Il 5 ottobre 2014, a Roma, incontravo, in qualità di curatore dell’opera omnia di Bo Summer’s, i suoi lettori, un incontro con un argomento che era quello della persona Bo. La persona che dovrebbe essere poi lo scrittore. La pretesa di raccontarne una genesi, uno sviluppo, una fine. L’idea stessa dello scrivere. Ne riporto di seguito, come per dovere di cronaca, e per chissà chi, le tematiche e i testi. Un compendio per chi non conoscesse.
da “Pillola” [storia di AIDS semivera e romanzata]
“Cioè dicevo che gli effetti collaterali della Pillola indicati sul sito dell’azienda produttrice, cioè ci sono un quantitativo eccessivo di acido lattico nel sangue che induce a debolezza, cioè dolori muscolari, difficoltà respiratorie, nausea, vomito, aritmie cardiache, brividi di freddo, febbre, problemi epatici, sovrappeso, cioè nervosismo a 1000 che intacca pure il sistema nervoso, se non lo sapete e in alcuni casi anche la morte. Cazzo è una roba da bestie, cioè una cura che ti spappola anche il cervello e un po’ la memoria che va a farsi fottere anche lei, e i vomiti e le nausee diobò”.
“Ho ancora il libretto che mi hai dato”, ha detto.
“I risultati finora ottenuti fanno ben sperare, soprattutto perché sembra che la Pillola non dia effetti collaterali a lungo termine, e l’unico inconveniente riferito sembra essere il mal di testa”. Sì, vabbé, questo dicono.
“Io non cerco qualcuno che mi consideri come GOOGLE e mi chieda 1000e1000 informazioni sul cosa e sul come e sul perché, dato che ci sono tanti siti in cui trovare informazioni sulle malattie sessualmente trasmissibili e, nonostante il mio stato, ci tengo ancora molto alla mia salute e cerco di preservarla il più possibile. Attualmente non sono in cura farmacologica, ho una carica virale attiva, anche se non esagerata, meno di 2500, ed ho i cd4, gli anticorpi che il virus dell’HIV cerca di distruggere, che, per il momento, sono alti: 1097, tenendo conto che una persona sana, ne possiede tra i 700 e 1400 diciamo che non si può dire che son messo male”.
“Ma insomma, tuttavia, ho delle forti perplessità su questa Pillola. Cioè io ho un mio amico d’infanzia , quasi come un fratello per me, che abbiamo fatto tutte quante le scuole insieme asilo, elementari, medie e superiori, che dopo una relazione etero, è bene dirlo e che cazzo!, si è scoperto sieropositivo e da sei anni, come terapia, gli viene consigliata proprio la Pillola.
“Mi piace baciare, fare le coccole, farmi accarezzare, fare l’amore, dare e ricevere piacere. Cerco persone con le quali interagire, possibilmente nella realtà, e non solo in chat, persone positive, non necessariamente in tutti i sensi, e con le quali relazionarmi in modo costruttivo, il sesso non sempre è necessario”.
“Questa malattia che è una invenzione dei media per attaccarci e non lasciarci la nostra libertà animale… i casi sono rari, non è come la descrivono la situazione in America, non è vero che la gente muore, io guardo prima una persona, si capisce se uno sta male o no” frasi ascoltate veramente, in quegli anni ’80, frasi che ancora oggi s’ascoltano.
“Sei molto gentile a dire tutte queste cose ma stai diventando drammatico. Non è tanto un atto di coraggio perché si tratta di un atto di temporizzazione. Cioè come aspettare il tempo giusto per morire, come ad aspettare fino a che non si ha finita la libertà vigilata per fare sesso”.
“Sono d’accordo la situazione è scioccante, c’è da dire, ma non è senza speranza. L’infezione da HIV è ancora evitabile. E c’è un modo, un unico modo ma non lo si pubblicizza abbastanza, è normale che sia così, ora, dopo anni, si è tornati al punto di partenza. Lo vedo, cazzo!, lo vedo nei locali come si fa ed è come non ci fosse mai stata la paura e il ragionamento è che tanto c’è la terapia mica si muore più. Questa è la realtà. Porcaputtana”.
