La libreria sembra un antro dimenticato dal tempo, un ventre oscuro in cui la luce entra con riluttanza, scivolando sulle pareti sudicie come un’ombra ferita. Gli scaffali si ergono deformi, traboccanti di volumi ricoperti da uno strato spesso di polvere, che odora di muffa e di segreti marciti. L’aria è pesante, stagnante, e si insinua nei polmoni con la lentezza di un veleno.
Dietro un bancone scheggiato, l’anziano libraio, un uomo consumato da una vita che non ha mai smesso di divorarlo, siede immobile. La sua pelle è grigia, quasi trasparente, come se il sangue avesse smesso di scorrere da tempo, e gli occhi, cerchiati di ombre profonde, sono fessure nere, senza fondo. Nelle sue mani ossute stringe una tazza di tè ormai freddo, le cui foglie galleggiano come detriti in uno stagno abbandonato.
La porta si spalanca con un lamento stridente, e un giovane si fa avanti, il volto pallido e segnato dalla pioggia che gli cola dai capelli. I suoi stivali lasciano impronte di fango sul pavimento, e il suono dei suoi passi riempie la stanza con un’eco che sembra appartenere a un altro mondo.
«Cerco un libro,» dice, la voce esitante ma con un’eco di supplica che tradisce la sua disperazione. «Un libro che mi dia certezze.»
Il vecchio alza lentamente lo sguardo, e il suo sorriso è un taglio storto, una ferita aperta sul volto. «Certezze,» ripete con un sibilo, come se la parola gli bruciasse sulla lingua. «Solo chi è ancora cieco le cerca. Solo chi non ha mai osato guardare sotto la crosta del mondo.»
Il giovane esita, ma non arretra. «Non tutti possono vivere nel dubbio. Non tutti possono sopportare l’incertezza.»
Il vecchio si alza con un movimento innaturalmente lento, come se ogni giuntura protestasse. La sua figura scheletrica sembra ingigantirsi nell’oscurità, proiettando un’ombra distorta sulle pareti. «L’incertezza è il prezzo della verità,» dice, la voce profonda e cavernosa, come un tuono lontano. «Le certezze sono il rifugio di chi non ha mai scavato, di chi non ha mai sentito la terra sprofondare sotto i piedi, rivelando l'abisso che si nasconde in ogni cosa.»
Le sue parole si intrecciano con il silenzio della stanza, un silenzio così spesso da sembrare vivo, quasi pulsante. Il giovane avanza di un passo, tremante, e il vecchio lo conduce verso uno scaffale inclinato, le sue dita nodose che accarezzano i libri come fossero reliquie maledette.
«Vuoi certezze? Apri uno di questi,» sussurra con un tono che è quasi un ringhio. «Ma sappi che ogni pagina è una lama. Ogni parola ti taglierà, lasciandoti sanguinare verità che avresti voluto non conoscere.»
Il giovane allunga una mano esitante verso uno dei volumi. La copertina è consumata, il titolo quasi illeggibile, ma quando le sue dita sfiorano il libro, una scossa di freddo gli attraversa il corpo, come se qualcosa di antico e maligno lo avesse riconosciuto.
«Ogni risposta che cerchi,» continua il vecchio, le sue parole ora appena un sussurro, «sarà solo un’altra porta verso un orrore più grande. Ogni certezza che troverai sarà una catena che ti legherà all’ignoranza che credevi di fuggire.»
Fuori, la pioggia si intensifica, martellando la città come un tamburo funebre. All’interno della libreria, l’aria sembra farsi più densa, più oscura, e il giovane si rende conto che non è entrato in un negozio, ma in una trappola. Una trappola fatta di parole e di dubbi, da cui forse non uscirà mai.