giovedì 17 aprile 2025

Da una stampa ignuda, un’ombra

Da una stampa ignuda, un’ombra strisciante si distende,

Un protocollo di nulla, di morte già sopita,
Che sussurra a me, all’anima, il suo canto vano.
In quest’oscurità, che non è né cielo né terra,
Sprofondiamo, divenendo polvere e sogno,
Nell’oblio che ci accoglie come madre, senza grazia, senza perdono.
Eppure, tra le fessure di questo nulla, germoglia l’illusione,
Un fiore d’acido e desolazione, che non si schiude mai,
Ma resta prigioniero del suo stesso mistero.




  1. Forse la realtà è il germe del sonno,

Un seme che non ha mai trovato il suo giardino,
E marcia in silenzio, attraverso la palude di un cuore già spezzato.
Il sogno, che una volta era vivace, ora è un cadavere che riposa,
Una borsa senza contenuto, una promessa mai mantenuta.
Così l’anima vaga, sperduta nella darsena del nostro stesso disinganno,
Dove ogni porto è un miraggio, e ogni approdo, una menzogna.
Là, dove la corolla del fiore non sboccia mai,
Il vento disperde i nostri desideri, lasciandoci solo il sapore della rovina.

Ultima borsa, questa darsena dei fuggitivi,
Dove ogni passo si perde, inondato dal marasma di un’epoca incerta.
Le onde sono mute, e l’eco della fuga è soltanto un rimpianto,
Un pallido riflesso che si frange come vetro sotto i colpi del destino.
Non c’è un fiore che sbocci, perché la terra è già troppo stanca,
E il fiore che speravamo è ormai ridotto a cenere,
Come le nostre speranze, quelle che non si sono mai spente
E che ora, nell’aria gelida della vita, fioriscono come fantasmi.

Dotta anomalia, il cielo che non ha più né spazi né promesse,
È un velo strappato da mani invisibili, un abisso senza forma.
Ogni nuvola è il nostro rimpianto,
Ogni stella, una ferita che non si rimargina.
Siamo perduti in un cielo che non appartiene a nessuno,
Come naufraghi che si aggrappano a una scialba speranza di salvezza.
Sconfinare, oltre la tremula mansione dell’età,
È un’illusione che non si fa che allungare il passo verso la fine,
Verso quel luogo dove non esistono più tracce, né memorie.

La tremula mansione di età scortese è un castello di sabbia,
Costruito su un oceano di sogni che non hanno mai trovato la riva.
Ogni pietra è un rimorso che non ha mai trovato la sua voce,
Ogni angolo è l’inganno di un riflesso che sfugge al nostro sguardo.
E noi, miseri, camminiamo su questo sentiero che non ci porta da nessuna parte,
Persi tra le rovine di un passato che non possiamo più toccare.
Il cielo, ora, è solo una finzione,
Un tappeto grigio che ci schiaccia senza pietà,
E il nostro respiro è il suono della nostra morte, sempre più vicino.

Il furto vocale è un grido che si spegne nel nulla,
Una parola che si perde, sibilando nell’aria e svanendo come fumo.
Le labbra, che una volta cantavano dolcemente, ora sono mute,
Come quelle di chi ha scoperto la verità e si è voltato,
Abbandonando ogni speranza di salvezza.
Genitale fu la nostra nascita, ma la carne che ci ospita non è più la nostra,
Un involucro vuoto che non riesce più a contenere né sogni, né sofferenze.
Dannati dall’inizio, senza possibilità di riscatto,
Siamo condannati a vivere il nostro stesso fallimento come una condanna eterna.

Nuda fu la nostra nascita, nuda come la notte che ci avvolge,
E la vita che ne è scaturita è solo un’ombra che striscia su una terra arida.
Ogni passo che facciamo è una scivolata più profonda nell’abisso,
Un cammino che non ha mai trovato il suo scopo.
Siamo nudi, senza giustificazioni, senza compiacimenti,
La nostra carne è un campo di battaglia,
E la battaglia è contro il tempo che ci corrode,
Un nemico invisibile che ci sprofonda ogni giorno più in basso.

