Il testo prende spunto da un'affermazione carica di provocazione di Alessandra Mussolini, "Meglio fascista che frocio", per entrare nel vivo di un fenomeno storico e politico che, purtroppo, ha radici profonde nella cultura di destra. Con questa dichiarazione, l'autore inizia un percorso che attraversa il Novecento, partendo dal periodo nazionalsocialista, passando per il fascismo italiano, e arrivando fino alla destra populista e sovranista dei giorni nostri. In un’epoca in cui l’omosessualità è stata spesso vista come un nemico della famiglia tradizionale e della moralità conservatrice, Fraquelli cerca di indagare le zone grigie in cui alcune personalità di destra si sono trovate a confrontarsi con la propria sessualità, rivelando una dimensione inquietante ma affascinante di questa intersezione tra politica e vita privata.
Fraquelli compie un'analisi storica che non si limita a riscrivere la cronologia degli eventi, ma cerca di scoprire come le ideologie politiche abbiano influenzato il pensiero e l’agire di queste personalità. La figura di Ernst Röhm, capo delle SA (Stormtroopers), è al centro di questo studio. Röhm, noto per la sua omosessualità, ha rappresentato una delle più grandi contraddizioni all’interno del regime nazista. Nonostante fosse una figura chiave nella creazione dello stato nazista, la sua identità sessuale lo pose in conflitto con il sistema che contribuì a erigere, portandolo a un tragico epilogo durante la Notte dei Lunghi Coltelli, quando fu assassinato da Hitler e dal suo entourage. La sua morte simbolizza la necessità di purificazione e omogeneizzazione del regime, ma anche la frattura tra l’omosessualità e il nazismo, che, pur accettando le sue gerarchie maschili e militaristiche, non tollerava altre forme di deviazione dalla "norma".
Altri personaggi di rilievo trattati nel volume sono Yukio Mishima, scrittore giapponese ed esteta con inclinazioni di destra, il cui legame con movimenti tradizionalisti giapponesi e la sua visione della società si intrecciano con la sua identità sessuale in modo ambiguo. Mishima è noto per il suo attivismo politico e la sua ricerca di una giustizia tradizionale, ma anche per il suo desiderio di trovare una sintesi tra il corpo e l'anima, tra il desiderio sessuale e la dedizione alla patria. La sua morte, avvenuta dopo un tentativo di colpo di stato fallito, lo rende una figura tragica che incarna la tensione tra ideologia e sessualità in un contesto politico di destra.
A fianco di queste figure più note, Fraquelli dedica spazio anche ad altre personalità che hanno avuto un impatto significativo, ma che sono meno conosciute dal grande pubblico. Michel Caignet, un leader neofascista francese, è analizzato in relazione alla sua attività editoriale di riviste gay, che rappresentano una sfida alle convenzioni ideologiche di destra, pur nella sua adesione a movimenti estremisti. Altre figure come Michael Kühnen, leader del neonazismo tedesco negli anni '70 e '80, si rivelano ancora più complesse: non solo sostenitore delle politiche di estrema destra, ma anche promotore di una visione revisionista dell'omosessualità che confligge apertamente con i valori di purità razziale e moralità tradizionale della destra radicale.
Il libro si distingue per l’accurata disamina di queste figure storiche e per il tentativo di ricostruire il rapporto ambiguo e spesso conflittuale che hanno intrattenuto con la propria sessualità e con le ideologie politiche alle quali si sono associati. Fraquelli non si limita a raccogliere informazioni biografiche, ma cerca di dare una lettura critica delle contraddizioni che segnavano la vita di questi uomini, che spesso si trovano a dover conciliare la loro sessualità con ideologie che li condannano a essere marginali, se non addirittura perseguitati.
Un altro aspetto fondamentale del libro è l’analisi delle implicazioni politiche della questione omosessuale nel contesto della destra. In molte delle sue sezioni, Fraquelli esamina il modo in cui l’omosessualità è stata trattata dalla politica di destra, non solo come un problema morale, ma anche come una questione di potere. Se per molti anni la destra ha utilizzato l’omosessualità come un simbolo di degenerazione e di minaccia per l’ordine sociale, lo studio di Fraquelli mostra come alcuni dei suoi più ferventi sostenitori abbiano scelto di vivere e talvolta abbracciare questa stessa "deviantità" in un contesto di potere e manipolazione.
Il libro si arricchisce ulteriormente con una introduzione di Franco Grillini, che approfondisce la storia del rapporto tra la destra e la comunità LGBT, non solo sul piano teorico, ma anche su quello pratico. Grillini evidenzia le dinamiche di oppressione, ma anche di appropriazione, che la destra ha messo in atto nei confronti dell’omosessualità, mostrando come la questione identitaria sia stata e continui a essere strumentalizzata in vari contesti politici. La sua riflessione arricchisce il testo con una visione più ampia delle sfide che la comunità LGBT ha affrontato e continua ad affrontare all'interno di un contesto culturale e politico che non sempre è pronto ad accettarla.
Fraquelli, con questa edizione ampliata e aggiornata, non solo offre una panoramica storica, ma invita anche il lettore a interrogarsi sulle dinamiche più sottili che caratterizzano la relazione tra politica, sessualità e identità. Il suo lavoro si configura come un'indagine sull'identità personale e collettiva, sull'evoluzione di una società che ha visto l'omosessualità essere sia emarginata che rivendicata da chi combatteva per un ordine sociale che la rifiutava. Concludendo, "A destra di Sodoma" diventa così una lettura fondamentale per chi desidera capire le molteplici sfaccettature di un tema che trascende il dibattito politico per entrare nelle viscere della costruzione delle identità moderne.