venerdì 27 dicembre 2024

Giovan Battista Marino e la meraviglia barocca: Poesia e Pittura in dialogo alla Galleria Borghese


La mostra "Poesia e Pittura nel Seicento. Giovan Battista Marino e la meravigliosa passione", che si svolge alla Galleria Borghese di Roma fino al 9 febbraio 2025, è una proposta espositiva che si presenta come un'opera completa e profonda, una fusione straordinaria tra il mondo della poesia e quello della pittura nel Seicento. Questo periodo storico e artistico è caratterizzato da una ricerca estetica complessa, che mescola il dramma, l'emozione e la bellezza in un turbine di contrasti, dove l'arte è la chiave per esprimere l'indefinito e il misterioso. Curata da Emilio Russo, Patrizia Tosini e Andrea Zezza, la mostra non si limita a proporre una semplice esposizione di opere d'arte, ma ambisce a creare un ponte tra due linguaggi, quello poetico e quello visivo, attraverso la figura centrale di Giovan Battista Marino, un poeta, ma anche un intellettuale, che seppe cogliere il senso profondo di un'epoca in fermento e tradurlo in un linguaggio che si fondeva perfettamente con l’arte visiva.

Giovan Battista Marino (1569-1625) è uno degli autori più influenti e complessi della letteratura barocca, e la sua opera poetica ha avuto un impatto straordinario sulla cultura dell'epoca, in particolare sulla pittura. Non solo poeta, ma anche critico d'arte, Marino ha saputo sviluppare un linguaggio ricco e multiforme, in cui la bellezza, la passione, la morte e la natura sono esplorati e descritti attraverso un uso intensivo di metafore e immagini. La sua più famosa opera, Adone (1623), un poema epico che racconta la tragica storia d’amore tra Adone e Venere, è un esempio perfetto di come Marino fosse in grado di unire la profondità emotiva e la ricchezza formale. L’opera è una continua riflessione sull’amore e sulla morte, sulla bellezza e sulla caducità della vita. La sua poesia, ricca di illusioni, riflessioni filosofiche e simbolismi, aveva l’intento di suscitare in chi la leggeva una reazione che andasse oltre il semplice apprezzamento estetico. Marino, infatti, concepiva la poesia non solo come arte, ma come un mezzo per far sperimentare al lettore emozioni profonde e, a volte, destabilizzanti, che non si fermano al piano visivo, ma entrano nei recessi dell'animo umano.

Inoltre, Marino ha scritto anche La Galeria (1619), una raccolta di poesie in cui commenta le opere d'arte più significative del suo tempo. L'autore celebra dipinti e sculture di maestri come Tiziano, Rubens, Caravaggio, Correggio e Bernini, ma lo fa non solo con un linguaggio tecnico, ma con un approccio che cerca di rivelare la "vita" che si nasconde dietro ogni opera, quella forza misteriosa che consente a un dipinto o una scultura di "parlare" al cuore di chi la osserva. Le poesie di Marino non sono descrizioni passive: egli penetra nell’opera e ne svela i significati più profondi, mettendo in luce come ogni dipinto, ogni scultura, ogni figura artistica possieda una sua anima che può essere captata solo attraverso l’immersione totale nel suo universo simbolico. La sua capacità di mescolare il linguaggio poetico con la critica d'arte ha avuto un impatto duraturo sulla sensibilità dell’epoca, cambiando per sempre il modo di guardare all'arte e alla poesia come discipline che si completano a vicenda.

La mostra alla Galleria Borghese è quindi un omaggio a questo genio letterario, un'opera che cerca di unire il pensiero poetico e l'arte visiva in un dialogo continuo, dove il linguaggio di Marino diventa la chiave interpretativa delle opere d'arte che ha ammirato. All’interno delle sale della Galleria Borghese, una delle più prestigiose sedi di arte barocca al mondo, si possono ammirare capolavori di artisti come Tiziano, Caravaggio, Bernini e Rubens, i cui lavori sono protagonisti della poesia di Marino. Attraverso un allestimento studiato con attenzione, la mostra permette di entrare in un mondo in cui la pittura non è solo un’immagine statica, ma diventa una rappresentazione di emozioni complesse che il poeta ha saputo cogliere in profondità, con la sua straordinaria capacità di evocare mondi lontani ma perfettamente percepibili.