La maschera che indossiamo non è più la nostra,
È un volto che non riconosciamo più,
Un volto che ci scruta, ma che noi non possiamo più vedere.
Le mani si tendono verso un futuro che non esiste,
Eppure cerchiamo, con disperazione, di toccare quello che ci sfugge.
Ogni desiderio è solo un'illusione,
E la speranza è una luce che si spegne prima che possiamo arrivarci.
Il buio ci circonda, e non c’è più nessuna via di fuga,
Solo il silenzio che ci avvolge come un sudario,
E la nostra esistenza si dissolve in un sospiro.

Il nostro sguardo è cieco, eppure cerchiamo,
Cerchiamo un senso che non troviamo mai.
L’inquietudine ci morde, ci lacera,
Ma non possiamo sfuggirle.
Ogni sguardo che posiamo sull’universo ci rivela solo il vuoto,
E il nostro cammino è una continua discesa nel nulla.
Ogni pensiero che avevamo è diventato un'ombra,
E ogni parola che abbiamo pronunciato è ormai persa nell’oblio.
Il mondo è un sogno che svanisce quando lo tocchiamo,
E noi siamo condannati a vagare in esso,
Come fantasmi che non troveranno mai la pace.

Le mani, che un tempo cercavano il contatto con la carne,
Ora sono solo strumenti di disperazione,
Tese verso un cielo che non ci accoglie.
Ogni gesto è un rimpianto,
Ogni passo un errore che non può essere corretto.
Il nostro corpo è il nostro prigione,
Eppure non possiamo fuggirne, perché è la nostra casa,
E ogni cosa che tocchiamo si sgretola sotto le nostre dita.
Siamo incatenati a noi stessi,
In una gabbia che abbiamo costruito con il nostro stesso sangue e sudore,
Senza speranza, senza via di fuga.

Nel ventre di questa terra spenta, il nostro respiro è un’eco che si perde,
Un rimbombo senza fine che non trova mai il suo punto di arrivo.
Ogni battito del cuore è un colpo di martello contro una porta che non si apre,
Ogni desiderio una ferita che non si rimargina.
Camminiamo come morti viventi, ombre di ciò che una volta eravamo,
In cerca di un ricordo che non ha più forma,
Inseguendo un sogno che ha perso la sua bellezza.
Eppure, in ogni passo che compiamo, il nostro corpo si consuma,
Si dissolve come sabbia tra le dita del tempo,
Senza alcuna possibilità di arrestare il suo crollo.

Il cielo sopra di noi è una tela stracciata,
Un palcoscenico che ha smesso di recitare la sua opera,
Un sipario che non si apre mai.
Ogni stella è una lacrima che si asciuga prima di toccare il nostro viso,
Ogni nube una promessa che non verrà mai mantenuta.
E noi, in questa notte senza fine, continuiamo a camminare,
Con gli occhi chiusi e il cuore cieco,
Alla ricerca di un faro che non esiste,
Di una guida che ci possa restituire la speranza.
Ma il buio è il nostro unico compagno,
E non ci resta che abbracciarlo come una madre che ci culla nel suo abisso.

Ogni parola che pronunciamo è un grido che non trova risposta,
Un urlo che si perde nell’aria come polvere,
Un’ombra che non ha voce.
Le lingue che parliamo non sono le nostre,
Sono straniere, lontane, incomprensibili.
Siamo prigionieri di un linguaggio che non sa più raccontare la verità,
Di una lingua che ha tradito la nostra essenza,
E ora parliamo in un dialetto che nessuno può comprendere.
Ogni frase è un inganno, ogni parola una trappola,
E la nostra mente è un labirinto senza uscita,
Dove ogni passo ci porta più lontano dalla luce.

