domenica 10 novembre 2024

SKEEEN nel 1200 (divertimento)

Concedetegli tutto ’l tempo che gli occorre, ché Skeeen è ben capace di provar ed impartire l’estasi, e di spargerla lungo tutto quanto il loco, come nebbia che lenta s’insinua. Skeeen non può, né saprebbe, celarlo manco a sé stesso: a stento trattiene quell’ansia che ora lo afferra e lo stringe. E, sospinto dal proprio interesse, si risolve a trascriver, ma solo nella mente – e con cura estrema, quasi fosse al di sopra d’ogni parola oscura. Gli par d’essere avvinto, come in catene; tal pensamento gli sembra un carcere vicino, un congiunto lontano e doloroso, uno strazio che s’imprime in lui e che, pur straziante, lo obbliga a convivervi, come fosse un orizzonte velato e cupo, un disegno antico, un decreto severo e terribilmente divino.

Così Skeeen compone, in fretta ma con foga, una copia affrettata e contorta di tutti quanti gli eventi della sua vita, passati e venturi. E continua, e continua, e continua… Ma alcuni di questi avvenimenti, già prima ancor che prendano forma, paiono possedere un’anima – muta forse, ma potente, e simile a un tifone. Sono insieme adulti e fanciulli, sono terra arida, melma vischiosa, paura gretta e spoglia, un quasi mancamento, e ancora, lontananza infinita da quel primo, primissimo desiderio. Nulla v’ha da aggiungere, nulla più da dire.

Eppure, a Skeeen, dato tutto il tempo del mondo, riesce di inebriarsi, d’ubriacarsi fino al midollo nel cuore dell’abisso chiamato El Horno. “Il nome di tal loco è strano”, pensa Skeeen. “È come un meraviglioso presagio, non dolce né lusinghiero, e tuttavia io cedo: come resistere alla tentazione?” E ancora riflette: “Questo è un luogo che prevede il disarmo totale; un antro dove le difese crollano, e le luci appena visibili colpiscono con tutta la loro crudezza: poesia purissima del trasalimento.” E così via, e così via, e così via…