La tolleranza è da secoli uno dei pilastri fondamentali delle società moderne e democratiche, un concetto che si radica nell’idea che ogni individuo, pur nelle sue differenze, debba essere rispettato e trattato con dignità. La tolleranza si fonda sull’idea che il pluralismo, cioè la convivenza di molteplici visioni del mondo, ideologie, tradizioni e credenze, non solo sia accettabile, ma che rappresenti una ricchezza per una società che si vuole aperta, inclusiva e progressista. In effetti, la tolleranza è spesso vista come la virtù che consente di proteggere le diversità, di offrire un riparo a chi viene emarginato e discriminato e, più in generale, di promuovere una coesistenza pacifica in un mondo che, per sua natura, è costellato di differenze di ogni tipo. Che si tratti di differenze etniche, culturali, religiose, politiche o sessuali, la tolleranza ci invita ad accettarle come parte del normale mosaico umano, senza cercare di imporre una visione uniforme della società che cancelli le peculiarità degli individui. Si tratta di un principio che, idealmente, consente la realizzazione di una società democratica in cui la libertà e l’uguaglianza siano tutelate, dove ogni persona possa esprimere liberamente la propria identità senza temere per la propria sicurezza o dignità.
Il rispetto per le diversità è un tratto distintivo delle società democratiche, in cui la libertà di parola, la libertà religiosa, e la libertà di pensiero sono considerati diritti inalienabili. La tolleranza, pertanto, appare come un valore universale che, a partire dai fondamenti stessi delle costituzioni democratiche, dovrebbe essere il collante che unisce le persone, nonostante le loro differenze. In una società che si vuole veramente tollerante, ogni individuo ha il diritto di vivere liberamente la propria vita, senza timore di persecuzioni o discriminazioni da parte di altri, indipendentemente dalla propria razza, religione, cultura, orientamento sessuale o genere. La tolleranza deve diventare il terreno comune in cui le persone imparano a convivere pacificamente, pur conservando le proprie peculiarità, senza che queste diventino motivo di conflitto o di divisione. È proprio questa capacità di convivenza armoniosa, che celebra e rispetta le differenze senza temerle, che è alla base di una società democratica sana. Tuttavia, come accade con molte altre virtù, la tolleranza può essere distorta e, in certi casi, addirittura pericolosa quando viene applicata in modo indiscriminato o illimitato.
Una delle problematiche più evidenti che emerge in relazione alla tolleranza è proprio il suo paradosso. La tolleranza illimitata, infatti, non è solo un’utopia pericolosa, ma può anche essere il punto di partenza per la distruzione della stessa tolleranza. Questo accade quando, in nome della tolleranza, si accettano anche coloro che predicano intolleranza, odio e violenza. Se si permette che chi sostiene idee xenofobe, razziste, omofobe, antisemite, o che in qualsiasi altro modo incita alla discriminazione e alla violenza, si senta libero di esprimere queste idee senza alcuna forma di ostacolo o limitazione, allora si consente a queste ideologie pericolose di prosperare e diffondersi. Il rischio è che, con il tempo, le ideologie che negano i diritti umani fondamentali, l’uguaglianza e la giustizia, possano guadagnare terreno, erodendo progressivamente le libertà e i valori su cui si fondano le democrazie.
L’intolleranza, infatti, non è solo un concetto astratto, ma si traduce in atti concreti che minano la sicurezza e la serenità di interi gruppi sociali. Chi pratica l’intolleranza non ha alcun interesse a promuovere una società di pluralismo e diversità, ma cerca piuttosto di imporre la propria visione del mondo in modo autoritario, mettendo in pericolo la libertà degli altri. Le società tolleranti, se non sono in grado di difendere i propri principi contro l’intolleranza, rischiano di perdere ciò che rende loro una democrazia: la protezione dei diritti umani e la coesione sociale. Questo paradosso ha trovato riscontro in molteplici periodi storici. Ogni volta che le democrazie hanno ceduto alla tentazione di tollerare e persino legittimare l’intolleranza, la conseguenza è stata l’ascesa di regimi autoritari, che hanno minato le libertà civili, perseguitato minoranze e imposto ideologie oppressiva. La storia ci offre numerosi esempi, come i regimi fascisti e nazisti che hanno trovato terreno fertile in società che, inizialmente, avevano tollerato i loro messaggi di odio. La democrazia, la giustizia e la libertà sono fragili se non sono difese attivamente, e una tolleranza illimitata diventa una trappola mortale, in quanto consente la proliferazione di ideologie che vogliono distruggere queste stesse libertà.