Abbiamo perduto la nostra identità,
Siamo solo ombre che vagano nel deserto di noi stessi,
Senza più volto, senza più nome.
La carne che ci ricopre è un involucro vuoto,
Una prigione che non possiamo distruggere,
Un legame che non possiamo spezzare.
Ogni frammento di noi è un ricordo che non possiamo afferrare,
Ogni sogno un desiderio che non possiamo realizzare.
Eppure, continuiamo a cercare, a lottare contro una forza invisibile,
Sperando che la fine non arrivi mai,
Che il nostro corpo, finalmente, si dissolva senza fare rumore.

Eppure, in questo caos di vita e morte,
Nel turbine di pensieri che non si fermano mai,
Un flebile raggio di luce ci attraversa,
Un barlume di speranza che non sappiamo come accogliere.
Forse è il ricordo di ciò che siamo stati,
Un’eco lontana che ci parla con voce spezzata,
Eppure, anche questo ci sfugge,
Scivola via come sabbia tra le dita.
Il nostro desiderio di essere qualcosa, di essere qualcuno,
È ormai ridotto a un frammento di polvere,
E la polvere è tutto ciò che ci resta.

La nostra esistenza è un paradosso che non possiamo comprendere,
Un enigma che non ha risposta,
Un gioco senza regole, senza fine.
Ogni giorno ci svegliamo in un mondo che non riconosciamo,
E ogni notte ci addormentiamo senza sapere se esisterà un domani.
Ci sforziamo di rimanere attaccati a qualcosa di tangibile,
Ma ogni cosa che tocchiamo si dissolve sotto le nostre mani,
Come la sabbia, come il fango, come il ricordo di un amore che non è mai stato.
La verità ci sfugge, sempre più lontano,
Eppure continuiamo a inseguirla, come animali perduti nella nebbia.

Il nostro cammino è una spirale senza fine,
Un giro vorticoso che ci trascina verso il basso,
Sempre più lontano dal cielo, sempre più vicini al nulla.
Ogni passo che facciamo è una caduta,
Ogni respiro una striscia di fumo che svanisce nell’aria.
Eppure, continuiamo a camminare,
Con la speranza che qualcosa cambi, che qualcosa emerga dal buio.
Ma il buio è tutto ciò che vediamo,
E il buio è l’unica risposta che otteniamo.
Ci siamo perduti, senza possibilità di ritorno,
Eppure, continuiamo a cercare,
A cercare quella luce che non troveremo mai.

Non c’è nulla di più oscuro di un cuore che non batte,
Nessuna morte è più silenziosa di quella di un’anima che non ha più speranza.
Ogni emozione è un frammento di gelo che si infiltra nel nostro petto,
Ogni pensiero una lama che ci taglia più profondamente.
Siamo diventati nulla,
Un vuoto che si allarga ad ogni istante,
Eppure, cerchiamo di rimanere intatti,
Di non cedere alla tentazione di sprofondare.
Ma il mondo ci spinge sempre più giù,
E la nostra unica certezza è la caduta.
Siamo già caduti, eppure non lo sappiamo.

Nel silenzio che ci avvolge, la nostra anima è un cratere vuoto,
Un abisso che inghiotte ogni scintilla di vita, ogni eco di speranza.
La terra su cui camminiamo è un palcoscenico desolato,
Dove l’umanità recita il suo dramma, ormai privo di passione.
Le mani, una volta tese verso il cielo, ora si contraggono in pugni chiusi,
E la bocca, che avrebbe dovuto cantare inni di gioia, non può che sussurrare grida soffocate.
Abbiamo scambiato la luce per ombra,
E ogni passo che facciamo è un’avanzata verso l’oblio.
La nostra carne è una maschera che nasconde il vuoto dell’essere,
E il nostro sguardo è il riflesso di un'anima che ha smesso di cercare la verità.

