A Milano, nelle eleganti sale del Museo Poldi Pezzoli, prende forma un evento che ha il sapore della riscoperta e della giustizia critica: Andrea Solario, pittore finissimo del Rinascimento lombardo, torna finalmente protagonista di una mostra monografica – la prima in assoluto – che ne riaccende la memoria e ne approfondisce il valore storico, stilistico e simbolico. Dal fino al 30 giugno 2025, l’esposizione intitolata "La seduzione del colore. Andrea Solario e il Rinascimento tra Italia e Francia" si propone di restituire al pubblico contemporaneo lo sguardo sfumato, intimo eppure colto, di un artista capace di sintetizzare tensioni diverse: l’eredità leonardesca, il calore veneziano, il gusto per il dettaglio minuzioso appreso dai fiamminghi. Solario non fu solo epigono o “imitatore” di Leonardo – come certa critica novecentesca ha affrettatamente suggerito – ma un ponte vivente tra mondi figurativi, un mediatore sensibile e cosmopolita. E oggi, a cinquecento anni esatti dalla sua morte, la sua opera torna a parlarci con vibrante freschezza.
Un pittore in viaggio: Milano, la Serenissima, la Francia
Andrea Solario nasce a Milano attorno al 1465, probabilmente all'interno di un ambiente artistico familiare, legato all'attività del fratello Cristoforo, scultore. La sua formazione si inserisce nel vivace clima del Ducato sforzesco, ma è presto arricchita da viaggi determinanti: a Venezia, dove entra in contatto con Giovanni Bellini e la tradizione luministica lagunare, e poi in Francia, dove lavora alla corte di Luigi XII tra il 1507 e il 1509, lasciando un’impronta decisiva nell’introduzione del linguaggio rinascimentale italiano. È curioso pensare che, proprio grazie a lui, alcune suggestioni leonardesche precedettero in Francia l’arrivo del maestro stesso. I suoi dipinti, contraddistinti da una grazia contenuta e da una vibrante sensualità cromatica, uniscono lo sfumato leonardesco a un’attenzione nordica per la resa delle superfici – incarnati madreperlacei, ricami preziosi, fondali traslucidi. Ma ciò che colpisce, oggi come allora, è la tenerezza dei volti, la silenziosa eloquenza dei gesti, la delicata misura dell’affetto umano che traspare dai suoi soggetti, religiosi o ritrattistici che siano.
Un progetto espositivo che è anche ricerca
La mostra si articola in tre sezioni principali, seguendo le tappe del percorso biografico dell’artista: Venezia e le origini, la Francia e infine Milano, dove Solario fa ritorno e conclude la sua attività. Le 24 opere esposte, provenienti da alcune delle più prestigiose istituzioni europee – tra cui il Musée du Louvre, la National Gallery e il Victoria and Albert Museum di Londra – rappresentano il nucleo più significativo della sua produzione superstite. Particolarmente rilevante la presenza di sei capolavori del Louvre, tra cui la celeberrima Madonna del Cuscino Verde, icona della pittura dolce e minuziosa di Solario, mai prima d’ora uscita dalla Francia. Altri prestiti provengono da musei italiani come il Castello Sforzesco, la Pinacoteca di Brera e il Museo di Capodimonte, a testimonianza di un rinnovato interesse nazionale per un artista a lungo marginalizzato.
Non si tratta, però, solo di una mostra celebrativa. Il progetto ha previsto un'intensa attività di restauro e analisi diagnostica, in collaborazione con il CNR e laboratori specializzati, per indagare le tecniche pittoriche del maestro: l’uso del chiaroscuro, la sovrapposizione delle velature, la costruzione del colore tramite smalti traslucidi. In particolare, l’intervento sul Ritratto di Gentildonna del Castello Sforzesco e su alcune Madonne conservate in Francia ha permesso di recuperare dettagli nascosti, trascurati o alterati dalle ridipinture successive, rivelando una maestria finissima nella resa della pelle, dei capelli, dei riflessi metallici. Ogni pennellata di Solario è infatti pensata come una carezza lenta, che non cerca l’effetto, ma la durata.
Una visita dentro l’intimità del Rinascimento
L’esperienza al Poldi Pezzoli si configura come un’occasione straordinaria per ripensare il Rinascimento non più come un racconto solo fiorentino o romano, ma come un intreccio di culture regionali, visioni intime, tensioni artistiche periferiche che oggi si rivelano cruciali. L’eleganza domestica delle sale del museo, già pensate nell’Ottocento come spazio “vivente” per la bellezza, accoglie i visitatori in un clima di silenzio e raccoglimento. È un Rinascimento sussurrato quello di Solario, fatto di sfumature e dialoghi interiori, di luce dorata e ombre leggere, che ci parla non da un piedistallo, ma da uno sguardo.
"La seduzione del colore" è più di una mostra: è un viaggio nella discrezione di un Rinascimento domestico, dove l’affetto ha la forma dell’arte e l’equilibrio del volto umano diventa misura della bellezza. Andrea Solario, finalmente, torna a parlarci con la voce sottile ma decisa dei grandi dimenticati.
La prenotazione è obbligatoria per i gruppi, e si consiglia l’acquisto online tramite il sito ufficiale del museo: museopoldipezzoli.it