martedì 8 aprile 2025

La patata bollente (1979), diretto da Steno


La patata bollente (1979), diretto da Steno, è una delle commedie all'italiana che ha saputo trattare temi profondi con un linguaggio comico e irriverente, facendo riflettere su problemi sociali e culturali con grande intelligenza e umorismo. La pellicola, pur utilizzando un tono di leggerezza tipico delle commedie italiane dell'epoca, nasconde una critica sociale pungente e una riflessione su temi come l’omosessualità, la politica, la famiglia e le contraddizioni della società italiana degli anni ’70. Quello che in apparenza può sembrare un semplice film comico, si rivela un ritratto lucido e complesso della società italiana, capace di trattare temi tabù con una narrazione brillante, ma non priva di spunti critici.

Un incontro di mondi e la "patata bollente"

Il titolo stesso del film, La patata bollente, rappresenta una metafora del tema centrale del film: la difficoltà di affrontare e accettare una realtà che è vista come "pericolosa" o "scottante", per l'ipocrisia e il perbenismo della società. La "patata bollente", in questo caso, è l'omosessualità del personaggio di Claudio (interpretato da Massimo Ranieri), giovane che si rifugia nella casa di Bernardo Mambelli (Renato Pozzetto), un uomo di sinistra e un tipico proletario milanese. La trama ruota attorno al malinteso e alla confusione che scaturisce da questo incontro di mondi: Bernardo, uomo onesto, ma ignorante rispetto alla realtà dell'omosessualità, si trova a dover affrontare una situazione che sfida le sue convinzioni più radicate. L’ospitare Claudio a casa sua diventa, quindi, un modo per mettere alla prova le sue convinzioni politiche, morali e sociali.

Il giovane omosessuale non è solo il pretesto per la risata, ma anche il catalizzatore di una riflessione sulle contraddizioni della sinistra italiana e sulla difficoltà di superare gli stereotipi. La commedia nasce dal conflitto che emerge dalla convivenza forzata, ma il suo cuore rimane quello di un film che vuole interrogarsi sulle incongruenze di una società che si definisce progressista, ma che non è pronta ad accogliere la diversità in modo genuino.

La critica alla politica italiana e l’ipocrisia della sinistra

Una delle caratteristiche più interessanti di La patata bollente è la sua capacità di analizzare la politica italiana degli anni ’70. La sinistra, in particolare, viene rappresentata come un ambiente contraddittorio. Bernardo, protagonista del film, è un fervente sostenitore dei diritti dei lavoratori, ma la sua reazione nei confronti di Claudio dimostra quanto le sue convinzioni politiche siano ancora limitate dalle convenzioni sociali e dai pregiudizi. Il film evidenzia come, nonostante l'impegno dichiarato per i diritti civili, la società italiana fosse ancora prigioniera di una mentalità conservatrice che si sforzava di nascondere le sue difficoltà nel confrontarsi con la realtà della diversità.

Bernardo appartiene a una classe sociale che si definisce progressista e che lotta per i diritti, ma che è ostacolata dal suo stesso contesto culturale e da una visione del mondo che resta chiusa e limitata. Il film fa emergere un altro aspetto della politica italiana: l’ipocrisia che caratterizza i suoi protagonisti, che si dichiarano favorevoli ai cambiamenti, ma che, in pratica, rivelano una resistenza viscerale ai veri cambiamenti. L’omosessualità di Claudio, infatti, diventa il banco di prova per testare la sincerità della politica di sinistra. In questo senso, la commedia si trasforma in una critica acuta e ironica alla mentalità stagnante che caratterizzava la politica dell’epoca.

La società italiana degli anni '70 e l'omosessualità

Il contesto storico-sociale in cui il film è inserito gioca un ruolo fondamentale nella sua comprensione. Gli anni ’70 in Italia sono stati un periodo di grandi cambiamenti, ma anche di forti tensioni politiche e sociali. Le lotte per i diritti civili, le conquiste sociali e la nascita del movimento omosessuale cominciavano a guadagnare terreno, ma la società rimaneva comunque impregnata di una mentalità tradizionalista e conservatrice. In questo scenario, La patata bollente affronta il tema dell’omosessualità con una delicatezza che non ne fa un tema tragico, ma lo inserisce all’interno di una cornice comica, senza però mancare di scoperchiare la difficoltà e la fatica che una parte della società italiana provava nell’accettare l’altro, soprattutto quando l'altro non rispecchiava i suoi ideali.

