giovedì 30 gennaio 2025

AGRIGENTO 2025: UN’OCCASIONE DI RINASCITA O UN’ILLUSIONE DESTINATA A SVANIRE?


Agrigento è una città che vive sospesa tra la sua storia gloriosa e un presente difficile. Da un lato, la bellezza senza tempo della Valle dei Templi, uno dei siti archeologici più straordinari del mondo, capace di attirare turisti da ogni angolo del pianeta. Dall’altro, una realtà quotidiana fatta di strade dissestate, trasporti pubblici inefficienti, servizi carenti e un centro storico che, pur ricco di fascino, mostra segni di abbandono e degrado. La nomina a Capitale Italiana della Cultura 2025 rappresenta una possibilità di cambiamento, un’occasione per ripensare la città e rilanciarla attraverso la cultura. Ma un titolo, da solo, non basta a risolvere i problemi strutturali di un territorio che da troppo tempo attende risposte concrete.

Gli ultimi sviluppi ai vertici della Fondazione Agrigento 2025 hanno acceso nuovi interrogativi. Il presidente Giacomo Minio ha rassegnato le dimissioni, ma non per una scelta personale, bensì su richiesta del sindaco Francesco Miccichè. Un cambio di direzione che, almeno in apparenza, ha motivazioni più politiche che operative. La nuova guida della Fondazione è stata affidata a Maria Teresa Cucinotta, ex prefetto di Palermo e figura di grande esperienza amministrativa. Se questa nomina porterà a una svolta reale o se si tratterà di un semplice cambio di facciata è ancora tutto da vedere. Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, infatti, resta invariato, e con esso le incertezze su come verrà gestito l’evento e su quali siano le reali priorità del progetto.

Agrigento è una città dalle potenzialità enormi. La sua storia millenaria, il suo paesaggio e il suo patrimonio artistico la rendono un luogo unico, capace di attrarre un turismo colto e internazionale. Ma per fare della cultura un vero motore di sviluppo servono infrastrutture adeguate, una pianificazione seria e un’idea chiara di futuro. Oggi raggiungere Agrigento è complicato, i collegamenti ferroviari sono lenti e inefficienti, le strade urbane versano in condizioni precarie, la mobilità interna non è all’altezza di una città che dovrebbe accogliere migliaia di visitatori ogni anno. Anche il centro storico, pur ricco di testimonianze artistiche e architettoniche di valore, appare in parte trascurato, con edifici in stato di abbandono e attività commerciali che faticano a sopravvivere.

Un altro problema riguarda l’organizzazione della vita culturale stessa. Negli anni, Agrigento ha ospitato numerosi eventi di rilievo, ma spesso senza una vera strategia di lungo termine. Mostre, spettacoli e festival rischiano di restare episodi isolati se non inseriti in un piano più ampio, capace di trasformare la cultura in una risorsa stabile per la città. Il 2025 potrebbe essere l’occasione per invertire questa tendenza, per costruire un sistema culturale che non si esaurisca con la fine dell’anno celebrativo, ma continui a produrre effetti positivi sul territorio.

La Fondazione Agrigento 2025 ha un compito complesso e delicato. Organizzare eventi di qualità è fondamentale, ma non sufficiente se non si lavora anche sulle infrastrutture, sulla riqualificazione urbana, sulla creazione di spazi per la cultura che rimangano attivi anche dopo il 2025. La città ha bisogno di una visione d’insieme, di un progetto che tenga conto non solo dell’immediato successo mediatico legato al titolo, ma anche delle ricadute future in termini di qualità della vita, di opportunità per i cittadini e di attrattività turistica.

Se ben gestito, il riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura può davvero segnare una svolta. L’esempio di Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, dimostra che un evento di questa portata può generare investimenti, migliorare i servizi e rilanciare un territorio. Ma Matera ha saputo sfruttare al meglio questa opportunità grazie a una pianificazione meticolosa e a una capacità di coinvolgere attivamente istituzioni, cittadini e realtà economiche.

Agrigento può seguire lo stesso percorso? La risposta dipenderà dalle scelte che verranno fatte nei prossimi mesi. Se la gestione della Fondazione sarà efficace, se gli interventi infrastrutturali verranno realizzati con serietà, se il progetto culturale sarà pensato per durare nel tempo, il 2025 potrebbe rappresentare un punto di svolta. Se invece tutto si limiterà a una serie di eventi senza una vera strategia di lungo termine, l’occasione sarà persa e la città tornerà esattamente com’era prima.

La cultura può essere un’arma potente per trasformare un territorio, ma solo se viene messa al servizio di una visione più ampia. Agrigento ha una storia straordinaria e una bellezza che il mondo intero le invidia. Ora deve dimostrare di avere anche il coraggio di guardare avanti, di investire nel proprio futuro e di non lasciare che il 2025 sia solo una vetrina effimera, destinata a chiudersi senza lasciare traccia.