lunedì 23 dicembre 2024

Lapide al vento

Questo titolo racchiude il senso di precarietà, perdita e memoria fugace che pervade le elegie. La "lapide" richiama la solitudine della morte e l'inevitabilità del destino, mentre il "vento" rappresenta il tempo che dissolve tutto, compresi i ricordi e i legami. L'unione dei due termini evoca una tensione poetica tra la fissità del monumento funebre e l'effimero soffio dell'esistenza.

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Elegia I

Tempo d’elemosina, il residuo
di giorni spogli, carcere senza colpa,
mentre la forca pende come l’ombra.
Un vento smorzato d’addio,
che bacia solo per sfinire,
e lascia la trama apolide
di chi non ha patria né amore,
ma polline avaro, restio a germogliare.

Elegia II

Carcere demente, la vita,
quando prossimo è il cappio
che stringe il respiro del tempo.
Sul predellino di un tram desolato,
il bacio fatale chiude i conti:
nessun altro bene
che un pugno di polline,
sparso come memoria che non attecchisce.

Elegia III

La lapide unica è promessa,
prezzo del cranio sbattuto
contro i giorni sazi di nulla.
Addio è il vento,
che non porta via nulla.
Tempo di elemosina,
restano le mani vuote
di chi non ha saputo chiedere.

Elegia IV

Demente il carcere,
non per le sbarre,
ma per la forca sospesa
nell’angolo della vista.
Il tram cigola,
sul predellino un bacio
fa cadere la trama,
lascia solo polline restio.

Elegia V

Tempo saturo,
il costo del dolore è saldo.
L’addio smorza il vento,
e la nuca si china
come chi sa di non avere altro
che una lapide, unica
come l’avaro polline
di un campo mai fiorito.

Elegia VI

Sul predellino del tram
ho lasciato il mio ultimo bacio.
Il vento non ha portato via il dolore,
ma lo ha reso peso.
Apprendo l’arte di non avere nulla,
neppure il polline,
che resta saldo,
nonostante il tempo.

Elegia VII

Forca o tramonto,
il carcere smette d’essere luogo
e diventa un’idea.
Tempo d’elemosina,
non un’ora in più concessa,
solo il bacio apolide
di chi non sa trattenere
la polvere del mondo.

Elegia VIII

Il vento si è fermato,
stanco di portare l’addio.
Sul predellino,
un bacio senza destinatario.
Non resta che sbattere la nuca
contro il muro del tempo,
lasciando il polline avaro
al suo destino sterile.

Elegia IX

Tempo che non perdona,
stringe la gola fino alla lapide.
L’addio è solo una pausa,
il vento sa già
che non troverà approdo.
Sul predellino,
la trama si sfalda,
lascia spazio al nulla.

Elegia X

Il residuo è tempo d’elemosina,
un carcere che smorza anche il vento.
Sul tram, l’ultimo bacio,
la trama si spezza.
Non avere altro,
se non polline restio,
avaro come il costo della lapide.

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Queste elegie esplorano un’atmosfera di desolazione e introspezione, costruendo un universo poetico in cui il tempo, la memoria e il corpo si intrecciano con un senso di perdita e di inevitabilità. Ogni componimento varia il punto di vista e l’interpretazione, ma mantiene un linguaggio scarno e incisivo che amplifica l’angoscia esistenziale.

Tematiche principali:

1. Tempo e decadenza: Il "tempo di elemosina" è una metafora della precarietà dell'esistenza, ridotta a un residuo effimero e senza prospettive.


2. Carcere e forca: Simboli di una vita oppressiva, chiusa in uno spazio mentale o fisico che prelude all’inevitabile fine.


3. L’addio e il vento: Motivi ricorrenti che evocano il passaggio del tempo, la fine delle relazioni e la fragilità del ricordo, che si dissolve come vento smorzato.


4. Polline avaro: Simbolo di sterilità e della mancanza di fertilità emotiva o creativa, un residuo che non genera vita.


5. Lapide unica: Richiama l’idea di solitudine nella morte, l’assenza di un’eredità condivisa o di un senso duraturo.



Struttura e stile:

Le elegie hanno una struttura libera, caratterizzata da versi brevi e incisivi. Lo stile è fortemente evocativo, con immagini potenti e dense di significato simbolico. Il lessico è volutamente austero, per accentuare il senso di oppressione e inevitabilità.

Sensazioni trasmesse:

Questi testi suscitano un profondo senso di malinconia e inquietudine. La ripetizione di immagini come il carcere, la nuca sbattuta e il predellino del tram crea un senso di circolarità, come un’ossessione che non trova soluzione. Al tempo stesso, vi è una sottile ironia tragica nell’insistenza sull’inutilità del polline o del vento, che rafforza la rassegnazione dell’io poetico.

Valore estetico:

Queste elegie si distinguono per la loro capacità di sintetizzare, in pochi versi, riflessioni esistenziali profonde. Pur variando le sfumature e i dettagli, ogni componimento mantiene una coerenza di tono e tematica che li rende parte di un ciclo compatto e unificante.