Il personaggio di Claudio, che si ritrova catapultato in un mondo che non riesce a capire né ad accettare la sua identità, diventa simbolo della solitudine e del rifiuto che spesso caratterizzano chi è diverso. La sua presenza nella casa di Bernardo non è semplicemente una questione di accoglienza, ma diventa un'occasione per far emergere tutte le ipocrisie e le paure di una società che finge di accettare la diversità ma che in realtà la respinge.

La figura della donna nel film

Nel film, uno degli altri aspetti che colpiscono è il modo in cui vengono trattati i personaggi femminili. Maria, la fidanzata di Bernardo, è interpretata da Edwige Fenech e rappresenta la figura della donna tradizionale, ma che inizia a porsi delle domande più profonde man mano che la vicenda si sviluppa. Maria inizialmente rifiuta l'idea di avere un uomo gay nella propria casa, ma nel corso del film si scontra con la propria concezione della società, passando attraverso una serie di emozioni contrastanti. Il suo personaggio diventa emblema della difficoltà delle donne di uscire dai modelli tradizionali imposti dalla cultura patriarcale.

Maria, pur innamorata di Bernardo, si trova a dover confrontarsi con una realtà che minaccia il suo equilibrio e le sue convinzioni. La sua difficoltà nel gestire la situazione e la sua evoluzione caratteriale rappresentano il conflitto tra il desiderio di cambiamento e l'attaccamento a vecchi schemi mentali e sociali. La sua evoluzione, pur essendo una delle trame secondarie, è un importante spunto di riflessione su come la società italiana, anche nelle sue parti più progressiste, fosse ancora legata a modelli di pensiero retrogradi.

Le dinamiche di classe e la rappresentazione della società proletaria

Il film, come molte commedie italiane di quel periodo, riflette anche sulla condizione della classe operaia e sul contrasto tra il proletariato e le classi alte. La casa di Bernardo, un operaio milanese, è il palcoscenico principale della storia, e la classe sociale di Bernardo gioca un ruolo fondamentale nel film. Il protagonista, pur essendo un uomo di sinistra impegnato nella lotta per i diritti dei lavoratori, non è esente dalle contraddizioni della sua classe sociale. La sua vita è dominata dalle difficoltà economiche e dalle tensioni sociali tipiche della classe proletaria, ma la sua stessa visione politica sembra fermarsi di fronte alla realtà della diversità sessuale, rivelando così una frattura tra le sue idee e la sua pratica quotidiana.

La classe operaia, pur con le sue lotte e aspirazioni, è ancora intrappolata da schemi di pensiero che non si evolvono con la società. Steno, in modo acuto, mette in evidenza questa difficoltà di cambiamento, utilizzando il personaggio di Bernardo per mostrare quanto sia complicato superare i pregiudizi anche quando si professano ideali progressisti.

Le performance degli attori

La forza di La patata bollente risiede anche nelle interpretazioni dei suoi attori, che riescono a rendere i loro personaggi credibili e profondi, pur restando all’interno di una trama comica. Renato Pozzetto, nel ruolo di Bernardo, incarna perfettamente il carattere del protagonista: un uomo che, pur mantenendo una facciata di integrità morale e di impegno politico, si scontra con le sue paure e i suoi limiti. La sua performance è impeccabile nel passare dalla commedia all'elemento più drammatico del film.

Massimo Ranieri, nel ruolo di Claudio, offre una performance sensibile e intensa, riuscendo a trasmettere la solitudine e l’insicurezza del suo personaggio. Il suo approccio alla parte è delicato ma deciso, facendo di Claudio un personaggio capace di evocare empatia e comprensione.

Edwige Fenech dà vita a Maria, che, pur non avendo il ruolo centrale del film, riesce a portare un'importante evoluzione psicologica nel corso della trama, dando al film una profondità emotiva che sarebbe altrimenti mancante.

Conclusioni

La patata bollente è, quindi, un film che affronta temi importanti e ancora rilevanti, ma lo fa con l’intelligenza e l’ironia tipiche della commedia all’italiana. Utilizzando un linguaggio semplice e accessibile, il film riesce a trattare la difficile questione dell’omosessualità, le dinamiche politiche e familiari, le contraddizioni della classe sociale proletaria, senza mai perdere il suo tono leggero e comico. A distanza di decenni, La patata bollente rimane un film di straordinaria attualità, capace di stimolare una riflessione sulla società italiana e sulla sua difficoltà ad accettare la diversità, senza mai scivolare nel sermone moralista. Un’opera che, con la sua semplicità, rimane uno dei punti di riferimento per comprendere i cambiamenti e le contraddizioni di un'epoca cruciale della storia italiana.