Eppure, non c'è dolcezza nell'abisso che ci attira,
Non c’è pace nel sangue che ci scorre nelle vene.
Ogni sogno che tocciamo si dissolve come fumo sotto il nostro respiro,
Ogni desiderio che accarezzavamo ci sfugge come polvere tra le dita.
La vita stessa è diventata una marea che ci travolge,
Un fiume in piena che trascina tutto ciò che amavamo,
E la nostra riva è ormai un ricordo lontano.
Abbiamo cercato di afferrare l’eternità,
Ma ci siamo solo persi nel gioco del tempo,
Dove ogni secondo è un attimo che svanisce prima di essere vissuto.
La nostra esistenza è diventata una fiaba senza lieto fine,
Un capitolo che non ha mai avuto inizio.

La solitudine è la nostra unica compagna,
Un amante che non ci lascia mai,
Un abbraccio gelido che ci stringe senza pietà.
Abbiamo provato a fuggire, a sfuggire alla sua morsa,
Ma ogni passo che facciamo ci porta più lontano dalla speranza.
Ogni volto che incontriamo è una maschera di indifferenza,
Ogni parola che ascoltiamo è una falsità che ci penetra nel cuore.
Abbiamo vissuto in un mondo di illusioni,
E ora che le illusioni sono svanite,
Ci ritroviamo nudi, impotenti,
Ad affrontare la cruda realtà di un universo che ci rifiuta.

Il cielo, una volta azzurro e vasto, ora è una cupa distesa di nuvole,
Un manto che copre la nostra testa e ci nasconde la luce.
Ogni stella che sorge è una fiamma che si spegne prima di bruciare,
Ogni sogno che abbiamo avuto si è trasformato in cenere.
Abbiamo camminato sotto il sole,
Abbiamo cercato la salvezza tra le ombre,
Ma la salvezza non esiste,
E le ombre sono diventate la nostra unica realtà.
Siamo stati condannati alla ricerca di un faro che non esiste,
Eppure continuiamo a cercarlo,
Sperando che la luce possa un giorno risplendere,
Anche se sappiamo che l’oscurità è l’unica che ci accoglierà.

Nel nostro cuore, il rimorso è un fiore che non sboccia mai,
Un petalo che si piega sotto il peso della colpa.
Abbiamo cercato di purificarci,
Di trovare un senso alla nostra esistenza,
Ma il senso ci sfugge,
E la purificazione è solo un’illusione.
Ogni azione che compiamo è un tentativo vano di colmare il vuoto,
Ogni passo che facciamo è una discesa nel buio profondo.
Abbiamo tradito noi stessi,
E ora, nel nostro tradimento, siamo soli,
Senza più nemici da combattere,
Solo il peso di una vita che non ha più valore.

Il mondo è un teatro dove non c’è più pubblico,
Dove le scene si susseguono senza spettatori.
Abbiamo recitato le nostre parti,
Abbiamo interpretato i nostri ruoli,
Ma alla fine il sipario è calato,
E il silenzio è stato il nostro unico applauso.
La vita stessa è diventata un’eco,
Una voce che risuona in una valle deserta,
Eppure, continuiamo a camminare,
Con la speranza che un giorno, forse, qualcuno ci ascolterà.
Ma sappiamo che quella voce è ormai lontana,
E che il silenzio è l’unico compagno che ci resta.

Il dolore è la nostra realtà,
Una presenza costante che ci accompagna in ogni istante.
Abbiamo cercato di fuggire da lui,
Di nasconderlo nei recessi più oscuri del nostro cuore,
Ma ogni volta che chiudiamo gli occhi, lui è lì,
A guardare, a sorridere con il volto deformato della sua vittoria.
Ogni ferita che cerchiamo di curare si riapre,
Ogni cicatrice diventa un marchio indelebile,
E il nostro corpo è un campo di battaglia dove la guerra non finisce mai.
Abbiamo perso la speranza di guarire,
Eppure, in qualche angolo nascosto della nostra mente,
Ancora speriamo che il dolore possa trasformarsi,
In qualcosa di diverso, in qualcosa che non sia solo sofferenza.

