domenica 26 gennaio 2025

Patti Smith / William Burroughs nella foto scattata da Robert Mapplethorpe.

La foto scattata da Robert Mapplethorpe nel 1978 non è solo una testimonianza di un incontro tra due personalità di culto, ma una rappresentazione visiva del dialogo tra due mondi artistici che si incrociano in modo inquietante e affascinante. Patti Smith e William Burroughs, pur provenendo da generazioni e contesti culturali diversi, si trovano uniti nella stessa ricerca di verità, quella che trasgredisce, che rompe i confini, che svela l’essenza nascosta delle cose. La foto diventa così un simbolo di una connessione che va oltre il tempo e lo spazio, una sorta di manifesto visivo di una cultura che rifiuta ogni etichetta e ogni forma di conformismo.

Patti Smith, al momento dello scatto, è una giovane donna che si sta affermando come figura centrale nel panorama musicale e poetico. Il suo album Horses (1975) aveva già consacrato la sua figura come una delle voci più potenti del punk, ma anche come una poetessa e una performer che trascendevano i limiti della musica rock. La sua influenza non si limita solo alla musica: le sue parole sono un incitamento alla liberazione della creatività, un invito a vivere l’arte come una forma di ribellione contro una società che impone limiti e aspettative. Il suo corpo, perennemente in bilico tra il maschile e il femminile, è un atto di sfida contro l’ordine tradizionale. La sua immagine di sé non è mai quella della diva, ma piuttosto quella di una creatura in continuo movimento, che assimila, trasforma e restituisce al mondo in forma artistica ciò che ha assorbito dalla strada, dalle esperienze e dalle emozioni.

La Patti Smith immortalata da Mapplethorpe è una donna che, pur essendo giovane e all’inizio della sua carriera, porta con sé tutta la forza di un mondo che sta cambiando. Quel suo sguardo diretto, che sembra sfidare chiunque osi guardarla, è un riflesso della sua capacità di vedere e raccontare la realtà senza censure. Nella foto di Mapplethorpe, sembra quasi che lei stia già guardando oltre il presente, in un futuro che appartiene solo a chi ha la capacità di immaginare. Il suo volto è segnato dalla luce dura della foto, ma anche dal senso di un'energia che non conosce limiti.

Dall’altro lato, William Burroughs è l'emblema di un’altra generazione, quella della Beat Generation, che ha vissuto il periodo della Seconda Guerra Mondiale, degli anni Cinquanta e dei cambiamenti radicali che ne sono derivati. Burroughs, scrittore e pensatore radicale, è il volto della disillusione. La sua visione del mondo è quella di chi ha visto la crudeltà della guerra, ha vissuto il disincanto dell’America postbellica e ha scelto la scrittura come strumento per decifrare la realtà in modo sconvolgente. La sua penna è l’artefice di un linguaggio che non si ferma mai alla superficie, ma penetra nei meandri più oscuri della mente umana. Nella foto di Mapplethorpe, Burroughs appare come una figura distante, quasi come un oracolo che osserva con sguardo gelido il mondo attorno a lui. La sua postura, rigida e severa, e il suo viso segnato dal tempo e dall’esperienza, sono il riflesso di un uomo che ha vissuto troppe vite e ha visto troppe cose. Non è più un giovane ribelle, ma un uomo che, avendo vissuto la violenza e la disillusione, ha scelto di ritirarsi nel suo mondo intellettuale, dove le risposte non sono mai facili e la realtà è una costruzione complessa e spesso dolorosa.

L'incontro tra Patti Smith e William Burroughs, catturato da Mapplethorpe, è un momento sospeso nel tempo, un incrocio di percorsi e di mondi che si incontrano senza mai fondersi completamente. Patti, pur essendo ancora giovane e in piena ascesa, porta con sé l'urgenza di un cambiamento che sta travolgendo la sua generazione. Burroughs, invece, è il testimone di una generazione che ha già visto il peggio e ha imparato a osservare la società con uno sguardo disincantato, ma anche più distante, come se il gioco fosse ormai finito e non ci fosse più nulla da dimostrare.

Mapplethorpe, con il suo obiettivo, non si limita a immortalarli come semplici figure pubbliche. La sua fotografia va oltre il ritratto, diventando una riflessione sulla loro relazione con il mondo e sulla loro identità. Mentre Patti è l’energia pura che spinge il futuro, Burroughs è l'intellettuale che analizza il passato e il presente con la freddezza di chi ha visto troppo. Il contrasto tra i due crea una sorta di tensione visiva che parla di una cultura in evoluzione: la cultura dei ribelli, dei fuori dagli schemi, degli outsider. La foto è un incontro tra la poesia viscerale e il pensiero intellettuale, tra la gioventù incandescente e l’esperienza saggia e disillusa.

Mapplethorpe sapeva che ogni scatto che faceva non era solo un'immagine, ma un atto di arte. E nel caso di questa foto, l’arte è il medium attraverso cui si raccontano due mondi che, pur così diversi, sono uniti da una stessa passione: quella per la verità, per la bellezza che si trova nelle pieghe più oscure della vita, per la libertà espressiva. La fotografia di Mapplethorpe diventa così la celebrazione di una cultura che rifiuta le convenzioni e che ha fatto dell’arte e della sperimentazione un campo di battaglia per l’affermazione dell’individualità.

In definitiva, quella foto di Patti Smith e William Burroughs non è solo un incontro tra due artisti, ma un simbolo della cultura che ha segnato la fine del Novecento: una cultura che non ha paura di mostrare il suo lato più oscuro, ma che, al tempo stesso, è in continua ricerca di una nuova luce, di una nuova forma di verità. La fotografia, con il suo sguardo implacabile, ci ricorda che l’arte è sempre in movimento, sempre pronta a sfidare la realtà e a ridefinirla. E in questo gioco di luci e ombre, Patti e Burroughs rimangono due icone che continueranno a ispirare e a provocare per sempre.