sabato 1 febbraio 2025

Before and After Science


Nel 1977, Brian Eno si trovava nel pieno di una fase straordinariamente produttiva e creativa, che lo avrebbe portato a realizzare alcune delle sue opere più iconiche. Non solo stava collaborando con David Bowie per la trilogia berlinese – una serie di album che avrebbero avuto un impatto duraturo sulla musica degli anni '70 e '80, segnando la sintesi della musica elettronica e del rock sperimentale – ma nel contempo riusciva a dedicare tempo e attenzione alla sua carriera solista. Mentre i suoi lavori con Bowie, come Low e Heroes, gettavano le basi per il futuro della musica elettronica e new wave, Eno trovava anche il tempo di immergersi in un progetto solista che si sarebbe rivelato uno dei suoi album più iconici: Before and After Science. Uscito nell’autunno del 1977, questo album rappresenta una sintesi del lavoro precedente di Eno, ma anche una naturale evoluzione verso territori sonori nuovi, caratterizzati da una forte componente di sperimentazione e introspezione emotiva.

Before and After Science è il risultato di una mente musicale che non si accontenta delle convenzioni, ma che cerca costantemente di andare oltre, esplorando nuove possibilità sonore e cercando di fondere il razionale e il sensibile. Come accade spesso nei lavori di Eno, anche in quest'album si mescolano generi e stili molto diversi tra loro, creando un suono e un’atmosfera inediti, freschi e ricchi di sfumature. Da un punto di vista musicale, l’album combina elettronica, rock sperimentale, ambient, minimalismo e persino jazz, il tutto attraversato da una visione artistica che non si ferma mai a un solo genere o a una singola espressione creativa. Questo approccio compositivo, che si allontana dalla logica della forma tradizionale della canzone, rivela la visione di Eno di un’arte che non è mai fissa, ma sempre in movimento, in continua evoluzione.

Le tracce che compongono Before and After Science mostrano la straordinaria capacità di Eno di spaziare tra mondi sonori apparentemente distanti. Brani come "The True Wheel" dimostrano la sua abilità nel combinare suoni elettronici con un approccio ritmico quasi tribale, dando vita a composizioni che oscillano tra il dinamismo e l’astrazione sonora. Questo pezzo, con il suo andamento ipnotico e il suo incedere incessante, esprime perfettamente la sensazione di un movimento continuo, un flusso che non conosce sosta. L’introduzione di strumenti elettronici e acustici, mescolati in modo inedito, conferisce al brano una qualità organica e pulsante, che sembra incarnare la lotta tra l’essere umano e la macchina, tra la spontaneità e il controllo. "King's Lead Hat", un altro dei brani più emblematici dell'album, utilizza una melodia vivace e ritmica che, pur rimanendo dentro i canoni della musica pop, si arricchisce di suoni elettronici che sfidano le convenzioni musicali, creando un contrasto tra il familiarità della struttura e la stravaganza degli arrangiamenti.

Tuttavia, è in tracce come "By this river" che Eno si allontana dalle sue tipiche esplorazioni elettroniche per regalare un momento di rara delicatezza e intimità. La canzone, pur mantenendo un'impronta minimale e sobria, emerge come una delle vette emotive dell’album. La ripetizione della melodia e delle parole, accompagnata da un arrangiamento musicale essenziale e avvolgente, dona al brano un senso di serenità, come se il tempo si fermasse e l’ascoltatore fosse immerso in un paesaggio sonoro di quiete assoluta. Nonostante la sua semplicità, "By this river" è capace di suscitare emozioni profonde, diventando uno dei pezzi più amati e riconoscibili di Eno. La scelta di mantenere la produzione volutamente scarna, senza sovraccaricare la traccia di arrangiamenti eccessivi, permette alla voce di Eno di emergere in modo intimo e diretto, trasmettendo una sensazione di vulnerabilità e riflessione silenziosa.

Il brano è emblematico della visione di Eno come artista che non ha paura di esplorare le emozioni più sottili e complesse, pur essendo un maestro nella creazione di atmosfere più astratte e distaccate. In effetti, l’album nel suo complesso gioca costantemente tra questi due estremi: da un lato, l’elettronica e le strutture sonore complesse, dall’altro la ricerca di emozioni universali, semplici e coinvolgenti. Eno non separa mai la tecnologia dalla dimensione emotiva, ma piuttosto le unisce in una sinergia che diventa il suo marchio di fabbrica. Brani come "War" e "Through Hollow Lands" sono un altro esempio della sua capacità di sfruttare il potenziale emotivo della musica elettronica, creando paesaggi sonori che sembrano riflettere le tensioni e le inquietudini dell’epoca, ma che allo stesso tempo non rinunciano a una visione di sperimentazione sonora.

Uno degli aspetti più affascinanti di Before and After Science è proprio la sua capacità di navigare tra il razionale e l'intuitivo, tra la scienza e l’emozione. Il titolo stesso dell’album, Before and After Science, è un chiaro riferimento alla riflessione di Eno sulla scienza come strumento che cerca di comprendere la realtà, ma che non può mai risolvere completamente il mistero dell’esistenza umana. In questo senso, l’album diventa un luogo di congiunzione tra il tentativo umano di razionalizzare e la consapevolezza che, oltre la scienza, ci sono aspetti della vita che rimangono sconosciuti e inspiegabili. Eno, quindi, sembra suggerire che la scienza, pur essendo fondamentale per la comprensione del mondo, non può rispondere alle domande più profonde sulla vita, sull’amore, sulla morte e sul senso dell’esistenza. È questa riflessione filosofica che si riflette nelle sue composizioni, nelle loro sfumature di luce e ombra, nella loro capacità di evocare sensazioni complesse e contrastanti.

In Before and After Science, tutte le tracce sono composte da Brian Eno, tranne quelle che si citano separatamente. La traccia "Energy Fools the Magician" è stata arrangiata in collaborazione con Percy Jones, mentre "By This River" è stata composta assieme a Dieter Moebius e Hans-Joachim Roedelius, figure di spicco della scena musicale tedesca e membri del gruppo Cluster, noti per le loro esplorazioni nell’ambito della musica elettronica e ambient. Allo stesso modo, "Through Hollow Lands" è stata arrangiata in collaborazione con Fred Frith, un altro esponente della musica sperimentale, noto per il suo lavoro con i Henry Cow e per il suo approccio innovativo alla chitarra. Queste collaborazioni arricchiscono l’album di influenze diverse, creando un suono che non è solo la visione di Eno, ma anche il risultato di un dialogo creativo con altri artisti che, pur rimanendo nell’ambito della sperimentazione, aggiungono nuove prospettive e tonalità all’album.

L’impatto di questo album, che è riuscito a fondere in modo straordinario la ricerca sonora con un'estetica raffinata, ha avuto ripercussioni anche su artisti come U2, Coldplay e Radiohead, che in Eno hanno trovato un modello da seguire per come affrontare la musica non solo come linguaggio sonoro, ma come strumento per indagare l’esistenza, il cambiamento e la bellezza. Con Before and After Science, Eno ha creato non solo un disco, ma un percorso che ha aperto la strada a nuove possibilità nella musica, una strada che molti altri avrebbero seguito nei decenni successivi. Questo album rimane, a distanza di quasi cinquant’anni dalla sua pubblicazione, un'opera intramontabile, un capolavoro di ricerca e innovazione che continua a risuonare nelle orecchie e nei cuori di chi è alla ricerca di qualcosa di più profondo nella musica.