LEGGERE, SECONDO FABIO GALLI
Fabio Galli, ma nel web è più noto come Bo Summer’s, è un lettore molto particolare. Segue un percorso personale ed è appassionato di scrittura sperimentale. Recentemente ha aperto a Mortara Biblio di Bo una libreria che riflette perfettamente le sue scelte.
D. Quando vuoi rilassarti preferisci: guardare la televisione, andare al cinema o leggere un libro?
R. Aggiungerei, se posso, ascoltare musica. Normalmente, quando leggo, ascolto musica. E questo è al primo posto. Preferisco il teatro al cinema e questo è al secondo posto. La televisione spesso è accesa su programmi con cartoni animati per bambini che seguo a tratti e questo, nella mia classifica arriva all'ultimo posto, ma nel mezzo ci sono altre cose che mi rilassano, non le dico perché non sono in elenco e poco rilevanti.
D. Dove leggi abitualmente: in poltrona, a letto, alla scrivania? Se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo luogo ideale per la lettura?
R. Leggo dove mi capita e non ho mai immaginato d'avere un luogo ideale per la lettura. Ecco: non riesco a leggere quando sono in mezzo alla gente, perché mi distraggo guardandomi attorno.
D. Nel suo famoso Decalogo, al terzo posto, Daniel Pennac sancisce il diritto del lettore a “non finire il libro”: tu hai seguito questo consiglio? Se sì, con quale libro e perché?
R. A parte quello che dice Pennac, non ricordo di aver mai terminato un libro. Nemmeno d'averlo iniziato. Apro il libro come un oracolo, a caso, non partendo quasi mai dall'inizio. Spesso l'incipit è l'inganno per il lettore. Ne leggo più di uno alla volta, contemporaneamente, cominciando da dove capita e non seguendone la struttura lineare durante la lettura. Non bado molto alla trama, mi ci perdo. Mi interessa la scrittura, lo stile, il fiato delle frasi, il respiro delle parole. Potrei leggermi anche l'elenco telefonico, se fosse ben scritto.
D. Qual è il libro -o i libri- che più hai amato? E quello o quelli che si sono rivelati una delusione?
R. Dato che amo la scrittura e non ciò che mi racconta un libro, se devo parlare di narrativa, poiché mi par di capire sia questo il tema, preferisco le trame articolate di Anna Maria Ortese ma anche la scrittura baroccheggiante di Jean Genet, alcune impennate linguistiche di Aldo Busi ma ciò che mi ha avvicinato maggiormente alla voglia di provare a scrivere in prosa -vengo dalla frequentazione della scrittura poetica- è stata la scrittura di William Burroughs.
D. Cosa cerchi in un libro? Cosa attira di più la tua attenzione: la copertina, il titolo, l’autore, la bandella con la storia?
R. Della copertina, nulla m'importa. So che alcuni baldi Editori che si stanno rinnovando la facciata – sto buono, non nomino, ho già troppi guai – puntano molto sulle copertine. Sinceramente non me ne importa proprio nulla. Scelgo i libri in base a un mio percorso di lettura. Non so nemmeno quale ci sia in classifica, tra i libri più venduti. So per certo che il mio non c'è.
D. Quale argomento ti appassiona e, secondo te, viene poco considerato dagli editori italiani?
R. Non interessandomi le storie, non c'è un argomento che mi appassioni. Su cosa effettivamente gli Editori italiani non prendono in considerazione e invece continuano a proporre, dovremmo tenere una conferenza. Ogni Editore ormai è specializzato in qualcosa. Parlo di piccola, media e grande editoria, ovviamente. Non prendono in considerazione la scrittura sperimentale, che non è un argomento, lo so da me ma è una cosa che mi tocca da vicino. Poi, un piccolo grande Editore che ha avuto il coraggio di rischiare con la mia scrittura, l'ho trovato quindi tutto è possibile.
D. E per finire cosa pensi degli e-book? Credi che potranno sostituire i libri cartacei?
R. Due cose completamente differenti. L'uno mai sostituirà l'altro. Due modi differenti di leggere. Io amo la polvere dei libri ma è una cosa mia. C'è chi preferisce gli e-book per il prezzo o perché non occupano spazio. Se può bastare per sceglierli, si accomodino. So di alcuni “lettori forti”, quelli che comprano molti libri, che acquistano e-book prima di avvicinarsi al cartaceo per vedere se ne vale la pena. Non dimentichiamo i formati pdf che ormai spopolano e sono spesso completamente gratuiti. Anche molti e-book lo sono. Bene, non diamo più nessun valore al prodotto culturale: solo musica fluida (scaricata da internet), concerti (possibilmente gratuiti), spettacoli teatrali (non a pagamento), libri (senza costo). Se nulla deve valere più nulla, che nulla valga niente. Io opterei per le fotocopie a questo punto. Passiamoci tutti delle gran fotocopie e risparmiamo sulla cultura.
Via, libero scambio in libero Mondo, alé. Scusa lo sfogo. Sono uscito dal seminato. Torniamo nei ranghi.
D. Li utilizzi? Secondo te, quali sono i loro pregi e i loro difetti?
R. Non li utilizzo, anche se ho pubblicato un e-book -in realtà anche una raccolta di racconti in formato pdf in collaborazione con un altro autore- nemmeno so come siano fatti. O meglio, lo so ma non voglio saperlo.
Chi è Fabio Galli
Poeta, narratore, nato a Vigevano, Fabio Galli è stato redattore della rivista Poesia (Crocetti Editore) e ha lavorato come redattore esterno per il gruppo Elemond (tutto questo nel secolo passato). Giornalista (ma poco poco).
Con lo pseudonimo di Bo Summer's, attualmente collabora, in qualità di blogger, al quotidiano digitale GaiaItalia.com, dove alla sezione cultura ha una sua rubrica nella quale prosegue il suo lavoro di ricerca sulla scrittura. Recentemente l'autore ha pubblicato, in formato e-book, due libri: "Storie", una raccolta di racconti di Bo Summer's e Soufiane El Khayat, e il romanzo sperimentale "#ElHorno", alla stesura del quale ha lavorato per dieci anni, frutto di una lunga ricerca stilistica caratterizzata dalla destrutturazione del testo attraverso l'utilizzo della tecnica del cut-up, cara a Tristan Tzara e mutuata in seguito da William Burroughs.
Come Fabio Galli Ha pubblicato: Poesie su Antologia "Trame della parola" a cura di Antonio Spagnuolo, edizioni Tracce, 1985;"Impura", edizioni Tracce, collana I campi magnetici, 1986 "Di una lettura di The Waste Land", breve saggio sul poema di T.S. Eliot apparso su "Post Scriptum", aprile 1988, ripubblicato da gaiaitalia.com; "Caròla", Crocetti editore, 1992 "Balli e canti", Pulcinoelefante editore, 1993; "Melancholia" - versione da Paul Verlaine, sezione d'apertura dei Poèmes Saturniens - edizioni L'Obliquo, 1992 (con serigrafia fuori testo di Bonomo Faita), ripubblicata da gaiaitalia.com con un testo introduttivo sulla traduzione; "Prima, nella storia, ancora", Bandecchi e Vivaldi editore, 1995 "A Marino per Moretti", quaderno collettivo, Casa Moretti, 2000.