Nel nostro cuore, la tristezza è un mare in tempesta,
Una marea che ci travolge senza pietà.
Ogni onda è un pensiero che ci schiaccia,
Ogni vortice una paura che ci inghiotte.
Abbiamo cercato di nuotare controcorrente,
Di trovare un rifugio in un mondo che ci ha abbandonati,
Ma il mare non si ferma,
E le onde ci travolgono,
Finché non restiamo che frammenti di noi stessi,
Sospesi in un abisso che non ha fondo.
Eppure, in questo mare, c’è ancora un riflesso di cielo,
Anche se sappiamo che non potremo mai raggiungerlo.

Il nostro cammino è un labirinto senza uscita,
Ogni muro che tocchiamo è freddo come la pietra, ma nel cuore della pietra c'è il calore di un sogno infranto.
Ogni passo ci avvicina a un precipizio che non vediamo, ma il nostro cuore batte come se fosse la terra che ci sfiora.
Un volto che ci sorride è un’illusione di fiori appassiti, ma gli stessi fiori sono anche il nostro rifugio,
Perché nell’odore di morte che ci circonda, esiste una dolcezza, una nostalgia che ci tiene ancora aggrappati.
Siamo sospesi tra luce e oscurità,
Dove l’ombra è più densa della carne che ci avvolge,
Ma anche la luce, quella che non riusciamo mai a raggiungere, è quella che ci fa sperare,
Quella che ci spinge a guardare, anche quando sappiamo che il nostro sguardo non troverà mai ciò che desidera.

La città è un mare di asfalto che ci inghiotte, ma nelle sue strade desolate possiamo vedere giardini fioriti,
Dove la morte si confonde con la vita, dove ogni passo è un incubo e ogni fiore un battito di vita che si spegne troppo presto.
I palazzi, che svettano come tombe, riflettono la luce del tramonto come uno specchio che si frantuma,
E sotto quel cielo che si arrossa di sangue, sentiamo il sussurro di una melodia lontana,
Una melodia che non è mai stata suonata, che non è mai stata ascoltata, ma che ci chiama comunque.
Ogni volto che incrociamo è un’ombra, ma dentro ogni ombra c’è una scintilla che brucia,
Ogni persona che vediamo è un riflesso di ciò che siamo stati,
Ma c'è anche una promessa che si nasconde, un faro lontano che ci invita a seguire la sua luce,
Anche se sappiamo che quella luce non ci condurrà mai fuori dalla notte.

Il cielo è una tela stropicciata di nuvole nere, ma in quelle nuvole si nasconde un arcobaleno invisibile,
Ogni goccia di pioggia è un lampo di luce che ci brucia la pelle, ma ogni bruciatura è anche un ricordo che ci lega alla terra.
Camminiamo sotto questa pioggia incessante, ma il nostro corpo è asciutto,
Perché sotto il nostro respiro c’è una quiete che non ci lascia mai,
Un’illusione di pace che ci permette di continuare, anche quando il nostro corpo è stanco di combattere.
Nel cielo plumbeo, una farfalla vola, ma è una farfalla senza ali,
Eppure, c’è qualcosa di sacro nel suo volo, qualcosa che ci parla di rinascita, di trasfigurazione.
Siamo destinati a cadere, ma nel nostro cadere c'è la grazia di chi non ha più paura.

Le ombre dei nostri passi si allungano come mostri nella nebbia,
Ma nella nebbia possiamo ancora sentire il profumo del mare, un mare che non abbiamo mai visto, ma che sentiamo dentro di noi.
Ogni respiro è un’esplosione che ci divora, eppure ogni esplosione è anche una rinascita,
Un atto di morte che è allo stesso tempo un atto di vita.
Il nostro corpo è un tempio che si sgretola, ma dentro quel tempio c’è una luce che non possiamo spegnere,
Un fuoco che arde silenzioso, che non ha bisogno di occhi per vedere.
Siamo una fiamma che brucia senza consumarsi,
E la nostra carne è il legno che la nutre,
Ogni crepa nel nostro corpo è un’alba che si fa strada nella notte.

