La sua infanzia in Egitto, in un contesto di grande fermento culturale e di tensioni politiche, lo segnò profondamente. L'Egitto degli anni '30 e '40 era un crocevia di influenze e contraddizioni: da una parte, l'eredità coloniale europea, dall'altra la crescente ondata di risveglio nazionale e di desiderio di indipendenza. Proprio in questo scenario complesso, Schwarz sviluppò un forte senso di coscienza critica, che lo portò a schierarsi con i movimenti di protesta. Crescendo in un ambiente familiare cosmopolita e politicamente impegnato, Schwarz si avvicinò al marxismo e al pensiero di Karl Marx, influenzato dal contesto di disuguaglianza e lotta sociale che lo circondava. Questa inclinazione politica lo portò ad abbracciare il trotskismo, che gli diede una visione radicale della realtà. Nel 1943, a causa del suo coinvolgimento con i movimenti di resistenza, fu arrestato dalle autorità egiziane, una esperienza che segnò la sua vita, sia personalmente che intellettualmente.
La detenzione non segnò, però, la fine della sua ricerca, ma fu un momento di grande riflessione e approfondimento. Durante la sua prigionia, Schwarz sviluppò una passione per le filosofie orientali, la spiritualità e l’esoterismo. La sua mente curiosa si aprì a una molteplicità di letture che avrebbero contribuito a formare la sua visione del mondo, dove il pensiero politico e l’interesse per il trascendente si fusero in un’unità profonda. Una volta liberato, nel 1949, e approdato in Italia, il giovane Schwarz portò con sé un bagaglio di conoscenze e di esperienze che avrebbero contribuito a rendere la sua figura unica nel panorama culturale europeo. In Italia, si trovò in un contesto di grande fermento culturale: il dopoguerra stava ridisegnando la scena intellettuale e artistica del paese, e Milano, con la sua atmosfera densa di innovazione e creatività, divenne il luogo ideale per esprimere la sua visione.
Nel 1954, Arturo Schwarz aprì una libreria-galleria in via Sant'Andrea a Milano, uno dei punti di riferimento più importanti per il pensiero e l'arte contemporanea. La libreria non era solo un luogo dove acquistare libri o ammirare opere d'arte, ma un vero e proprio laboratorio di idee, un centro in cui i più grandi esponenti delle avanguardie storiche e contemporanee si incontravano e condividevano le proprie riflessioni. Fu proprio in questa galleria che Arturo iniziò a sviluppare una relazione intellettuale con le più importanti correnti artistiche del momento, in particolare con il Surrealismo e il Dadaismo. Entrambe queste correnti, nate come atti di ribellione contro le convenzioni artistiche e sociali, esercitarono una forte influenza sul pensiero di Schwarz. Questi movimenti non solo lo affascinavano dal punto di vista estetico, ma rappresentavano per lui un simbolo di una più ampia battaglia contro l'oppressione e le strutture di potere, un modo di rompere con le logiche tradizionali di pensiero e di arte.
Tra gli artisti che più influenzarono Schwarz, la figura di Marcel Duchamp occupa un posto centrale. Duchamp, con la sua idea rivoluzionaria di "ready-made", spostò il concetto di arte fuori dai confini della bellezza estetica tradizionale e lo portò in un terreno di riflessione intellettuale e filosofica. L'arte, per Duchamp, non era più un prodotto di abilità manuale, ma un atto di scelta e di pensiero. Schwarz fu profondamente influenzato da questo approccio e dedicò gran parte della sua carriera a esplorare le implicazioni filosofiche dell’opera di Duchamp, scrivendo numerosi saggi che cercavano di decifrare i significati più nascosti delle sue creazioni.