“Sono positivo del virus HIV da molto tempo, ormai, come passa velocemente il tempo, e tutto sommato vivo abbastanza bene la situazione e così ho ancora un qualche problema a fidarmi del prossimo visto che, chi mi ha reso HIV positivo, era una persona di cui ero innamorato e mi ha nascosto, tra le altre cose, di essere sieropositivo, addirittura presentandomi analisi false e poi sono anche empatico e sensibile, dicono simpatico, gaudente e goloso, semplice e sofisticato allo stesso tempo, mi dedico, a tutto ciò che mi comunica benessere e piacere, sono attento ai dettagli, fin troppo”.
Delle chat e altre amenità
adesso ve lo chiedo: ma voi le chat porno le frequentate? Se sì, alzate la mano. E comunque, io, frequento le chat, specialmente le videochat: dovreste veder le facce (quando non si vdono altre parti anatomiche, naturalmente) delle personcine e modino che stan lì dentro… e comunque, spesso, nelle chat, ci son delle presentazioni scritte che mi piace di riportare, fare cassa di risonanza:
“Si astenga dal contattarmi, anzi non serve dar del lei se l’educazione è stata disintegrata dalle cattive abitudini , per cui NON CONTATTARMI SE : non scrivi un clinz nel tuo profilo!!! (clinz = niente )….o se ometti ogni o parziale informazzione !! hai un’età?? scrivi quella che hai o almeno dillo a me!! sei attivo ?? scrivilo !! sei sposato etc etc ?? dillo!! mi son rotto la minchia (MINCHIA = CAZZO PENE VERGA PISELLO) di perder tempo con anonimi del cazzo!! di fatti da oggi in poi eviterò pure di chieder chi sei ….come ti chiami …. che faccia hai …. manda una foto più decente etc etc …. per cui se sei gay sforzati di civilizzarti !! se sei “frocio” non fai per me !! in quanto gay (e fiero di esser gay!!) cerco di viver la vita senza mentire a me stesso o a chi frequento!! non son tipo da botta e via! …. non cerco malattie ne malati …. cerco gente che sia risolta con se stessa!! …. ps: a tutti coloro che credon che son frustrato o roba simile dico: GUARDATE VOI STESSI!! andate a far dell’amore ….o se preferite del sesso ….ma fatelo con cuore e cervello aperto!! non deformatevi la realtà a vostro piacimento!! vivete per la qualità della vita!! e non per la quantità!! ….ok ?? e se non è ok ciava zero!!(ciava zero = frega niente!) io non attacco nessuno!!! ….ma occhio a ciò che dite e o mi fate ….perché in guerra ( anche se non la cerco e non la voglio) ma in guerra tutto è concesso!! ok??
NON MI CONTATTINO Coloro che han foto scattate a 56 metri di distanza durante un eclisse solare, con una tempesta di sabbia in atto e per giunta il fotografo sofferente da una accoltellata al pancreas e con l’halzaimer!! sfocate ,parzialmente modificate e o rimpicciolite a tal punto che mi serve un microscopio professionale per visualizzarne il contenuto!! mi fate ridere!! siete solo cagati dall’esporvi !! (ma lo posso capire… solo che magari se evitate la scusa: non avevo altre foto , non so come metterne di nuove etc etc … ci son skype e msn per compensar a questo ….ma evidentemente credete di esser super furbi ?? chissà magari lo siete …. ”
sulla comunicazione, ad esempio, sono andato fino a Roma per dire:
se disegno una forma su di un pezzo di carta, compio un atto che scelgo in base all’esperienza della mia situazione; cosa ho esperienza di fare, e qual è la mia interazione col Mondo fuori dalla mia esperienza di scrittura sul pezzo di carta? Nulla.
Jobo è un racconto di Bo, dopo la serata qualcuno mi ha detto che in redazione erano arrivate email che dicevano che non si può sempre rappresentare un gay in questo modo:
Avevano camminato almeno un paio di chilometri dietro di me e tutto stava concludendosi con un ospintone e qualche buffetto?
Avevo cercato di cancellare tutte queste sensazioni malate ma quel gesto fu una vera riveazione.
Avevo interrotto il cerchio dei loro corpi sul vagone della metropolitana per passare e per andare oltre e per lasciarmeli deinitivamente alle spalle. Immaginavo che a muta fosse formata da prdatori armati che amano solo le prede vive. M’era parso di cogliere il loro sguardo quando me li ero trovati davanti. Faccia a faccia.
Bo Summer ha narrato
la nascita del fetish, il voyeurismo, il trimmer, goldenshower… e di altre amenità. Ma in pochi si sono accorti dello stile e della scrittura.