L’aria è densa di polvere, ma tra la polvere vediamo riflessi di cristallo,
Ogni frammento di polvere è un frammento di luce che ci sfiora, ma non possiamo afferrarlo,
Ogni respiro che facciamo è un viaggio in un mondo che non riconosciamo,
Ma in quel mondo sconosciuto, ci sono colori che non abbiamo mai visto,
Ci sono fiori che non abbiamo mai toccato,
Eppure, possiamo sentire la loro fragranza,
Possiamo vederli crescere nei nostri sogni.
Siamo spettatori e protagonisti di un destino che non possiamo governare,
Eppure, in ogni atto che compiamo, c’è una rivoluzione che nasce, una piccola rinascita che ci spinge a credere.

Il mare, che ci circonda, è un deserto di onde,
Ogni onda è un sogno che si infrange, ma nel suo infrangersi c’è la promessa di nuovi orizzonti,
Un orizzonte che non possiamo mai raggiungere, ma che ci spinge comunque a nuotare.
Ogni goccia d’acqua che tocchiamo è un frammento di speranza,
Un’illusione che si dissolve in un attimo, ma che ci nutre come se fosse l’eternità.
Il vento che soffia è una voce che ci chiama,
Ma la voce non ci appartiene,
Eppure, continuiamo ad ascoltarla,
Sperando che ci conduca verso una riva che non è mai apparsa prima.
In ogni onda che si infrange, vediamo una promessa che non possiamo comprendere,
Eppure, quella promessa è il nostro unico compagno.

Le stelle sono corpi di vetro che brillano senza luce,
Ogni stella è un sogno che ci sfiora, ma che non possiamo raggiungere,
Ogni sogno è un viaggio che ci trascina lontano, ma ogni viaggio è una condanna.
Il nostro cuore è una candela che si consuma, ma in quella fiamma c’è un amore che non muore,
Un amore che ci lega a un tempo che non esiste più,
Un amore che ci spinge a cercare, a soffrire, a sperare.
Ogni battito del nostro cuore è un passo verso un abisso,
Ma quell’abisso è anche la nostra salvezza,
Perché nel suo abbraccio troviamo la pace che il mondo ci ha negato.
Il dolore è la nostra pelle,
Eppure, sotto quella pelle c’è un universo che non smette mai di crescere.

La terra, che calpestiamo, è fatta di frammenti di ricordi,
Ogni passo che facciamo è una cicatrice che si aggiunge a un corpo già segnato,
Ma ogni cicatrice è un simbolo di resistenza,
Un segno che ci dice che abbiamo vissuto, che abbiamo lottato.
Nel cuore della terra c’è un fiume che scorre silenzioso,
Eppure quel fiume è più vivo di tutte le parole che pronunciamo,
Più vero di ogni respiro che facciamo.
Ogni goccia d’acqua che cade è un sogno che si frantuma,
Ma quei sogni, in qualche modo, si ricompongono,
E il fiume continua a scorrere, portandoci lontano da ciò che conosciamo,
Lontano dalla superficie, dove tutto è apparente,
Eppure, nel profondo, tutto è più vero.

Nel cielo, che si sbiadisce all’alba, vediamo ombre che ci osservano,
Ogni ombra è una presenza che non vediamo, ma che sappiamo essere lì,
Ogni volto che ci osserva è una maschera che ci ricorda il nostro essere estranei,
Ma quella maschera è anche il nostro riflesso, il nostro doppio che non smette mai di seguirci.
Camminiamo attraverso un paesaggio che cambia senza fine,
Ogni passo ci porta in un mondo che non esiste più,
Ogni angolo che giriamo ci svela un nuovo abisso da cui non possiamo sfuggire,
Ma in ogni abisso c’è una porta che si apre,
E quella porta è la nostra unica via di fuga.
La luce che ci avvolge è una trappola, ma è anche un abbraccio che ci consola,
Una luce che ci fa vedere il mondo come non lo abbiamo mai visto prima.