La storia del Novecento, segnato da eventi tragici come l’Olocausto e le guerre mondiali, ci insegna quanto possa essere pericolosa la tolleranza senza limiti. I regimi totalitari si sono spesso imposti in società che avevano cercato di essere tolleranti, ma che non erano state in grado di fermare la diffusione di ideologie violente. Le democrazie si sono viste sopraffatte non dalla forza bruta, ma dalla passività di una tolleranza che non ha saputo proteggere i valori fondamentali della libertà e dell’uguaglianza. In ogni occasione in cui le istituzioni democratiche hanno rinunciato a fermare l’intolleranza, la conseguenza è stata un drammatico indebolimento della coesione sociale, che ha dato spazio alla violenza, alla repressione e alla negazione dei diritti umani. È stato proprio in questi momenti che le istituzioni democratiche hanno fallito nel loro compito di difendere la tolleranza, e con essa sono crollate anche la libertà e la giustizia, lasciando spazio alla sopraffazione.
Nel contesto moderno, il problema della tolleranza illimitata è particolarmente evidente nelle dinamiche globali di comunicazione e nei social media. Le piattaforme digitali, infatti, hanno amplificato in modo esponenziale la capacità di diffusione di messaggi estremisti e incitazioni all’odio. La libertà di espressione, che dovrebbe essere tutelata come diritto fondamentale, viene troppo spesso abusata da chi la usa per promuovere idee che ledono i diritti degli altri. In molti casi, questi messaggi di odio non sono solo parole vuote, ma sono accompagnati da azioni concrete che hanno un impatto devastante sulle vittime. Le società moderne, purtroppo, sembrano essere di fronte a una sfida difficile: quella di tutelare la libertà di espressione senza lasciare che questa venga sfruttata per minare le fondamenta stesse della democrazia. Gli estremisti, usando il paravento della libertà di parola, riescono a diffondere idee che legittimano la violenza e la discriminazione, minando la coesione sociale. Le istituzioni democratiche devono affrontare questa sfida in modo deciso, mettendo in atto misure che limitano l’intolleranza e proteggono la libertà e la dignità degli individui. Una tolleranza illimitata in questo caso significa non solo non affrontare la minaccia, ma in qualche modo nutrirla, lasciando che l’odio si diffonda indisturbato.
La risposta a questo fenomeno non può essere quella di adottare un approccio totalitario, che reprime ogni tipo di dissenso o critica. La libertà di espressione è un diritto fondamentale che non può essere messo in discussione, ma ciò che deve essere fermato è l’uso distorto di tale libertà da parte di chi cerca di danneggiare gli altri. La democrazia non può tollerare chi vuole annientarla. La protezione della tolleranza significa saper stabilire dei confini, all’interno dei quali ogni individuo possa esprimere liberamente le proprie idee, ma senza mai mettere in pericolo la libertà degli altri. Solo un approccio equilibrato, che riconosca la necessità di proteggere i diritti di tutti, può garantire che la tolleranza non venga tradita.
La tolleranza deve quindi essere intesa come un principio attivo e difensivo, non passivo. Non è sufficiente, infatti, essere tolleranti solo nei confronti di chi è rispettoso dei diritti altrui, ma bisogna essere pronti a fermare chi cerca di usare la tolleranza come un alibi per diffondere l’odio. La democrazia e i diritti umani sono troppo importanti per essere messi a rischio dalla passività di chi crede che la tolleranza debba essere estesa a chiunque, senza distinzione. È essenziale che ogni società democratica sappia difendersi dalla minaccia dell’intolleranza, mantenendo saldi i principi di giustizia e uguaglianza. Questo richiede una vigilanza costante e una volontà collettiva di proteggere i diritti fondamentali.