sabato 3 maggio 2025

“Art that Moves” al M Museum di Leuven: quando l’intimità diventa visione pubblica

Fino al 15 ottobre 2025, il M Museum di Leuven apre le porte a un’esperienza espositiva inedita e profondamente evocativa: Art that Moves. In mostra, 142 opere d’arte provenienti da collezioni private fanno per la prima volta il loro ingresso nello spazio pubblico, attraversando il confine tra il gesto individuale del collezionare e la condivisione collettiva del patrimonio visivo.

L’indirizzo è Leopold Vanderkelenstraat 28, nel cuore della città di Leuven: è qui che i visitatori potranno immergersi in un percorso che non assomiglia a nessuna mostra tradizionale. Il museo, infatti, ha scelto di fondere il rigore dell’esposizione con l’intimità di un ambiente domestico, suggerendo che l’arte – anche quella più rara o preziosa – può vivere e risuonare dentro le nostre stanze.

Dal silenzio delle case al respiro del museo

Le opere selezionate provengono da collezioni finora rimaste nell’ombra: tele custodite con cura nei corridoi di antichi appartamenti, disegni appesi sopra camini, sculture dimenticate in biblioteche private. Tra queste, una struggente Madonna del Pianto medievale apre il percorso, accompagnata da dipinti moderni firmati da Léon Spilliaert e James Ensor – figure cardine dell’immaginario belga.

Questi lavori, grazie a due prestiti eccezionali, entrano ora nella collezione viva del M Museum, che da anni costruisce con pazienza una visione curatoriale capace di intrecciare passato e presente, pubblico e privato. La mostra si inserisce all’interno di questa strategia di lungo termine, che vede nei prestiti una forma di collaborazione fertile e duratura.

L’arte come presenza, la casa come museo

Art that Moves non è soltanto un titolo evocativo: è una dichiarazione di poetica. L’arte si muove, e muove – gli sguardi, le emozioni, le narrazioni. Ma si muovono anche le opere stesse, che passano di mano in mano, da stanze silenziose a pareti pubbliche, tracciando itinerari sentimentali e culturali.

La mostra solleva domande profonde:
Cosa guida il desiderio di un collezionista?
Com’è vivere immersi nell’arte, lasciarsi influenzare dalla sua presenza quotidiana?
E come cambia il significato di un’opera quando viene sottratta all’intimità e inserita in un contesto museale?

Ogni sala dell’esposizione è pensata come un interno, una possibile abitazione mentale. Non ci sono soltanto quadri: ci sono atmosfere, tracce di esistenze, echi di vite vissute accanto all’arte. Il visitatore è invitato non a osservare, ma ad abitare questi spazi.

Un dialogo visivo raffinato

Tra i momenti più sottili del percorso, spicca un dialogo visivo tra due opere di Léon Spilliaert: una delle due compare, quasi come un riflesso, nello sfondo dell’altra. Un piccolo gioco di specchi, un raffinato indizio visivo che rivela la sensibilità dell’allestimento e la profondità del legame tra le opere.

Art that Moves è un invito gentile e potente a varcare soglie invisibili. A capire che ogni opera ha una storia fatta non solo di pennellate o firme, ma di scelte, silenzi, e momenti condivisi. È una mostra da visitare lentamente, come si attraversano le stanze di una casa dove ogni oggetto ha un’anima.

La mostra è visitabile fino al 15 ottobre 2025 presso il M Museum Leuven, Leopold Vanderkelenstraat 28, 3000 Leuven, Belgio.