martedì 4 febbraio 2025

La fontana monumentale di Sagalassos: un capolavoro dell’antichità romana e la voce eterna delle montagne


Nascosta tra le pieghe rocciose dei Monti Tauri, l’antica città di Sagalassos si erge come una testimone silenziosa di un’epoca di splendore, cultura e ingegneria straordinaria. Tra le sue molte meraviglie, la Fontana Monumentale, costruita tra il II e il III secolo d.C., si distingue come una delle realizzazioni più spettacolari dell’architettura romana. Questo nymphaeum, capace di incantare con le sue forme scolpite nel marmo e il costante fluire delle sue acque cristalline, non era soltanto una struttura funzionale: era un simbolo tangibile di prosperità, potere e devozione.

A quasi duemila anni dalla sua costruzione, la Fontana Monumentale di Sagalassos continua a raccontare la storia di una civiltà che ha saputo domare le montagne, portando l’acqua dalle sorgenti più remote fino al cuore pulsante della città. Il sito di Sagalassos, grazie a decenni di scavi e restauri, oggi offre uno spettacolo di rara bellezza e permette ai visitatori di immergersi in un tempo in cui pietra e acqua si fondevano per celebrare la vita e l’eternità.

Prima di approfondire le caratteristiche della fontana, è necessario comprendere il contesto in cui essa nacque e si sviluppò. Sagalassos, situata nella regione montuosa della Pisidia, nell’Asia Minore, si affermò come una delle città più ricche e culturalmente avanzate della provincia romana. La sua posizione a 1500 metri di altitudine le conferiva un ruolo strategico: inespugnabile e protetta da naturali barriere montuose, la città dominava le rotte commerciali che collegavano le coste dell’Anatolia con l’entroterra.

Fondata già in epoca pre-ellenistica, Sagalassos raggiunse l’apice del suo splendore durante il periodo romano, quando l’Impero la riconobbe come un importante centro amministrativo e commerciale. L’economia della città si basava su un fiorente settore agricolo, favorito dalla presenza di terreni fertili, e su una vivace produzione di ceramica e marmo. Le cave di Sagalassos fornivano pregiati blocchi di marmo, utilizzati non solo per i templi e i monumenti locali, ma anche esportati in altre province dell’Impero.

La città, inoltre, vantava numerosi edifici pubblici, tra cui teatri, terme, templi e agorà. Tuttavia, nessuna struttura incarnava l’essenza della grandezza di Sagalassos quanto la Fontana Monumentale.

La Fontana Monumentale di Sagalassos, conosciuta anche come Nymphaeum Antonino, fu edificata tra il 160 e il 180 d.C. durante il regno di Antonino Pio e completata sotto l’imperatore Marco Aurelio. Il termine nymphaeum fa riferimento ai santuari dedicati alle ninfe, divinità delle acque dolci nella mitologia greco-romana, simboli di fertilità, abbondanza e vita.

Alta circa 9 metri e larga oltre 25, la fontana sorgeva all’interno dell’agorà inferiore della città, in una posizione centrale che la rendeva visibile da ogni angolo. La struttura era composta da una facciata monumentale decorata con colonne corinzie, nicchie scolpite e statue in marmo che raffiguravano divinità e personaggi mitologici.

Le nicchie della fontana ospitavano figure iconiche della mitologia greco-romana:

Dioniso, dio del vino e della festa, celebrato per la sua connessione con i cicli naturali e la fertilità;

Afrodite, dea dell’amore e della bellezza, simbolo dell’armonia e dell’abbondanza;

Poseidone, il potente signore dei mari e delle acque, evocazione del dominio e del controllo sugli elementi naturali.


L’acqua sgorgava da bocche di leone in marmo o direttamente dalle mani delle statue, scendendo in un’ampia vasca rettangolare che rifletteva la luce del sole e i colori del cielo. Questo spettacolo creava un’atmosfera sacra e suggestiva, trasformando la fontana in un luogo non solo di utilità pratica, ma anche di celebrazione spirituale.

Uno degli elementi più impressionanti della Fontana Monumentale di Sagalassos risiede nella sua avanzata ingegneria idraulica. L’acqua necessaria per alimentare la fontana veniva raccolta da sorgenti situate a diversi chilometri di distanza, attraverso un sofisticato sistema di acquedotti e condotte in terracotta. Questo sistema, che prevedeva pendenze calcolate con estrema precisione, consentiva di trasportare l’acqua superando le difficoltà del terreno montuoso.

L’acqua giungeva alla fontana con un flusso costante e veniva ridistribuita per alimentare i bagni termali vicini e i giardini pubblici. La capacità di riciclare l’acqua e di garantire un approvvigionamento continuo dimostrava la straordinaria abilità dei romani nella gestione delle risorse idriche, anche in contesti geografici difficili.

La fontana non era solo una meraviglia ingegneristica, ma anche un punto nevralgico della vita sociale e religiosa della città. Situata nei pressi del complesso termale e dell’agorà, la fontana rappresentava un luogo di incontro, dove i cittadini si riunivano per discutere, pregare e partecipare alle celebrazioni.

Le ninfe, celebrate attraverso le statue della fontana, incarnavano il legame profondo tra acqua e fertilità. La fontana stessa veniva utilizzata per riti di purificazione e come offerta simbolica alle divinità locali.

A partire dal VI secolo d.C., una serie di eventi catastrofici – tra cui terremoti devastanti e invasioni – portarono al graduale declino di Sagalassos. La città, un tempo prospera, venne abbandonata e la fontana cadde in rovina, sepolta sotto strati di detriti.

Nel XIX secolo, esploratori europei riscoprirono le rovine di Sagalassos, ma furono necessari altri cento anni per avviare scavi sistematici. Nel 1985, l’archeologo belga Marc Waelkens guidò una missione di scavo che portò alla luce gran parte del sito, inclusa la Fontana Monumentale.

Il restauro della fontana, completato nel 2010, ha restituito alla struttura il suo antico splendore. Grazie all’attivazione delle condutture originali, l’acqua ha ripreso a scorrere come duemila anni fa.

Oggi, la Fontana Monumentale di Sagalassos si erge come una delle attrazioni archeologiche più visitate della Turchia, simbolo eterno di una civiltà che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’umanità.