mercoledì 16 aprile 2025

Carolina Invernizio e Liala: due regine della narrativa popolare a confronto

Carolina Invernizio, Liala: 

due nomi che evocano mondi opposti, eppure entrambi popolari e amati da generazioni di lettrici. Se la prima è stata definita “la regina del feuilleton” e spesso accostata a Eugène Sue o Alexandre Dumas, la seconda ha inventato un genere tutto suo, una sorta di romance italiano, fatto di eroi romantici, atmosfere raffinate e un sentimentalismo che ha segnato l’immaginario collettivo del Novecento.

Non si può dire che una sia la “versione moderna” dell’altra, perché il loro approccio alla narrativa e ai sentimenti è radicalmente diverso. Invernizio scrive in un mondo dominato dalla paura della rovina sociale, dal senso del peccato e da un’ossessione per la giustizia che spesso si manifesta in forme gotiche e melodrammatiche. Liala, invece, scrive per un pubblico che cerca sogno ed evasione, lontano dalla crudezza della realtà: il suo amore è sempre assoluto, quasi mistico, e i suoi protagonisti vivono tra castelli, aeroplani e scenari idilliaci.

Questo confronto ci permette di analizzare non solo due autrici di grande successo, ma anche due epoche, due modi di intendere la femminilità e il ruolo della letteratura popolare.


Epoca e contesto storico: due Italie, due lettrici

Carolina Invernizio e l’Italia postunitaria

Carolina Invernizio nasce nel 1851 e pubblica i suoi primi romanzi a partire dagli anni Settanta dell’Ottocento. È un periodo di profondi cambiamenti per l’Italia, da poco unificata e ancora attraversata da forti contrasti tra Nord e Sud, città e campagna, aristocrazia e nuova borghesia. Le lettrici della Invernizio appartengono principalmente alla piccola e media borghesia urbana, un ceto sociale in ascesa, che trova nei suoi romanzi un misto di evasione e rassicurazione morale.

Il romanzo d’appendice era già popolarissimo in Francia, grazie a autori come Eugène Sue, Ponson du Terrail e Xavier de Montépin. In Italia, però, Carolina Invernizio ha un merito tutto suo: riesce a tradurre questi modelli in una forma più adatta al pubblico italiano, meno incline alla narrazione politica e più interessato ai drammi privati, alle ingiustizie e agli scandali familiari.

L’Italia di fine Ottocento è ancora un paese profondamente cattolico e moralista, e nei romanzi della Invernizio questo si riflette chiaramente. Le sue protagoniste sono quasi sempre vittime dell’inganno maschile o della calunnia, e devono affrontare un percorso di dolore e redenzione prima di ottenere (se va bene) il lieto fine. Il pubblico legge con passione le loro disavventure, immedesimandosi nelle loro angosce e trovando nel romanzo un modo per esorcizzare le proprie paure.

Liala e l’Italia del Novecento: tra regime e modernità

Liala, pseudonimo di Amalia Liana Negretti Odescalchi, nasce nel 1897 e pubblica il suo primo romanzo nel 1931. Il contesto storico è completamente diverso da quello in cui scriveva la Invernizio: l’Italia è ormai un paese industrializzato, con una nuova classe media urbana, influenzata dalla modernità e dalla cultura di massa. Il cinema, la pubblicità e la moda hanno creato nuovi modelli di femminilità, e la letteratura popolare si adatta di conseguenza.

Liala scrive in un’epoca segnata dal fascismo, che promuove un’idea di donna devota alla famiglia, alla patria e alla bellezza. Tuttavia, i suoi romanzi non sono propaganda: al contrario, le sue eroine sono spesso ribelli, pronte a sacrificare tutto per amore. Il suo pubblico è formato soprattutto da giovani donne sognatrici, che vedono nei suoi romanzi un modo per evadere dalla realtà.

Liala è profondamente influenzata dalla cultura visiva del suo tempo. Se la Invernizio attingeva al feuilleton ottocentesco, Liala attinge all’immaginario cinematografico degli anni Trenta e Quaranta. I suoi uomini sono belli, virili, spesso aviatori o ufficiali, e le sue protagoniste incarnano un ideale di grazia e perfezione estetica.

Se la Invernizio raccontava il terrore della perdita dell’onore, Liala racconta il sogno di un amore ideale, superiore a qualsiasi vincolo sociale.


Le tematiche: passione, destino e redenzione

La passione come minaccia: il mondo di Carolina Invernizio

Per Carolina Invernizio, l’amore è sempre un rischio. Le sue protagoniste non possono mai lasciarsi andare ai sentimenti senza conseguenze. Un bacio rubato, una lettera compromettente, una calunnia possono distruggere la loro vita.

Prendiamo Il bacio d’una morta, uno dei suoi romanzi più famosi: la protagonista, Clara, è vittima di un inganno che la porta a essere sepolta viva. Qui troviamo un elemento tipico della Invernizio: l’uso di un orrore gotico (la sepoltura prematura) per enfatizzare la paura dell’ingiustizia sociale.

Molti dei suoi romanzi ruotano attorno a donne che devono difendersi da uomini malvagi o da società spietate. Il tradimento è sempre in agguato, e spesso la giustizia arriva solo dopo anni di sofferenza.

L’amore come ideale assoluto: il mondo di Liala

Nei romanzi di Liala, invece, l’amore è qualcosa di puro e sublime, che trascende la realtà. Le sue protagoniste non sono minacciate dall’infamia o dalla calunnia, ma dal fato stesso.

In Signorsì, per esempio, la protagonista ama un aviatore destinato a morire in missione. Il tema del pilota è centrale nella narrativa di Liala, perché rappresenta l’amore irraggiungibile, l’eroe che vive tra le nuvole e sfida il destino.

Nei suoi romanzi non troviamo trame gotiche o colpi di scena drammatici, ma un senso di nostalgia e rimpianto. L’amore di Liala è sempre perfetto, ma spesso impossibile da realizzare.


Stile e linguaggio: tra enfasi e poesia

Lo stile enfatico di Carolina Invernizio

La prosa della Invernizio è tipicamente ottocentesca: ricca di pathos, con dialoghi drammatici e descrizioni dettagliate. Il ritmo è incalzante, con continui colpi di scena. Il suo obiettivo è tenere il lettore con il fiato sospeso, spingendolo a leggere un capitolo dopo l’altro.

Il lirismo raffinato di Liala

Liala, invece, ha uno stile molto più musicale, quasi cinematografico. Le sue descrizioni sono eleganti, con un’attenzione particolare ai dettagli estetici: gli occhi degli eroi “hanno il colore dell’acqua marina”, le protagoniste hanno “mani affusolate come petali di magnolia”.


Conclusione: due modi di far sognare

Carolina Invernizio e Liala incarnano due visioni opposte della narrativa sentimentale. La prima racconta il lato oscuro dell’amore, tra inganni e minacce sociali, la seconda ne esalta la dimensione ideale e sublime.

Eppure, entrambe hanno saputo catturare l’immaginazione delle lettrici, offrendo loro un mondo in cui le emozioni sono sempre al centro della scena. Se oggi il loro stile può sembrare superato, il loro impatto sulla letteratura popolare resta indiscutibile.