mercoledì 30 ottobre 2024

Immagina che qualcuno...

Immagina che qualcuno avesse davvero la possibilità di guardarti nel cuore, non solo con un’occhiata superficiale, ma come se avesse acceso una luce in ogni angolo nascosto. Lì, tra i battiti e i sospiri, avrebbe scoperto non solo una struggente tenerezza, ma una nostalgia infinita per quei momenti vissuti e forse per quelli mai vissuti. I silenzi avrebbero parlato più forte di mille parole, come se fossero la colonna sonora di una vita vissuta tra sussurri e attese, mentre gli sguardi – ah, quegli sguardi – avrebbero raccontato interi romanzi non scritti, pieni di significati taciuti e speranze mai dette.

Le risate, poi, non sarebbero state semplici esplosioni di gioia, ma piuttosto un velo sottile sopra una profondità nascosta, una sorta di scudo luminoso contro il mondo. Gli incontri, con la loro magia e la loro brevità, avrebbero rappresentato l'essenza dell'entusiasmo e della speranza, un baluardo contro la monotonia. Ogni parola, ogni gesto, ogni minuto avrebbe avuto il peso di qualcosa di eterno e fragile.

Eppure, al centro di tutto questo, un vuoto. Non il semplice nulla, ma un'assenza che si fa sentire come una mancanza di gravità, come se in mezzo a tutta quella dolcezza ci fosse uno sgomento costante, un’inquietudine che ti strappa da ogni attimo di pace. L’angoscia sarebbe lì, silente, come un ospite indesiderato, sempre pronta a ricordarti che, anche nei momenti di più intenso entusiasmo, c’è un abisso che aspetta di essere guardato negli occhi.

Così, chi avesse guardato nel tuo cuore avrebbe visto non solo la bellezza delle emozioni, ma anche la loro vulnerabilità, il peso delle aspettative, e quel senso inafferrabile che la vita è un pendolo che oscilla tra la speranza e il vuoto, tra la gioia e l'angoscia, tenendoti sempre sospeso tra le due.