martedì 24 dicembre 2024

un titolo per questi sonetti

"Predellino d’Addio"

Il titolo richiama l'immagine centrale del predellino, simbolo di un momento sospeso tra il viaggio e la caduta, tra la vita e la morte. "Addio" sottolinea il tono elegiaco e il tema ricorrente della separazione, rendendo l’insieme compatto e suggestivo.

Altri titoli possibili:

"Trama Apolide": per enfatizzare il senso di sradicamento e smarrimento.

"Tempo d’Elemosina": ripreso dall’incipit, per sottolineare l’atmosfera di precarietà e residuo.

"Lapide Unica": un titolo lapidario (nel vero senso del termine!) che racchiude l’ineluttabilità del destino.

"Il Tram e la Forca": un’immagine potente che unisce due elementi chiave, il viaggio e la condanna.

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1. L'Addio e il Vento
Tempo di elemosina il residuo,
carcere triste prossimo alla forca.
Si tace il grido, la vita si storca,
nell’aria densa d’un gelo compiuto.

Dove l’addio smorza persino il vento,
la trama apolide sfugge al presente,
altro non resta che un suolo assente,
un polline avaro, un fiore spento.

Sul predellino il bacio ormai fatale,
l’eco d’un tram che corre verso il buio.
Di vita e morte un nodo inevitale.

Così si posa il verso, amaro e crudo,
e il costo sazio, d’un colpo all’occipite,
scava la lapide, unica e impavida.


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2. Predellino Fatale
Sul predellino, l’ultimo respiro,
d’un tram che spezza il bacio d’un addio.
L’ombra si chiude in un carcer vecchio,
dove la mente riposa in un giro.

Tempo che resta come elemosina,
di polline un po’ restio, non fiorito.
La trama apolide, il gesto proibito,
sulla forca che attende un'anima esile.

Qui, l’addio è vento, il vento è silenzio,
la lapide unica, il suono spento.
L’avaro costo, una nuca che geme.

E non resta che scrivere, spoglio,
di questo carcere, il tempo che chiude
un’epoca muta, spettrale ed illogica.


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3. Il Polline Restio
Altro non resta che polline avaro,
che si dilegua in vento fuggitivo.
La trama apolide al tempo schiavo
l’addio scolpisce, con tocco furtivo.

Tempo d’elemosina, costrizione,
un carcere che s’agita, morente.
La mente stanca soggiace al presente,
l’ombra si spezza in lapide e prigione.

Sul predellino, un tram si fa destino,
bacio fatale, di pietra ed oblio.
Il costo sazio, un vuoto intestino.

Così l’avaro, restio e sofferente,
batte la nuca, al suolo ormai spento,
lasciando un nome scolpito nel niente.


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4. La Lapide Unica
Dove l’addio smorza il vento pungente,
tempo d’elemosina scava profondo.
Sulla forca pende l’ultimo mondo,
un carcere avaro di voce o di mente.

La trama apolide, la vita scucita,
non ha più fiore né petalo vivo.
Il bacio fatale, che freddo cattivo,
scatta sul tram di una luce tradita.

Sul predellino l’istante si sfalda,
il costo sazio sbatte nuca e destino.
Resta una lapide, l’ombra che crolla.

E il vento tace, finisce il cammino.
La polvere avara di quel che non sale
al cielo, ricorda un passaggio fatale.


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5. Trama Apolide
Altro che residuo d’un sogno spento,
tempo d’elemosina ormai conchiusa.
Carcere demente, la mente illusa,
spezza sul predellino anche il vento.

La trama apolide, un bacio spezzato,
restio il polline, avaro di vita.
La nuca sbatte, in lapide scolpita,
un prezzo sazio, già pagato.

Sul tram che va, nell’ombra l’addio.
Un carcere attende, di pietra e forca.
Il vento muore, e tacendo si scioglie.

Così si chiude la strada del cuore,
e tutto resta nel vuoto che storca
un passo, un sogno, un tempo migliore.


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6. Il Carcere e il Tram
Tempo d’elemosina il carcere avanza,
lento, sul predellino del tram.
Il vento tace, muore nella danza,
l’addio scolpisce un bacio senza un “poi”.

La trama apolide, l’ombra che svanisce,
polline restio, avaro, che non nasce.
L’avaro costo della nuca spezzata
con lapide unica il fato già finisce.

Il carcere, il tram, il bacio fatale.
Il vento, l’addio, la pietra banale.
Resta solo il senso d’un tempo alieno.

Così la mente, schiava d’un’assenza,
chiude il residuo in eterna penitenza
e scolpisce, dura, la sua sentenza.


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7. Destino di Pietra
Tempo d’elemosina scivola via,
il carcere stringe un pensiero mendace.
L’addio che al vento il respiro rapace
cancella, lascia un’ombra in agonia.

Sul predellino, il bacio ormai fatale
sposa il silenzio, si spezza l’incanto.
Trama apolide, il polline santo
restio si nega, spoglio e brutale.

Il costo sazio d’una nuca infranta,
un grido muto che non trova strada.
La lapide unica chiude l’istanza.

