sabato 18 ottobre 2025

Edna St. Vincent Millay : l’icona ribelle della poesia americana


Edna St. Vincent Millay è stata molto più di una poetessa di talento: fu un’icona della ribellione, una pioniera della libertà femminile e una delle figure più affascinanti della letteratura americana del XX secolo. Con la sua scrittura appassionata e la sua vita vissuta senza compromessi, divenne il simbolo di una nuova generazione di donne che rifiutavano le convenzioni e reclamavano il diritto di esprimersi, amare e vivere secondo i propri desideri.

La sua poesia, raffinata e al tempo stesso audace, fondeva la perfezione metrica della tradizione con una voce sorprendentemente moderna, capace di trattare temi come l’amore, la sensualità, la politica e la caducità della vita con un’intensità che ancora oggi risuona nei lettori.

Dalla sua infanzia segnata dalle difficoltà economiche, passando per il suo ingresso trionfale nel mondo letterario con il poema Renascence, fino alla consacrazione con il Premio Pulitzer e al successivo declino, la vita di Millay è stata una parabola di genialità, passione e tormento.


Un’infanzia difficile, tra povertà e sogni di grandezza

Nata il 22 febbraio 1892 a Rockland, nel Maine, Edna St. Vincent Millay crebbe in un ambiente di ristrettezze economiche, ma ricco di cultura e stimoli intellettuali. Suo padre, Henry Millay, era un insegnante di scuola che però abbandonò la famiglia quando Edna era ancora una bambina. Sua madre, Cora B. Millay, si ritrovò a dover crescere da sola Edna e le sue due sorelle, Norma e Kathleen.

Cora era una donna fuori dal comune: indipendente, determinata, appassionata di letteratura. Lavorava come infermiera per mantenere le figlie e, nonostante la povertà, le incoraggiava a coltivare la cultura, l’arte e la musica. Edna crebbe così in un ambiente stimolante, con una madre che leggeva loro poesie e romanzi, e le incoraggiava a sviluppare il proprio talento.

Fin da piccola, Edna dimostrò un’incredibile predisposizione per la scrittura. A soli 14 anni scriveva poesie che mostravano già una maturità stilistica e tematica sorprendente. Amava trascorrere il tempo nella natura selvaggia del Maine, che divenne una delle fonti d’ispirazione della sua poetica.


L’esplosione del talento: il poema "Renascence"

Il primo grande riconoscimento per il suo talento arrivò nel 1912, quando, a soli 19 anni, scrisse Renascence, un poema di straordinaria profondità filosofica che esplorava il rapporto tra individuo e infinito. Il testo fu presentato a un concorso letterario, ma incredibilmente non vinse.

La giuria assegnò il primo premio a un’opera meno brillante, scatenando una controversia tra i critici e il pubblico. Molti lettori e poeti autorevoli, tra cui l’illustre Edwin Markham, protestarono apertamente, sostenendo che Renascence fosse di gran lunga superiore agli altri componimenti in gara.

Nonostante la delusione per il mancato premio, il poema diede a Millay una visibilità straordinaria. Il testo fu pubblicato e letto in tutta l’America, guadagnandole l’ammirazione di critici e intellettuali.

Grazie a questo successo, una ricca benefattrice, Caroline Dow, decise di finanziare i suoi studi al Vassar College, un’istituzione progressista che offriva alle donne un’istruzione di alto livello.


Vassar College: la ribelle tra le intellettuali

Il Vassar College rappresentò un periodo cruciale nella formazione di Millay. Qui affinò la sua tecnica poetica, approfondì lo studio della letteratura e sviluppò il suo spirito indipendente.

Nonostante l’ambiente intellettuale stimolante, la sua esperienza a Vassar fu segnata anche da episodi di ribellione. Rifiutava le regole rigide dell’istituto, si prendeva gioco delle convenzioni e sfidava le autorità accademiche con il suo spirito anticonformista.

Divenne celebre per il suo carisma e il suo talento teatrale: recitava le sue poesie con un’intensità magnetica, scriveva opere teatrali e si guadagnò la fama di spirito libero.

Le sue relazioni sentimentali con altre studentesse erano viste con sospetto dall’amministrazione del college, ma Millay non si lasciava intimorire e continuava a vivere secondo i propri principi.


New York e la vita nel Greenwich Village

Dopo la laurea, nel 1917, Millay si trasferì a New York, nel quartiere bohémien del Greenwich Village. Qui entrò in contatto con l’élite intellettuale e artistica dell’epoca, frequentando scrittori, pittori e attori.

Divenne una figura chiave della scena letteraria e teatrale: scriveva poesie, recitava in spettacoli teatrali e partecipava ai salotti culturali più esclusivi.

Era bellissima, colta e sicura di sé, con uno stile di vita che sfidava apertamente le convenzioni. Praticava l’amore libero, rifiutava il matrimonio tradizionale e viveva relazioni appassionate con uomini e donne.

Nel 1920 pubblicò la raccolta A Few Figs from Thistles, che scatenò uno scandalo per il suo linguaggio audace e la celebrazione della libertà sessuale femminile.

La poesia più celebre della raccolta, First Fig, divenne il suo manifesto:

"My candle burns at both ends;
It will not last the night;
But ah, my foes, and oh, my friends—
It gives a lovely light!"

Questi versi riassumevano perfettamente la sua filosofia di vita: intensa, ardente, vissuta senza rimpianti.


Il Premio Pulitzer e la consacrazione

Nel 1923, con la raccolta The Ballad of the Harp-Weaver, Millay vinse il Premio Pulitzer per la poesia, diventando la terza donna a ricevere questo prestigioso riconoscimento.

Negli anni successivi pubblicò altre raccolte di grande successo, tra cui Fatal Interview (1931) e Wine from These Grapes (1934), in cui esplorava con lirismo il tema dell’amore, della perdita e della fragilità umana.

Parallelamente, si dedicò all’attivismo politico: sostenne la causa repubblicana nella Guerra Civile Spagnola e, durante la Seconda guerra mondiale, scrisse poesie patriottiche per incoraggiare lo sforzo bellico americano.


Declino, solitudine e morte

Negli anni ’40, la salute di Millay iniziò a deteriorarsi. Un incidente d’auto la costrinse a fare uso di antidolorifici, portandola a sviluppare una dipendenza da droghe e alcol.

Nel 1949, la morte improvvisa del marito, Eugen Boissevain, la gettò in una profonda depressione.

Il 19 ottobre 1950, fu trovata senza vita nella sua casa di Austerlitz, nello stato di New York. La sua candela, che aveva bruciato a entrambe le estremità, si era spenta per sempre.


Un’eredità incancellabile

Oggi Edna St. Vincent Millay è ricordata come una delle voci più brillanti e rivoluzionarie della poesia americana. Il suo spirito libero e il suo talento continuano a ispirare generazioni di lettori e scrittori.