saper chiedere perdono, di lasciar scorrere il tempo senza domande, come una barca che scivola via dall’ancora senza mai voltarsi indietro.