La mostra “Surrealismo e Fantastico: the infinite madness of dreams”, ospitata presso il Centro Culturale A. Bafile di Caorle (Ve) fino al 31 agosto 2025, si configura come un progetto espositivo di ampio respiro, volto a esplorare l’evoluzione e le persistenti ramificazioni dell'immaginario surrealista nell’arte del XX secolo. L’iniziativa riunisce un corpus significativo di opere di artisti che hanno contribuito, in forme diverse, alla definizione di un’estetica fondata sul primato dell’inconscio, sul disfacimento dei codici razionali e sull’ibridazione tra visione onirica e tensione simbolica.
Tra le presenze di maggior rilievo figurano Salvador Dalí, Max Ernst, Joan Miró e Giorgio de Chirico, ciascuno testimone – con modalità autonome – di un approccio anti-naturalistico e fantastico al linguaggio pittorico. La selezione si estende inoltre a figure centrali del surrealismo europeo e latinoamericano come André Masson, Roberto Sebastian Matta, Wilfredo Lam, Leonor Fini, Maurice Henry, Max Herold, Roland Topor e Graham Sutherland, delineando una rete di corrispondenze e discontinuità che consente di ripensare il Surrealismo non come movimento concluso, bensì come costellazione teorica e visiva ancora operante.
Il percorso espositivo è articolato in sezioni tematiche che consentono di indagare le principali categorie dell’universo surrealista: il sogno, l’infanzia, l’erotismo, l’automatismo psichico, la metamorfosi e la dimensione del perturbante. L’allestimento non si limita alla mera cronologia o alla categorizzazione stilistica, ma propone una lettura stratificata delle opere, mettendo in luce il dialogo tra poetiche individuali e tensioni collettive, tra la crisi epistemologica della modernità e la ricerca di un oltre dell’immagine.
In questo senso, l’iniziativa si propone anche come occasione di riflessione critica sul concetto stesso di “fantastico” in arte, inteso non soltanto come fuga dal reale, ma come dispositivo conoscitivo capace di rivelarne le strutture invisibili. Il Surrealismo, sorto nel contesto delle avanguardie storiche come risposta al razionalismo positivista e alla tragedia della guerra, assume qui un valore rinnovato, nella misura in cui offre ancora oggi strumenti per l’interpretazione del presente e per la decostruzione delle narrazioni egemoniche del visibile.
Il contesto della cittadina adriatica, apparentemente marginale rispetto ai centri canonici della storia dell’arte, si rivela in realtà un luogo adatto per ospitare un simile progetto: lontano dai circuiti museali più affollati, Caorle consente una fruizione più meditata e una relazione diretta con le opere. La mostra si configura quindi come un invito al pensiero critico e alla riattivazione immaginativa del pubblico, nella consapevolezza che il Surrealismo – come scriveva André Breton – non è tanto una scuola quanto “un atto di fede nell’invisibile”.
Attraverso un insieme di opere che spaziano tra pittura, disegno e tecniche miste, il visitatore è chiamato a confrontarsi con un patrimonio figurativo che ha profondamente segnato le poetiche del Novecento e che continua a interrogare le categorie stesse della realtà, del sogno e della rappresentazione.