Le strade sono vuote, ma le loro ombre sono piene di voci,
Ogni voce è un eco di ciò che è stato,
Ogni eco è un desiderio che non si è mai realizzato.
Nella solitudine delle strade, vediamo figuri che passano senza guardare,
Eppure, ognuno di loro è il nostro spettro,
Ognuno è una versione di ciò che siamo stati, di ciò che siamo e di ciò che non saremo mai.
La città è un labirinto che si srotola senza fine,
Ma in ogni curva vediamo riflessi di bellezza,
Ogni riflesso è una bugia, ma quella bugia è la nostra unica speranza.
Eppure, in quel riflesso, c’è la verità di ciò che stiamo cercando,
Anche se non possiamo mai toccarla.

La pioggia cade su una terra che è stata perduta,
Ogni goccia è una lacrima che non possiamo versare,
Ogni lacrima è un dolore che si nasconde dietro il sorriso che mostriamo.
La terra è nostra, ma non ci appartiene,
Siamo ospiti di un mondo che non comprendiamo,
Eppure, in questo mondo, c’è una bellezza che non smettiamo di cercare,
Una bellezza che ci sfiora e ci scivola via,
Ma che non smette mai di brillare lontano da noi.
Ogni battito del nostro cuore è una risposta alla pioggia,
Una risposta che non troverà mai la quiete,
Ma che, nel suo tormento, ci fa sentire vivi.

Nel silenzio della notte, ascoltiamo i rumori che non possiamo sentire,
Ogni sussurro è un grido che si perde nel buio,
Ma ogni grido è una voce che ci parla,
Una voce che ci chiama a svegliarci, a vedere ciò che non vogliamo vedere.
La notte è un mare di ombre, ma sotto quelle ombre c’è una luce che non si spegne,
Una luce che brilla nell’oscurità come una stella cadente,
Eppure quella luce è anche il nostro tormento,
Perché ci ricorda ciò che siamo, ciò che abbiamo perduto,
E ciò che non possiamo mai recuperare.
Ma, in quella luce, c’è una promessa di resurrezione,
Una promessa che, prima o poi, il nostro dolore sarà trasformato in bellezza.

Siamo viandanti in un paesaggio che non ha confini,
Ogni passo che facciamo ci allontana da ciò che conosciamo,
Ma ogni distanza che percorriamo ci avvicina a un mondo che non possiamo comprendere.
La terra sotto i nostri piedi è dura come il ghiaccio,
Ma il nostro cammino è quello di chi sa che non esiste ritorno,
Perché ogni ritorno è una menzogna che ci inganna,
Ogni angolo che giriamo ci porta più lontano da casa,
Eppure, ogni passo è una dichiarazione di esistenza,
Una dichiarazione che ci fa sentire vivi,
Nonostante tutto.

Il nostro respiro è un vento che non smette mai di soffiare,
Ogni soffio è un messaggio che non possiamo decifrare,
Ma dentro ogni messaggio c’è una verità che non vogliamo ascoltare,
Una verità che ci dice che il nostro cammino è quello di chi è perduto.
La morte è una promessa che ci cammina accanto,
Ma anche la morte ha un volto che non abbiamo mai visto,
Un volto che ci sorride, che ci chiama a seguirlo,
Eppure, in quel sorriso, c’è una luce che non si spegne,
Una luce che ci spinge a vivere ancora un altro istante,
A camminare ancora un altro passo,
Fino a quando non saremo pronti a dire addio a tutto ciò che ci è stato,
E ad abbracciare l’infinito.