Ha raccontato un mondo a parte. Un minuscolo e miserrimo universo parallelo. Tutte le voci, le intenzioni, gli intendimenti, le parodie sono state come remixate in un piccolissimo e annoiatissimo teatro di volti rifratti, con la nenia romanzesca di un poetucolo minore, ormai scordato dal mondo letterario e mai entrato a farne parte veramente, che narrava, inascoltato quasi, ogni volta, con suono querulo e petulante, obbedendo esclusivamente e caparbiamente all’ispirazione della sua sessualità disinvolta e mai tradita e poi ancora s’arrabattava a confessare con affanno, quasi masochisticamente, al primo lettore che mai gli capitasse a tiro, il proprio sesso felicissimo, le proprie depravazioni risolte, le proprie trasognate avventure erotiche, a volte addirittura rocambolescamente realizzate, le livide striature del suo corpo e del suo animo divelti che sono come marchi d’una fin troppo assaporata e privilegiata cattiveria desiderata.
breve nota:
tutta questa roba che vi racconto, tra il vero e il fantascientifico, è vera e fantascientifica. Ho lavorato sull’allusione poiché troppe e tali sono le aspettative che non me la sentivo di far comprendere appieno la realtà. Molti fatti narrati son veri altri inventati per stupido piacere narrativo. Non volevo che alcuni si potessero riconoscere tanto è il dolore di questa verità. Direi che il risultato non cambia, pur avendo, a volte, esaltato, inventato o riportato falsate statistiche ed eliminato o artefatto nomi o altri fatti e persone cui faccio riferimento. Chi potrà capire a fondo, capirà, ad altri rimarrà un terrorifico racconto che instillerà loro il dubbio. Almeno, spero.
riprendo la lettura di “Jobo” spiegando che Jobo è il nome del protagonista, un nome di pura invenzione, che quel nome non esiste e che quindi anche i fatti narrati non esistono.. mi fermo.. forse sorrido.. e aggiungo che se quel nome fosse reale, allora anche quei fatti sarebbero reali:
“Brutta checca, frocio di merda.
Capii soltanto che probabilmente avevo interferito in una loro impresa. Avevo assunto ai loro occhi non so più se il ruolo del testimone di un gioco e di un ruolo che mi fece diventare il nemico.
Cose ovvie di questo genere. Voci. Sciabordii. Ma che mi producono un certo quale effetto di sottomissione. Un orizzonte. Un balenìo di senso dissennato.
Così è che tutti gli esseri umani, o solo alcuni, o nessuno siano delle scrittori.
Così pensai mentre mi alzavo da terra e m’appoggiavo al muro. Caddi dunque con la faccia in avanti. Avvertii il contraccolpo che attraversava il mio corpo.”
Di me, su me. Ho provato a dire. Fra volti perplessi.
Della mia storia passata di scrivente, pochi sanno, pochi sapevano e pochi sapranno. Ma ora qualcosa di tutto questo mio scrivere passato e presente è ritornato come a dire: Signore e Signori sono ancora qui. È stato un buon tempo, questo, per questa mia narrazione che in tutto il periodo della sua stesura, durata anni, ha avuto non poche difficoltà e rifiuti. E qui chiude. Altre cose ho già in cantiere, troppo silenzio ho subito.
desideravo definire lo scrittore e ho detto loro:
Devo giocare al loro gioco
di non vedere che vedo il gioco.
ripreso “Jobo”
“Difficile essere più preciso. Stavo lì. A terra e con la nuca appoggiata deicatamente all’asfalto nell’attesa che se n’andassero.
Doveva essere il capo della muta.”
ho accenato a #ElHorno, il mio romanzo ancora lì, in attesa…
E ancora il concetto, tipico di quegli anni, all’inizio del contagio dell’AIDS.
Ci ho pensato più volte a questa cosa dello scrivere per scrivere. Dello scrivere come terapia. Io non scrivo per curarmi. Per quello c’ho le medicamentose medicine chimiche. Son stanco e non ho un ego maiuscolo. Mai avuto. Non comincio di certo ora che non ho nemmeno più il tempo per stargli dietro. Fare gli amoreggiamenti con me stesso. Mettermi in primo piano, alla berlina, se si vuole… ma no, non sono io quello.
Così ognuno deve rifarsi, a questo punto, alla propria esperienza personale. La mia esperienza ed il mio agire si attuano su di un piano sociale di reciproca influenza e di interazione.
Vi chiedo: il passato che sappiamo definitivamente irrevocabile può dare un senso al presente e risvegliarne i mostri solo perché appare anch’esso come mostruoso e come ciò che è stato irrevocabile?
E poi ancora e ancora chiacchiere, per questo autore da fumetto, che ha il nome di un pornoattore, quasi come miasmi frenetici e famelici avventori di un locale estremo che sempre più assomiglia ad un rutilante e perpetuo vortice dell’inutilità e del provvisorio, sguardi senza estetismi o bovarismi, trabocchi urticanti di parole non si sa se realmente ascoltate e veramente dette da qualcuno, e poi ancora quasi sogni d’incubo, allucinazioni verbali, risate chiassose, racconti esilaranti di sesso con sconosciuti e vero sesso PORNO, e in tutto questo carnaio d’approssimazioni ci sono cose da vero intellettuale come RECENSENDA e MEMORANDA, che paiono scritte da un seguace di un’irriverentissima religione aliena quasi dimenticata dall’intero universo e lasciata lì a marcire sepolta – per propria volontà, parrebbe – tra corpi seminudi, traslucidi, rivestiti di pelle o gomma, in una realtà che declina verso l’estrema finzione, nello sfumare tra la grazia e la sapienza di una tribù che persiste nella propria sopravvivenza, in una fisicità da deserto delirante e assoluto fino all’estrema unzione.
E poi ancora le frasi profetiche che nessuno ha letto: ma se mi lascio trascinare dallo zelo del fedele sguardo del mio raccontare, finisco con l’accusarmi di secondi fini, che non ho, per darmi l’apparenza dell’uomo sincero che certo non cerca di risparmiarsi le umiliazioni: in tutto ciò sono cominciate le mie narrazioni visionarie.
e poi: Scrivendo cerco di svelare i caratteri di nuove possibilità che emergono [e allora faccio rivelazione]
E se in una mente turpe come quella di Skeeen [protagonista di quella farsa romanzata che fu ed è #ElHorno] nascesse un sentimento? Una sorta di amore? Cosa accadrebbe?
E se le piramidi possono preservare la carne dalla putrefazione, la Pillola può allo stesso modo farlo per voi?
e tutte queste cose potrebbero essere: Modulazioni di tono e di volume che delineano una forma precisa ma senza fornire le informazioni ché mancanti negli spazi tra le linee e davvero sarebbe grave errore scambiare le linee per la forma, o la forma con ciò che essa rappresenta [questa citazione è mutuata da un testo teorico sull’arte di Jole De Sanna].
E ho cercato di spiegare lo “scrivere”
È un atto d’amore e anche noi, quando cerchiamo d’imparare che cosa significhi amare, non finiamo per perderci nella riflessione che pensa intorno all’amore? non perdiamo tempo pensando di amare invece di amare? Un loop continuo, un fist infinito sulle nostre sling mentali? Ma sul nostro cammino cade lenta, costantemente, una luce che illumina il nostro amore.
poi ancora “Jobo” come in cortocircuito:
“Era buio ma potevo scorgere bene il corto cilindro di carne proteso come l’emblema del suo potere. Ebbi l’impressione che non volesse farmi davvero male. Dopo avermi colpito m’afferrò entrambe le guance tra le dita. Come si fa certe volte coi bambini. Le strinse. Le mie guance secche e smagrite mentre m’insultava.
Era evidente che s’aspettavano qualcosa di più. Per gli altri la cosa non poteva finire lì.
Facendomi largo bruscamente attraverso l’ostacolo dei loro corpi. Spostandoli lateralmente con uno spintone. L’avessi mai fatto. Avevo dato il La a una razione a catena inarrestabile.”
poi ho chiuso l’incontro e ho alzato la musica “disco” che faceva da base e che ha accolto tutti all’inizio
Gli scrittori non si parlano. Si citano. Autocitano. E precipitano.
Grazie alla pazienza di Max Calvo [se esiste, poiché mai lo vidi] e alla silenziosa presenza del Capo che vidi a Roma. Grazie a Alessandro Paesano che quella sera si palesò. Anche quella sera non mi hanno mai censurato. Probabilmente mi sono più censurato da solo vedendo in piena luce i volti dei miei ascoltatori. Gaiaitalia.com ci ha dato anche questa possibilità: a me e a Bo Summer’s. Chi c’era, c’era e chi non c’è stato quella sera mai ci sarà.
(21 ottobre 2014)