sabato 5 aprile 2025

La spiritualità contemporanea di Thierry de Cordier in ‘NADA’

La mostra “NADA” di Thierry de Cordier, ospitata alla Fondazione Prada di Milano, si presenta come una delle esperienze più affascinanti e provocatorie nel panorama artistico contemporaneo. Il progetto espositivo, che coinvolge gli spazi architettonici della Cisterna, uno degli ambienti più suggestivi della Fondazione, ha lo scopo di esplorare la tensione tra presenza e assenza, un tema che da sempre attraversa la ricerca dell'artista belga. Con questa serie di opere, De Cordier non si limita a confrontarsi con la tradizione iconografica religiosa, ma la mette radicalmente in discussione, offrendo uno spunto di riflessione sul vuoto come potenziale creativo, e sul "nulla sublime" come spazio di rinascita spirituale.

Il titolo stesso della mostra, "NADA", che in spagnolo significa "nulla", è emblematico del percorso che l'artista intraprende. De Cordier, infatti, non intende semplicemente esprimere il concetto di vuoto come assenza, ma propone una meditazione più profonda sul significato del nulla in relazione all'arte e alla spiritualità. "NADA" è una parola che evoca la negazione, la cancellazione di ogni forma, ma anche la possibilità di un rinnovamento radicale. In un'epoca in cui le narrazioni religiose sembrano aver perso il loro vigore simbolico, De Cordier ci invita a considerare l’assenza non come un momento di disillusione, ma come un’opportunità di riflessione, un luogo da cui può sorgere una nuova forma di spiritualità. In questo senso, l’arte di De Cordier si fa spazio per un'esperienza di riscoperta, per una rinascita che passa attraverso l’abbandono del materiale e la ricerca di una dimensione più pura e primordiale.

L’artista belga ha scelto la figura della crocifissione, uno dei simboli più potenti della tradizione cristiana, come punto di partenza per la sua riflessione. Tuttavia, De Cordier non si limita a riprodurre una crocifissione tradizionale, ma ne annulla l’immagine, svuotandola dei suoi significati più evidenti e lasciando che emerga la sua dimensione misteriosa. L'uso della parola "NADA" al posto dell’iscrizione tradizionale "INRI" (Gesù Nazareno, Re dei Giudei) diventa un atto iconoclasta che rinuncia alla centralità della figura di Cristo per concentrarsi sul vuoto che essa genera. La croce, pur rimanendo simbolicamente presente, viene ridotta a un oggetto privo di ogni identificazione chiara, creando un’atmosfera di incertezza e sospensione. Il vuoto, in questo caso, non è solo il contrario di qualcosa, ma diventa la condizione da cui prende vita ogni rivelazione, ogni possibilità di esistenza.

La forza delle opere di De Cordier sta nel loro potere di evocare una spiritualità che non è più legata a dogmi o immagini preconfezionate, ma che si presenta come un’esperienza personale, soggettiva e radicalmente moderna. Le opere di questa serie, realizzate tra il 1999 e il 2024, sono caratterizzate da un uso della monocromia che è tanto evocativo quanto enigmatico. I dipinti si presentano in toni scuri, dal nero profondo al grigio, dall’ocra al marrone, come se l'immagine si stesse progressivamente dissolvendo. La superficie dei quadri sembra esprimere l'idea di una realtà che sfuma, che non è mai pienamente definita, ma che rimane, tuttavia, carica di potenziale. Non c’è mai una forma chiara, ma piuttosto una serie di segni che si intrecciano e si sovrappongono, creando una tensione visiva che invita lo spettatore a non fermarsi alla superficie, ma a cercare un significato più profondo, nascosto nel non-detto, nel non-visibile.

La scelta della Cisterna come spazio espositivo è altrettanto significativa. La struttura architettonica, un ex spazio industriale trasformato in luogo di arte contemporanea, è perfetta per ospitare l'opera di De Cordier. La sua atmosfera post-industriale, con ampie stanze illuminate da finestre alte e dalla luce naturale che filtra dall'alto, contribuisce a creare un ambiente che sembra sospeso nel tempo. L'architettura stessa, che richiama gli spazi sacri senza essere tale, diventa un elemento fondamentale nel dialogo con le opere. La luce, che entra dall’alto e filtra attraverso le alte finestre, accentua l’idea di una spiritualità che non è più legata a un sistema chiuso e definito, ma che si estende oltre, verso l'infinito, verso l’indefinito.

L’allestimento è pensato per far vivere allo spettatore un’esperienza che è sia fisica che mentale, invitandolo a un'esperienza di immersione che non è solo estetica, ma profondamente meditativa. Le opere sono disposte in un ordine che stimola il movimento all’interno dello spazio: al centro della sala principale, un trittico monumentale, composto da tre enormi dipinti, domina la scena. Le dimensioni imponenti di questi lavori suggeriscono una sorta di coinvolgimento diretto, quasi fisico, con l’opera. Il loro grande formato fa sì che lo spettatore sia attratto e quasi “inghiottito” dalla loro vastità, come se fosse costretto a confrontarsi con la loro oscurità e il loro silenzio. Le opere più piccole, disposte in nicchie laterali, offrono un contrasto che invita a un'osservazione più intima, un'occasione per riflettere sul rapporto tra il grande e il piccolo, tra l’immensità e il dettaglio. Ogni quadro sembra avere una sua “intensità” e una sua capacità di attrarre lo sguardo, come se invitasse lo spettatore a entrare in una relazione più profonda con la superficie e con il vuoto che essa evoca.

Ma ciò che rende l’opera di De Cordier ancora più intrigante è la sua capacità di sfidare il nostro rapporto con l'immagine e con il significato. Il concetto di "NADA" non è solo una provocazione estetica, ma una riflessione più ampia sul ruolo che l’arte gioca oggi nella società contemporanea. Se un tempo l’arte era considerata come un mezzo per rappresentare la realtà o per comunicare un messaggio preciso, oggi essa sembra sempre più interrogarsi sulla propria funzione. De Cordier, con la sua opera, pone una domanda radicale: cos’è l’arte oggi, in un mondo che sembra aver perso il suo legame con la trascendenza? Cosa resta dell’arte sacra, quando tutto ciò che ci viene mostrato è l’infinito vuoto, l’oscurità che è al tempo stesso una possibilità e una fine?

La mostra “NADA” è quindi una riflessione sull'esperienza umana in tutta la sua complessità. Non si tratta solo di un’indagine sul sacro, ma anche di un'esplorazione sulla condizione esistenziale dell'uomo contemporaneo, che sembra vivere in un mondo in cui le risposte a grandi domande non sono più immediatamente evidenti. L'arte di De Cordier ci invita a una riflessione profonda su come affrontiamo il vuoto, l’incertezza e la ricerca di senso. Il suo lavoro non è solo una risposta estetica, ma una sfida intellettuale e spirituale, un invito a riconsiderare il nostro posto nel mondo e il nostro rapporto con ciò che è oltre il visibile, con ciò che è invisibile ma presente in modo silenzioso.

In definitiva, "NADA" è una mostra che lascia il visitatore in uno stato di meditazione, sospeso tra il presente e l'infinito, tra il pieno e il vuoto. Thierry de Cordier, con la sua arte, ci mostra che non è solo attraverso la presenza di immagini, di forme, di significati chiari che possiamo trovare la spiritualità, ma attraverso l’esperienza del nulla, che diventa il punto di partenza per una riflessione più profonda sulla condizione umana e sull'arte stessa.