Così il tram passa, come un dio che bada
solo a sé stesso, mentre il mondo crolla
nel carcere eterno di chi si invischia.


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8. Sazietà di Vuoti
Tempo che smorza l’ultimo respiro,
tempo di vento che tacendo passa.
La trama apolide d’un’anima lassa
cede alla forca, e si spegne nel giro.

Sul predellino, bacio senza un domani,
il carcere attende il corpo e la mente.
L’avaro polline, un fiore assente,
il costo sazio batte mani e mani.

La nuca sbatte sul marmo crudele,
lapide unica, complice muta.
Così finisce la corsa ribelle.

Restano vuoti, restano ombre,
tempo che avanza, tempo che sfuma,
un vento che il carcere, eterno, consuma.


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9. Il Tram e la Forca
Tempo d’elemosina scorre silente,
un carcere svuota l’ultimo sguardo.
Dove l’addio il vento rende codardo,
la trama apolide tace la mente.

Sul predellino del tram si consuma
un bacio fatale, un polline avaro.
La nuca sbatte su marmo che fuma,
il costo sazio chiude il sipario.

Lapide unica, fiore negato,
di vita e morte complice sola.
Così il destino si è già compiuto.

Il tram procede, la forca consola,
dove il silenzio urla più forte
e spezza il tempo con la sua sorte.


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10. La Trama Che Non Resta
Tempo d’elemosina il cuore fugge,
tra il carcere e il vento tace il dolore.
La trama apolide non lascia fiore,
sul predellino un bacio si distrugge.

Altro non resta che il polline avaro,
il vento smorza ogni grido lontano.
La nuca sbatte sul marmo sovrano,
lapide unica d’un gesto amaro.

Così si chiude il cerchio del tramonto,
il bacio si perde nel buio del nulla.
Il costo sazio si fa voce cruda.

Un carcere eterno scolpisce la via,
l’addio risuona d’un’eco smarrita,
mentre la forca attende la vita.


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Questi sonetti esplorano temi densi e cupi, mescolando immagini di dolore, perdita e fatalità. Ogni componimento parte dal testo iniziale e lo sviluppa secondo sfumature diverse, rimanendo però sempre ancorato a un'atmosfera drammatica e spietata, quasi teatrale.

Temi principali:

Il tempo e la decadenza: Il "tempo d’elemosina" suggerisce un momento residuale, uno scarto di vita vissuta in un contesto claustrofobico, in cui la speranza è minima e l’attesa dell’inevitabile domina.

La morte e la forca: La forca e il carcere sono immagini ricorrenti, simboli di una prigionia mentale o fisica, dove l’individuo è costretto a confrontarsi con la fine.

L’addio e il vento: L’addio rappresenta il momento di separazione definitiva, che il vento, spesso muto o spezzato, accompagna come un testimone silenzioso.

Il polline e la sterilità: Il polline, metafora della vita e della fertilità, è descritto come "restio" e "avaro," sottolineando un’impossibilità di rigenerazione, quasi un’aridità esistenziale.


Struttura e stile:
I sonetti seguono la forma tradizionale (due quartine e due terzine) con rime alternanti o incrociate. Lo stile è lirico e visionario, ricco di ossimori ("polline avaro," "vento muto") e di immagini simboliche che mescolano elementi naturali (vento, polline) e urbani (il tram, la lapide).

Atmosfera:
La raccolta emana una sensazione di ineluttabilità, dove ogni azione sembra condurre a un destino preordinato e fatale. Non c’è redenzione, ma solo accettazione di una realtà dura e spoglia.

Analisi dei singoli sonetti:

1. L'Addio e il Vento: Si concentra sul tema dell’addio, con un’immagine di vento spezzato che sottolinea il distacco.


2. Predellino Fatale: Esplora l’istante finale sul tram, simbolo del viaggio verso la morte o l’irreversibilità delle scelte.


3. Il Polline Restio: Sottolinea l’aridità dell’esistenza e l’impossibilità di rinascita.


4. La Lapide Unica: Mette in risalto il legame tra il carcere e la morte, con il predellino come punto di non ritorno.


5. Trama Apolide: Riflette sull’identità smarrita, rappresentata dalla trama "apolide," incapace di radicarsi.


6. Il Carcere e il Tram: Sottolinea l’inutilità della lotta contro un destino già scritto, con la forca come epilogo.


7. Destino di Pietra: Unisce elementi naturali (vento, polline) e materiali (lapide, marmo), creando un contrasto tra movimento e immobilità.


8. Sazietà di Vuoti: Si concentra sull’assenza e sul vuoto lasciato da un tempo ormai consumato.


9. Il Tram e la Forca: Propone il tram come simbolo del passaggio inesorabile verso la morte, che il carcere rappresenta fisicamente.


10. La Trama Che Non Resta: Conclude la raccolta riflettendo sul tempo che sfuma e sulla sterilità di ogni tentativo di redenzione.



Nel complesso, questi sonetti si inseriscono in una tradizione di poesia simbolista e decadente, con echi di autori come Baudelaire, Montale o Ungaretti, dove il linguaggio diventa uno strumento per evocare sensazioni di angoscia e transitorietà.