Albert Fish ha raccontato tutto alla famiglia. Sì, ha descritto quanto gli piaceva uccidere e mangiare. Il serial killer e pedofilo ha rapito, ucciso e mangiato, tormentando proprio la famiglia della sua vittima con l’invio di una lettera dove ha precisato il suo crimine e il piacere che prova ad uccidere. È stato poi rintracciato, arrestato e condannato. Ucciso presso il carcere di Sing Sing Correctional a New York il 16 gennaio 1936.
Questo è uno dei fatti, come andava raccontato. Dritto dritto.
Così la storia, sempre per chi narra stancamente, è che il ricco miliardario è in realtà un morboso e sadico voyeurista. Già questo personaggio [basato sull’idea banale che i soldi rendono “sporchi” e “diabolici”, e spingono alla ricerca dell’estremo onanismo sadico, visto che i piaceri comuni non bastano più] tanfa odiosamente di cliché. Un olezzo che produce nausea. A placche. Esaminando il resto della faccendaccia – la prostituta spesso proveniente dal Terzo Mondo, a sottolineare come la gente povera sia disposta a tutto e come il danaro compri non solo le menti ma anche i corpi – ci ritroviamo all’interno dei più triti preconcetti da bar. Unite a questo una spruzzata di superstizione nei riguardi della macchina da presa che “ruba l’anima”, un etto e mezzo [non di più] di chiacchiere sull’assenza di scrupolo da parte dei media, ed ecco che la leggenda metropolitana diventa plausibile agli occhi dei più.
Come niente fosse, ancora oggi, insistono le voci di “Snuff movie” avvistamenti, a volte istigate dagli stessi registi. Un ottimo esempio, di tempi passati, riguarda una serie giapponese di cruenti shot-on-production, quegli stolti video editi sotto il titolo collettivo di Za Ginipiggu (Guinea Pig), diverse parti paiono essere dirette dal famigerato artista-scrittore manga Hideshi Hino. E non è un caso, no.
Dunque il primo film della serie è stato anche accompagnato da una fantasiosa dichiarazione di non responsabilità. Faceva molta più scena. I produttori hanno ricevuto questo video. Non c’era nessuna informazione di accompagnamento. Fico. Fico. Fichissimo.
A quanto pare, qualcuno stava mostrando una copia della terza parte di Chiniku No Hana (1990) ad una festa di Hollywood, era il 1991 mi pare [adesso non ricordo bene ho un calo degli zuccheri] e quella scena ha catturato l’attenzione dell’attore Charlie Sheen [lo ricordate no?].
Bene. Questo si è proprio convinto di aver visto un vero e proprio snuff, contattata immediatamente l’FBI e, prima di poter dimostrare la veridicità del fatto, viene coinvolto in un movimento, una sommossa popolare per fermare qualsiasi tipo di distribuzione e di importazione del film. Ecco fatto.
Si trattava di Flowers of Flesh and Blood, ovviamente, le atrocità del film sono state dimostrate false. Tutto l’incidente ha fatto notizia ed è stato anche messo in risalto dal newsmagazine ABC 20/20.
Ecco, insomma, gli era stato dato uno status di culto che non meritava. Era solo splatter. Era.
Di tanto in tanto, nelle notizie di cronaca più sensazionalistiche, fanno capolino i fantomatici snuff movies. Se ne parla da decenni e, nonostante le centinaia di pagine di inchiostro scritte al proposito, l’alone di mistero che li circonfonde resiste. Cosa sono esattamente?
È sicuro dire che chiunque abbia visto Snuff sa quanto ridicole siano certe affermazioni, almeno per quanto riguarda questo tipo di produzione specifica. Non solo il gore è ovviamente falso, ma l’esecuzione degli effetti speciali è dolorosamente spesso da inetti. Snuff non è altro che un sistema di marketing grande che ha prodotto, con un po’ di pellicola splatter, spudoratamente alcuni dei film più redditizi e noti mai concepiti.
La campagna pubblicitaria intelligente è ovviamente tongue-in-cheek “Ma se fosse vero?” e sembra che la curiosità morbosa stia avendo la meglio. Quanti sono stati i produttori che hanno cercato e cercano di sfruttare l’ossessione per il macabro? O semplicemente la vedono come una sfida intelligente per attirare vendita di biglietti in più? Come si è visto, nel tempo, il secondo sembra più vicino alla verità. Quali che siano le motivazioni, ha funzionato, per la gioia assoluta dei promotori e il disappunto di coloro che inevitabilmente devono confrontarsi con il compito di sfatare il falso negli anni a venire.
Essendo la morte, nella nostra cultura, un tabù progressivamente sostituito dalla sua immagine, sempre più onnipresente, la curiosità di vedere la morte, nell’esatto momento in cui avviene, cresce di continuo.
Così, di filmati che mostrano la morte in diretta se ne trovano a centinaia su internet: dai classici intramontabili quali il suicidio di Budd Dwyer (prima grande star del voyeurismo mediatico, suo malgrado), fino alle decapitazioni ad opera dei terroristi islamici, alle atrocità di guerra negli stati sovietici o agli incidenti fatali più agghiaccianti, la morte su internet è presente in abbondanza. Trovare addirittura fotografie e filmati realizzati da alcuni serial killer, che mostrano violenze e smembramenti davvero agghiaccianti. In definitiva pare essere quasi un gioco da ragazzi.
Anthony Morley ha ucciso il fidanzato Damian Oldfield prima di cucinare e mangiare la sua carne. Aveva 36 anni, ha, tagliato la gola dopo averlo pugnalato più volte nel mese di aprile 2008. Lo chef ha poi scolpito un pezzo di carne della dal 33enne, condito con erbe fresche e fritto in olio d’oliva prima di mangiarlo. Ha raccontato che aveva ucciso perché ha cercato di violentarlo.
Ecco farsi l’ipotesi che i film snuff sono un dato di fatto, si arriva anche a supporre che sono la logica conclusione per quegli individui annoiati dalle forme più tradizionali di pornografia.
Anche Linda Lovelace, protagonista del rivoluzionario film per adulti Gola Profonda, che le donne che agiscono nei film porno venivano assassinate dietro la telecamera dopo aver girato, nel momento in cui si riteneva non servissero.
Jose Luis Calva parti del corpo della sua vittima in giro per il suo appartamento, comprese le sue ossa in una scatola di cereali. Calva è stato arrestato nel 2007, dopo che la polizia ha trovato i resti della sua fidanzata 30enne, Alejandra Galeana, nel suo appartamento a Città del Messico. Un torso è stato trovato in un armadio camera da letto, un braccio e una gamba nel frigorifero e le ossa in una scatola di cereali. Una mano e un piede si dice che sono stati scoperti bollita in una pentola, e carne, che si è pensata di essere umano, veniva fritta sul fuoco con il succo di limone.
I media, d’altra parte, hanno una responsabilità verso il pubblico, non tanto con la diffusione delle informazioni, ma con la diffusione dei fatti. Purtroppo, le storie fantasiose e le dicerie sono di solito più interessanti della realtà fredda e fatti, come leggende metropolitane hanno dimostrato oltre ogni ombra di dubbio.
I poliziotti lanciano un appello per essere aiutati dai cittadini mentre cercano Luka Rocco Magnotta, 29 anni, un modello e pornoattore che si dice abbia conosciuto la vittima fatta a pezzi.
Il 1 ° dicembre 1975, Allan Shackleton invia il primo di diversi comunicati stampa volti a stimolare l’interesse del pubblico. Purtroppo per lui, Michael Findlay notò il tutto e subito si rese conto che si trattava del suo film Slaughter (rinominato con un più succinto, monosillabico Snuff ) che stava dietro il furore crescente. Findlay corse dal distributore per rinegoziare il contratto (ovviamente non gli pareva d’avere un pezzo abbastanza grande della torta dato quello che stava accadendo) ma non ebbe successo. Egli, tuttavia, quasi riesce a esporre l’intera truffa della finzione snuff durante una intervista, Shackleton immediatamente lo ha pagato, e da quel momento il distributore non ha più sentito parlar di Michael.
Il mito del film snuff, d’altra parte, è un ottimo esempio di una leggenda cinematografica urbana. Molte persone che hanno sentito parlare di snaff, ma non ha mai visto uno snuff, insiste nel dire che contiene riprese effettive della morte umana e mutilazioni. Molte persone attestano l’esistenza di film snuff, anche se nessuno ne ha mai visto uno e le autorità, a quanto pare, anche non hanno nulla di più concreto che voci vaghe circa la presunta produzione e distribuzione di film snuff. Non è affatto sorprendente che la maggior parte delle voci relative all’esistenza di film snuff non ha esistenza fino a dopo che quello film ha fatto notizia. E incasso.
Il triste balletto ha avuto inizio martedì, quando è stato scoperto, in una scatola consegnata agli uffici, un piede in decomposizione.
Insomma, avete capito l’antifona: qualche miliardario senza scrupoli (solitamente americano) ordina un filmato di morte, e un gruppo di persone organizza un apposito set (solitamente in Sudamerica, dove la vita è più a buon mercato), per realizzarlo con il “contributo” di una ignara attrice assassinata davanti alla macchina da presa. Non so se in questo momento a voi sta suonando un campanello di allarme. Farebbe bene a trillare, con una scritta lampeggiante che dice “LEGGENDA METROPOLITANA”.
Internet annuncio: Armin Meiwes pubblicizza la ricerca di una vittima consenziente. Meiwes, 46 anni, è stato condannato all’ergastolo per omicidio nel 2006, dopo aver ucciso Bernd Jurgen Brandes, 43 anni, nella sua casa a Rotenburg, Germania, nel 2001. Ha incontrato il signor Brandes su Internet dopo che la vittima ha risposto ad un annuncio messo su un sito web per chiedere qualcuno disposto a essere macellati e consumato. L’assassino ha incontrato la sua vittima e tornato alla sua fattoria, ha tagliato il pene che poi ha cercato di mangiare. In seguito ha accoltellato a morte Brandes prima di tagliare di nuovo il suo corpo in sezioni pronte per il congelamento. Miewes ha detto di aver mangiato circa 20 kg della sua vittima quando è stato arrestato nel dicembre 2002.
Condannato per omicidio colposo, pur sostenendo che Brandes aveva chiesto di essere ucciso e mangiato.
La controversia sulle pellicole snuff è terribilmente simile alla tendenza attuale di incolpare qualcuno dei nostri mali sociali, ma finora vi è alcuna prova sostanziale dell’esistenza di snuff movie. Se non una follia omicida spesso malcelata.
La polizia ha spesso fatto indagini sul fenomeno e ha ammesso che non riuscivano la minima prova che il film snuff sia realmente esistito. In seguito ha negato questa affermazione, dicendo che nessuna indagine è stata mai avviata da loro, forse nel tentativo di difendersi contro le molestie di un pubblico che ha da sempre creduto il contrario. I giornalisti che hanno dato seguito alle voci sono venuto a mani vuote pure. Tuttavia, la maggioranza della popolazione è convinto che un film snuff raccatta molti milioni di dollari sul mercato nero.
Il concetto è diventato così radicato nella nostra cultura che, per le generazioni future e quelli troppo giovani per capirne il suo significato, il film snuff sia ben contrario alla linea da bufala o leggenda metropolitana.
La polizia è a caccia di una porno star gay, ricercato in relazione a una parte di corpo smembrato inviato agli uffici.
La polizia ha trovato e una testa umana in frigorifero. Jeffrey Dahmer è stato arrestato per l’omicidio di 17 giovani in America tra il 1978 e il 1991. Egli credeva di aver attirato le sue vittime nel suo appartamento sedandoli prima di uccidere e smembrare. Ha poi raccontato di avere mangiato parti delle sue vittime e si è trovata carne umana parzialmente cotta.
Leggende metropolitane coprono tutti gli aspetti della vita, tra cui il cinema. E dal momento che due temi principali alla base di leggende metropolitane sono il sesso e la morte, sembra del tutto naturale che il genere del film horror entri nella più piena di tradizione.
Un comodo capro espiatorio per numerosi mali sociali fin dalla loro concezione, come la musica rock e fumetti, i film horror sono un terreno di coltura ideale per leggende metropolitane.
Abbondano le storie, che vanno dall’innocuo (voci, persistono ancora che del film King Kong vs. Godzilla sia stato rilasciato con due finali diversi: Kong vincente nella versione States, trionfa Godzilla nella versione Jap), alla vera e propria vena macabra.
Molti pensano ancora che nei film come Morgue, Buio Omega, Todesking Der vengano utilizzati cadaveri veri per completare la messa in scena degli effetti, nonostante la documentazione del contrario.
A causa della inaccessibilità di molti film stranieri, in particolare produzioni a basso costo, è facile vedere come queste voci possono persistere.
Alcune di queste leggende rimangono abbastanza oscure, relegate ad essere parola diffusa del bocca di ingenui, appassionati disinformati. Altri persistono al di fuori del seguito di fan, infiltrandosi nel mainstream del morboso.
Ma gli snuff sarebbero qualcosa di differente.
Lo snuff movie dovrebbe avere alle spalle una vera e propria produzione, ed essere girato con l’unico scopo di mostrare un omicidio reale, senza alcuna altra motivazione che il profitto derivante dalla vendita del film.
I filmati in cui vediamo un serial killer uccidere le sue vittime non sono snuff.
Lo snuff vero e proprio prevede una organizzazione che intrappola vittime innocenti e le sacrifica in nome di un mercato sotterraneo alla ricerca di emozioni sempre più forti.
Molti di voi sapranno già la risposta: si tratta di film prodotti a basso budget in cui vengono mostrate sevizie e torture reali, che culminano con l’uccisione del “protagonista” davanti al freddo occhio della videocamera, senza effetti speciali e senza trucchi.
La morte violenta e reale della vittima di uno snuff movie garantisce un mercato esclusivo per la pellicola in questione, che viene venduta a peso d’oro ai collezionisti più morbosi e depravati.
Questo, almeno, è quanto si racconta. Sì, perché in verità nessuno ha mai visto uno snuff movie.
Naturalmente, questo problema fa sorgere una domanda: In caso di romanzieri e sceneggiatori evitare l’argomento del tutto perché aiuta a perpetuare il mito? No, e perché dovrebbero? Scrittori che fare con la finzione, e la sospensione di incredulità è parte integrante di ogni buon romanzo o film. Mettere ogni sorta di disclaimer a ogni pezzo di intrattenimento che sceglie di sfruttare questo ed altri miti è una nozione ridicola, la gente non dovrebbe essere detto che ciò che sta leggendo o la visualizzazione non ha alcun fondamento nella realtà, come l’etichetta di “fiction” stabilisce già questo.
Nessuno snuff è mai stato ritrovato in nessun angolo del mondo, fino ad ora. Né l’FBI, né alcuna altra organizzazione investigativa ne ha mai rilevato traccia.
E, nell’era di internet, nessuno snuff è mai affiorato sulla rete.
La storia di questa persistente leggenda urbana è particolarmente interessante perché, a differenza di altri miti moderni, ha un inizio ben preciso.
Paul Durant scrisse al Mirror ammettemdo che aveva mangiato la sua ragazza. Si vantava: “Dopo l’ho uccisa, ho tagliato il suo corpo in piccole parti, l’ho trovato commestibile. Ho finalmente smaltito lei in sacchi per la spazzatura di piccole dimensioni. Sapeva che doveva morire.”
Per quanto possa sembrare sorprendente, ancora oggi la leggenda resiste, viva e vegeta, nonostante l’assenza di prove e le continue bufale smascherate di volta in volta.
Ancora più strano è che questo mito perduri in un’epoca in cui basta un po’ di esperienza per scovare sulla rete diversi siti che propongono efferatezze e crudeltà (purtroppo) tutt’altro che inventate.
Ma gli snuff movies evidentemente hanno un fattore in più, che fa presa sull’immaginario collettivo: come in una favola moderna, ci parlano simbolicamente dell’avidità umana, della mancanza di scrupoli e del pericoloso potere occulto delle immagini.
Peter Bryan, ha ucciso Brian Cherry, tagliato entrambe le braccia e una delle sue gambe e il suo cervello fritto nel burro nel febbraio 2004. Nove settimane dopo, mentre era detenuto a Broadmoor, ha ucciso un’altra paziente. Schizofrenia paranoide, aveva già trascorso diversi anni a Rampton dopo aver ucciso una donna.
E ci sarebbe molto altro: Robert Maudsley, Rudy Eugenio, Andrei Chikatilo, Stephen Griffiths..
Quindi, tra l’isteria generale, si vanno sempre scrivendo articoli che condannano il film inedito, avallando la sua autenticità snaff inesistente e dandogli qualunque credibilità possibile.
A questo punto, mi vien da dire, che se nessuno ha realmente visto un vero film snaff, la realtà, ancora più ironica, è davvero uno snaff ma non filmato, una macchina che schiaccia ogni più orrida fantasia.
Il finale per dire che l’orrore di uno snuff è il peso che una realtà necessaria ci costringe a mitizzare per garantire un posto nei libri, ma non ancora nel mondo dei respiranti che siamo noi.
(2 febbraio 2015)
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