Nel quarto volume della monumentale opera "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust, pubblicato nel 1922, il grande scrittore francese affronta con rara profondità una tematica rivoluzionaria per l’epoca: l’omosessualità. Attraverso un titolo evocativo come "Sodoma e Gomorra", Proust attinge al simbolismo biblico per denunciare il moralismo della società borghese e immergersi nei segreti più inconfessabili dell’animo umano, illuminando con il suo genio letterario gli angoli oscuri delle pulsioni e dei desideri proibiti.
La narrazione si concentra sulla figura del barone di Charlus, uno dei personaggi più complessi e magnetici della Recherche. Aristocratico di straordinaria intelligenza, cultura e fascino, Charlus incarna la duplicità dell’alta società francese della Belle Époque, in cui dietro la facciata rispettabile si celano mondi sotterranei di passioni e trasgressioni. L’omosessualità del barone, solo velatamente suggerita nei volumi precedenti, esplode qui in tutta la sua complessità, svelando una trama di relazioni, incontri segreti e tensioni emotive che toccano le corde più profonde del desiderio umano.
Uno dei momenti più memorabili del volume è l’incontro tra Charlus e Jupien, un modesto artigiano che lavora come tappezziere. Questa scena, che Proust descrive con un’originalità senza precedenti, è costruita come un’osservazione quasi scientifica: il loro corteggiamento viene paragonato a un processo naturale di impollinazione, con dettagli che richiamano l’attrazione tra fiori e insetti. Questa metafora biologica, pur apparentemente fredda e analitica, rivela il sottotesto lirico dell’attrazione: un impulso irresistibile che trascende le barriere sociali e culturali, unificando due individui appartenenti a mondi distanti.
Proust, con il suo stile unico, alterna descrizioni minuziose e ironiche a riflessioni profonde sull’ipocrisia della società, capace di tollerare o addirittura sfruttare queste relazioni pur continuando a stigmatizzarle pubblicamente. Charlus, pur essendo membro di una delle famiglie più influenti della nobiltà, non può vivere apertamente la propria inclinazione, costretto a muoversi in un mondo di sotterfugi e complicità taciute. La scena con Jupien, con la sua teatralità silenziosa, simboleggia questo scontro tra apparenza e autenticità.
Se il rapporto con Jupien è intessuto di una strana armonia, quasi fosse un rifugio dalla solitudine, la relazione con Morel, giovane violinista di straordinaria bellezza, è invece una fonte di tormento per Charlus. Morel, seduttivo e manipolatore, sfrutta l’amore del barone per ottenere vantaggi personali, rivelandosi una figura ambigua, priva di scrupoli e capace di infliggere ferite profonde all’orgoglio e al cuore del suo amante.
Attraverso la figura di Morel, Proust esplora le dinamiche di potere che spesso caratterizzano le relazioni umane, soprattutto quando il desiderio si mescola alla disparità sociale. Charlus, pur essendo il protettore e il benefattore del violinista, si trova sempre più intrappolato in una spirale di gelosia, umiliazione e sofferenza, dimostrando come l’amore, lungi dall’essere una forza redentrice, possa trasformarsi in una forma di schiavitù emotiva.
Il barone di Charlus è un personaggio tragico, un eroe moderno in lotta contro le convenzioni della società e contro se stesso. Proust lo ritrae con una lucidità spietata ma anche con profonda compassione, mostrando come la sua inclinazione non sia solo un aspetto del suo carattere, ma un prisma attraverso il quale si riflettono la sua vulnerabilità, il suo orgoglio e la sua disperata ricerca di autenticità.
Con "Sodoma e Gomorra", Proust compie un atto di straordinario coraggio artistico e morale, trattando l’omosessualità non come una deviazione patologica, come era spesso considerata all’epoca, ma come una dimensione essenziale e universale dell’esperienza umana. La scelta di affrontare apertamente questi temi, in un’epoca in cui l’omosessualità era ancora un tabù pesantemente stigmatizzato, rende questo volume un’opera di rottura, capace di anticipare dibattiti che si svilupperanno solo decenni più tardi.
Non è un caso che Proust non si limiti a narrare la vicenda personale di Charlus, ma utilizzi il personaggio per indagare le strutture sociali e culturali che regolano i rapporti umani. La sua analisi si estende ben oltre l’orientamento sessuale, affrontando temi universali come la natura del desiderio, la forza dell’attrazione, il bisogno di riconoscimento e il prezzo che spesso si paga per essere se stessi.
"Sodoma e Gomorra" non è soltanto un capitolo fondamentale dell’architettura narrativa della Recherche, ma anche un’opera autonoma, capace di parlare con forza ai lettori di ogni epoca. In essa, Proust dimostra ancora una volta la sua capacità unica di catturare le contraddizioni e le ambiguità della condizione umana, offrendo uno specchio in cui ciascuno può riconoscere i propri desideri, le proprie paure e le proprie fragilità.
Attraverso la figura del barone di Charlus, lo scrittore francese ci invita a riflettere non solo sull’omosessualità, ma su tutte le forme di amore e desiderio che sfidano le convenzioni e i pregiudizi. In questo senso, Sodoma e Gomorra è un’opera non solo letteraria, ma profondamente politica, che continua a interrogare il lettore contemporaneo sulla natura della libertà, dell’identità e del coraggio necessario per essere fedeli a se stessi.