Il pensiero di Schwarz non si limitò, però, a una semplice riflessione sulla tecnica artistica o sui singoli movimenti. Per lui, l’arte era un mezzo per decifrare la realtà, uno strumento per comprendere e, in molti casi, ribaltare le dinamiche sociali e politiche. Le sue letture di Marx, Nietzsche, Freud, così come il suo interesse per la Kabbalah, l’alchimia e le tradizioni esoteriche, lo portarono a sviluppare una visione profonda dell’arte come un linguaggio che non solo rappresenta il mondo, ma lo modifica e lo trascende. L’arte era, per Schwarz, un atto di conoscenza che superava le barriere del razionale, un viaggio verso il mistero e l’invisibile. Essa non era solo un oggetto di contemplazione estetica, ma una chiave per decifrare le verità più nascoste dell’esistenza.
Un altro aspetto fondamentale del lavoro di Arturo Schwarz è il suo impegno nella divulgazione del pensiero e dell’arte delle avanguardie. Fu infatti un instancabile scrittore e saggista, capace di comunicare con grande chiarezza le sue idee, ma anche di renderle accessibili a un pubblico più ampio. I suoi libri, scritti in un linguaggio preciso e colto ma allo stesso tempo coinvolgente, sono diventati delle vere e proprie guide per chi desidera approfondire la comprensione delle avanguardie storiche, dei movimenti surrealisti e dadaisti, e delle correnti di pensiero che hanno attraversato il Novecento. La sua capacità di connettere l’arte con le questioni politiche, sociali e filosofiche ha reso i suoi scritti fondamentali per chiunque volesse comprendere la relazione tra arte e società, tra bellezza e rivoluzione.
Nel 1997, Arturo Schwarz compì un gesto che ha segnato un capitolo importante della sua vita e della sua carriera: la donazione alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma di circa 500 opere della sua collezione privata, una delle più importanti raccolte al mondo di opere surrealiste e dadaiste. Tra queste opere, figurano pezzi di Duchamp, Magritte, Man Ray e molti altri artisti che avevano avuto un forte impatto sulla sua visione dell'arte. Questa donazione non fu un semplice gesto di generosità, ma una dichiarazione del suo desiderio di preservare e trasmettere un’eredità culturale che avrebbe continuato a nutrire la ricerca e l'intelletto delle generazioni future.
Il rapporto di Schwarz con l'arte non si limitò a una mera conservazione o catalogazione di opere. Piuttosto, la sua collezione era per lui un modo di far vivere le idee e le intuizioni degli artisti, di tenere viva la fiamma di un'arte che, nelle sue mani, non era mai soltanto un oggetto da esibire, ma una continua riflessione sulla condizione umana e sulle sue contraddizioni. La sua collezione non solo raccontava la storia dell’arte del Novecento, ma ne esplorava le radici filosofiche, politiche e spirituali.
Nel corso degli anni, la sua ricerca si concentrò sempre più sulle questioni spirituali ed esoteriche, sulle tradizioni misteriche che cercavano di svelare il lato nascosto dell'esistenza. Studiò intensamente l’alchimia, la Kabbalah e la filosofia orientale, cercando di integrare queste conoscenze nel suo pensiero sull'arte e sulla vita. Per lui, l'arte non era separata dalla spiritualità: essa doveva essere un percorso verso la conoscenza, un cammino di illuminazione che portasse a scoprire le verità più profonde e universali. Quest'ultimo aspetto della sua ricerca divenne ancora più centrale negli anni successivi, quando l'arte e la filosofia si fusero in un unico flusso di riflessione.
Quando Arturo Schwarz morì nel 2021, la sua eredità intellettuale era già consolidata come una delle più importanti del secolo. Il suo approccio all’arte, alla filosofia e alla cultura continuerà a essere una fonte d’ispirazione per chiunque voglia comprendere il rapporto tra arte e realtà, tra arte e cambiamento sociale. Schwarz ha lasciato un segno indelebile non solo nel mondo dell'arte, ma anche nella riflessione filosofica e spirituale del Novecento, continuando a essere una figura di riferimento per le generazioni future. La sua opera rimarrà un testamento di intelligenza, passione e visione, in grado di attraversare il tempo e le generazioni.