L'ultima edizione di L'opera in versi e in prosa di Dino Campana, curata da Gianni Turchetta e pubblicata da Mondadori nel 2024, è una sorta di incontro alchemico tra le parole selvagge di un poeta inafferrabile e il rigore di uno studioso appassionato. La lettura è un viaggio che oscilla tra la luce e il buio, tra il disordine febbrile e una calma che sa di inevitabile catarsi.
Immagina un manoscritto consumato, odoroso di vento appenninico e di notti insonni. Le poesie di Campana sono fatte della stessa materia dei sogni infranti: versi scoscesi, immagini incastonate come schegge, e una musicalità che corre al galoppo, sfrenata. Turchetta, con maestria, riesce a illuminare questi frammenti senza tradirne l’essenza, offrendo al lettore non solo il testo ma anche le sue stratificazioni, i suoi contesti, le sue ombre.
L’edizione non si limita a presentare i Canti Orfici o altre opere note: scava nei margini, porta alla luce scritti minori e documenti rari, permettendo di ricostruire la figura di Campana come quella di un poeta-meteora, sì, ma anche di un uomo spezzato, affamato d’eterno. Turchetta si muove con rispetto e precisione, cucendo insieme pezzi di un mosaico impossibile da completare del tutto, ed è proprio in questo vuoto che la poesia campaniana sembra vibrare con maggiore intensità.
Leggendo, si percepisce il ritmo della fuga di Campana, quel suo perenne scappare dalla banalità del quotidiano verso un Altrove mai raggiunto. Mondadori confeziona il tutto con eleganza: carta che accarezza le dita, un apparato critico che non soffoca, e una copertina che richiama il fascino ruvido di quei luoghi e di quei tempi.
Questa edizione è una celebrazione di Campana come poeta errante, irregolare, ferito. Un’opera per chi non teme di perdersi nei labirinti della parola e per chi sa che, a volte, il caos è il vero maestro dell’arte.
Si potrebbe approfondire il ruolo di Gianni Turchetta come curatore, evidenziando come la sua competenza vada oltre la mera catalogazione e si trasformi in un vero e proprio dialogo con Campana. Turchetta non si limita a guidare il lettore attraverso i testi: li contestualizza con una delicatezza che evita sia l’eccesso accademico sia la semplificazione. Questa nuova edizione, infatti, rappresenta un punto di riferimento per chi voglia avvicinarsi all’universo complesso del poeta di Marradi senza cadere nei luoghi comuni del "genio folle".
Inoltre, merita una menzione l'apparato critico, che combina note essenziali con approfondimenti mai invadenti. Le scelte editoriali riflettono l’intenzione di offrire un’esperienza di lettura il più possibile immersiva: il lettore non è solo spettatore, ma quasi un compagno di Campana nella sua corsa tra le colline, nei vicoli delle città europee, nei deliri della mente.
Un ulteriore dettaglio riguarda il dialogo che questa edizione intrattiene con le precedenti. Non è una semplice riedizione dei testi già conosciuti, ma un tentativo di reinterpretare Campana alla luce delle più recenti scoperte e dei nuovi approcci critici. Questo rende il libro appetibile non solo ai neofiti, ma anche a chi ha già un rapporto consolidato con l'opera del poeta.
Infine, l’aspetto visivo e tattile del volume potrebbe essere enfatizzato ulteriormente: dalla scelta della copertina, che evoca il mistero e l'inquietudine campaniani, alla qualità della carta, che rende la lettura un piacere sensoriale. È un oggetto che chiama non solo ad essere letto, ma anche sfiorato, osservato, vissuto.
Quest’opera curata da Turchetta è un viaggio non tanto verso Campana, quanto con Campana. Non una guida turistica, ma un invito a perdersi con lui tra i paesaggi dell'anima e del mondo.
Un ulteriore elemento da sottolineare potrebbe essere il confronto tra questa edizione e altre celebri interpretazioni critiche del passato, come quelle di Mario Luzi o di Enrico Falqui. Gianni Turchetta, pur rispettando la tradizione critica, si distingue per la sua capacità di restituire a Campana una dimensione profondamente umana. Non c’è alcuna mitizzazione del “poeta maledetto”, ma piuttosto l’esplorazione di un uomo fragile, in bilico tra genialità e sofferenza psichica. Questo approccio evita di relegare Campana a una figura lontana, quasi astratta, e lo restituisce nella sua interezza al lettore contemporaneo.
Da menzionare anche il rapporto tra poesia e prosa in Campana, che in questa edizione viene analizzato con grande sensibilità. I confini tra i due generi, per Campana, sono fluidi: la prosa è lirica, quasi ritmica, mentre la poesia si nutre di una narrazione implicita. Turchetta riesce a far emergere questa compenetrazione, evidenziando come ogni parola di Campana sembri scaturire da una tensione interiore che riflette il caos della sua vita e della sua mente.
Infine, si potrebbe aprire una riflessione sul valore di questa edizione nel panorama editoriale odierno. In un'epoca di testi sempre più "veloci" e immediati, questa edizione rappresenta un invito a rallentare, a immergersi, a perdersi nel linguaggio. È un gesto controcorrente, che celebra non solo il contenuto, ma anche il gesto stesso del leggere come atto meditativo e trasformativo.
Potremmo concludere che questa edizione di L'opera in versi e in prosa è più di un libro: è un’esperienza. Chi lo legge non si limita a scoprire Dino Campana, ma si trova cambiato dal viaggio, arricchito da quel senso di spaesamento che è l’essenza stessa della sua poesia.