venerdì 7 marzo 2025

Piet Mondrian: dalla natura all’astrazione pura

Un'infanzia tra arte, religione e paesaggio

Pieter Cornelis Mondriaan nacque il 7 marzo 1872 ad Amersfoort, una cittadina olandese caratterizzata da edifici medievali e corsi d’acqua che riflettono la luce mutevole del cielo nordico. La sua famiglia apparteneva a un ceto medio colto e protestante, profondamente influenzato dal calvinismo, una corrente religiosa che enfatizzava il rigore morale, la disciplina e un senso dell’ordine che avrebbe lasciato una traccia indelebile nella personalità e nella pittura del futuro artista.

Il padre, Pieter Cornelis Mondriaan Sr., era un insegnante di disegno e direttore di una scuola locale, mentre lo zio, Frits Mondriaan, era un pittore paesaggista noto nei Paesi Bassi per le sue vedute luminose e serene della campagna olandese. Questo ambiente familiare fornì a Piet un’educazione artistica precoce e una sensibilità particolare per la natura, i colori e la composizione.

Fin dall’infanzia, Mondrian si trovò immerso nei paesaggi olandesi, fatti di cieli vasti, mulini a vento, canali e campi verdi che si estendevano all’orizzonte. La struttura geometrica del paesaggio pianeggiante, con le linee orizzontali dell’acqua e della terra interrotte verticalmente dagli alberi e dai mulini, avrebbe influenzato profondamente il suo senso della composizione. Il giovane Mondrian trascorreva ore a osservare il cambiamento della luce sulle superfici naturali, cercando di cogliere quelle variazioni sottili che più tardi avrebbero caratterizzato la sua ricerca artistica.

Nel 1880, la famiglia si trasferì a Winterswijk, una piccola città nella provincia di Gelderland. Qui, Mondrian ricevette un’educazione rigorosa, con un forte accento sugli studi classici e religiosi. Suo padre desiderava che diventasse un insegnante, e per un certo periodo il giovane Piet seguì questa strada, ottenendo il diploma per l’insegnamento del disegno tecnico. Tuttavia, il richiamo della pittura era più forte.

Nel 1892, a vent’anni, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Amsterdam, dove studiò pittura secondo i canoni tradizionali dell’arte olandese, ancora fortemente influenzata dalla grande stagione del Seicento. I suoi primi lavori riflettono questa formazione accademica: paesaggi realistici, ritratti e nature morte eseguiti con precisione e con una gamma cromatica dominata dai toni della terra e del cielo.

Le prime influenze: dal realismo all’impressionismo e al simbolismo

Nei suoi primi anni di attività, Mondrian si dedicò soprattutto alla pittura di paesaggio, cercando di catturare le variazioni atmosferiche con una tecnica che combinava realismo e una crescente sensibilità per il colore. Le sue opere di questo periodo mostrano una notevole padronanza della luce e una grande attenzione ai dettagli.

Tuttavia, l’arte stava cambiando rapidamente, e Mondrian non rimase immune alle nuove correnti. Alla fine dell’Ottocento, l’impressionismo aveva già rivoluzionato il modo di rappresentare la natura, e nei Paesi Bassi artisti come Johan Jongkind e Vincent van Gogh sperimentavano pennellate più libere e colori più brillanti.

Mondrian fu profondamente influenzato da queste innovazioni e iniziò a esplorare una tavolozza più vivace. Nel 1908, dipinse Mulino in sole rosso, un’opera che segna una svolta nella sua carriera. Il dipinto è dominato da colori puri e brillanti, con il rosso intenso del mulino che si staglia contro un cielo giallo e un paesaggio bluastro. Qui, Mondrian inizia a liberarsi dalla rappresentazione naturalistica, enfatizzando la relazione tra colore e forma.

Parallelamente, entrò in contatto con il simbolismo, un movimento artistico e letterario che cercava di esprimere realtà spirituali attraverso forme e colori evocativi. In particolare, Mondrian si avvicinò alla teosofia, una dottrina esoterica che cercava di conciliare scienza, religione e filosofia in una visione unitaria del mondo. Nel 1909, si iscrisse alla Società Teosofica, fondata da Helena Blavatsky, e iniziò a vedere la pittura come un mezzo per rivelare le strutture profonde dell’universo.

Questa ricerca spirituale influenzò profondamente il suo stile: le forme si semplificarono, i colori divennero più simbolici, e la pittura si trasformò in un mezzo per esprimere l’armonia universale.

Il periodo cubista e la trasformazione dell’arte

Nel 1911, Mondrian si trasferì a Parigi, il centro dell’avanguardia artistica europea. Qui entrò in contatto con il cubismo, il movimento rivoluzionario sviluppato da Pablo Picasso e Georges Braque, che scomponeva la realtà in forme geometriche essenziali.

Mondrian fu profondamente colpito da questa nuova concezione dello spazio e iniziò a ridurre sempre più le sue composizioni, eliminando dettagli superflui e concentrandosi sulle strutture fondamentali. Opere come Albero grigio (1911) e Composizione 10 in bianco e nero (1915) mostrano questa progressiva astrazione: gli alberi si trasformano in una rete di linee e forme geometriche, mentre i colori si riducono a tonalità neutre.

Mondrian sviluppò la convinzione che l’arte dovesse andare oltre la realtà visibile e riflettere principi più profondi di equilibrio e armonia. Nel 1914, allo scoppio della Prima guerra mondiale, fu costretto a tornare nei Paesi Bassi, dove perfezionò ulteriormente la sua teoria dell’arte.

De Stijl e il neoplasticismo: la nascita di un nuovo linguaggio

Nel 1917, insieme a Theo van Doesburg, Mondrian fondò il movimento De Stijl, che promuoveva un’arte astratta e geometrica basata su linee orizzontali e verticali, colori primari (rosso, blu, giallo) e l’eliminazione di ogni riferimento alla natura.

Questo stile, chiamato neoplasticismo, cercava di esprimere un ordine universale, in cui ogni elemento fosse in perfetto equilibrio. Opere come Composizione con rosso, blu e giallo (1921) incarnano questa visione: le forme sono ridotte all’essenziale, i colori sono puri e le linee creano una struttura armonica.

Mondrian considerava questa nuova forma d’arte come una via per esprimere la perfezione e l’armonia cosmica, in sintonia con la filosofia teosofica.

L’ultima fase: New York e il ritmo della città

Nel 1940, con l’invasione nazista dell’Europa, Mondrian si trasferì a New York, dove trovò una nuova fonte di ispirazione nella vitalità della metropoli e nella musica jazz.

Il suo stile divenne più dinamico, come si vede in Broadway Boogie Woogie (1942-43), un dipinto che riflette il ritmo pulsante della città. Qui, le rigide strutture geometriche del neoplasticismo si trasformano in un gioco di colori e forme, evocando il movimento delle strade e delle luci della città.

Mondrian morì il 1° febbraio 1944, lasciando un’eredità che avrebbe influenzato generazioni di artisti, architetti e designer. La sua ricerca dell’armonia e dell’ordine continua a ispirare il mondo dell’arte moderna, confermandolo come uno dei più grandi innovatori del XX secolo.