Sprezza la vita più della sua logica, non guardare alle regole ben piantate come catene sul tuo passo: osa, perditi, nella nera notte dei sensi. Solo in quell’oscurità, in quel languore impalpabile, riuscirai a intravedere un barlume di ciò che essa cela, un senso che sfugge a chi vive di sole leggi, quelle leggi dimesse e rigide, fatte di miserie e conti da pagare.
Io, che sono signore della notte, mi proclamerò re: non più schiavo di ore, ruoli e sensi di colpa. Io che berrò fino a dimenticare il grigiore delle cose, fino a vedere solo oro, solo sangue ardente sotto le lune del cielo. E tu, tu sarai mio, signore del peccato e della carne, re in una notte senza alba. Anche se le tenebre, con la loro morsa, proveranno a trascinarci giù, nel vuoto, sappi che noi potremo spezzarle, solo per un giorno.
Per un giorno, io e te, immersi in un delirio di euforia, potremo essere eroi. Eravamo destinati a perderci e ci siamo trovati: ecco il mistero profondo e oscuro della nostra esistenza, e in questo folle, breve trionfo, saremo invincibili.
Tu, piccolo demonio, puoi giocare a essere meschino, a tormentare ciò che resta del mio animo; e io, io berrò la notte come un assenzio amaro, lasciando che tutto si dissolva. Perché siamo amanti, oltre la carne e il cuore, oltre ogni morale ingabbiata, nella pura vertigine di un solo, eterno bacio che sfida il mondo.