Un aspetto centrale della mostra è la sezione dedicata al testo di Marino La Galeria, che, attraverso 624 poesie, offre una lettura originale e profondamente personale delle opere d’arte dell’epoca. Ogni poesia di Marino non si limita a una semplice osservazione estetica dell’opera, ma la interpreta, la fa sua, trasformando il dipinto o la scultura in un racconto che va oltre la realtà visibile. Ogni quadro o scultura descritta da Marino non è solo un oggetto d'arte, ma un simbolo che contiene una dimensione più profonda, legata a temi universali come la bellezza, l’amore, la morte, la verità. Marino è un poeta che non vede la bellezza come una qualità superficiale, ma come una porta per accedere a una verità più grande e misteriosa. Per lui, ogni opera d’arte è una forma di comunicazione che si muove tra il visibile e l’invisibile, tra il materiale e il trascendentale, e la sua poesia è lo strumento che consente di esplorare questa dimensione profonda e metafisica dell'arte.

In particolare, la pittura di Tiziano è una delle principali fonti di ispirazione per Marino. Il pittore veneziano, con la sua capacità di cogliere l'anima dei suoi soggetti, di restituire la luce e la carne con una sensualità travolgente, era per Marino l’esempio perfetto di come l’arte potesse rivelare l’essenza stessa della bellezza. In opere come Venere e Adone (1553), Marino vedeva non solo una rappresentazione della bellezza fisica, ma anche una riflessione sul desiderio, sull’amore e sulla morte, temi che permeano la sua poesia. Le poesie che Marino ha scritto su questi dipinti sono dei veri e propri commentari filosofici e poetici, in cui il poeta esplora l’intensità emotiva dell’opera, cercando di coglierne la spiritualità che va al di là della superficie. La pittura di Tiziano, infatti, non è mai solo decorativa per Marino, ma un mezzo attraverso cui l'artista cerca di esprimere l’indicibile, il divino, e Marino lo interpreta come una finestra aperta su una dimensione superiore.

Anche la scultura barocca occupa un posto centrale nella visione di Marino, soprattutto le opere di Gian Lorenzo Bernini, che attraverso la sua straordinaria capacità di modellare la pietra, riusciva a creare sculture che sembravano respirare e muoversi. In opere come Apollo e Dafne (1622-1625), Bernini rappresenta il momento in cui Dafne si trasforma in un albero per sfuggire all'amore di Apollo, ma la scultura, attraverso il movimento congelato nel marmo, comunica un’emozione che è allo stesso tempo dinamica e profonda. Marino, nel suo commento poetico, non si limita a lodare la perfezione tecnica di Bernini, ma entra nel cuore dell’opera, esplorando la tensione tra amore e morte, tra desiderio e sofferenza. Per Marino, la scultura di Bernini non è mai solo un oggetto di ammirazione estetica, ma una riflessione sulla condizione umana, sulla lotta tra l’istinto e la ragione, sulla fragilità e la resistenza della materia.

Il tema della meraviglia è il filo conduttore che lega insieme tutte le opere d’arte in mostra, e che permea ogni poesia di Marino. Il Barocco, infatti, non è solo uno stile, ma una vera e propria visione del mondo, in cui l'arte cerca di sconvolgere il pubblico, di stupirlo, di trascenderlo. La meraviglia è un’esperienza che va oltre il semplice piacere estetico, che coinvolge profondamente chi osserva l’opera, facendolo riflettere su questioni universali e fondamentali come la bellezza, la morte, la fede e la condizione umana. Marino, attraverso la sua poesia, ha cercato di rendere tangibile questa meraviglia, trasformando l'arte in un’esperienza che non solo impressiona, ma che sollecita l’intelletto e l’anima.

La Galleria Borghese, come sede della mostra, rappresenta in sé un esempio straordinario di come l'arte barocca abbia cercato di esprimere la meraviglia. Con le sue sale riccamente decorate, con la sua collezione di capolavori, la Borghese è un luogo che invita l’osservatore a lasciarsi sopraffare dalla bellezza e dall’intensità emotiva dell'arte. La disposizione delle opere, l'uso della luce, la simmetria delle sale: