martedì 22 luglio 2025

La mostra "Chiharu Shiota: The Soul Trembles" al MAO Museo d'Arte Orientale di Torino dal 22 ottobre 2025 al 28 giugno 2026


A Torino si apre una stagione espositiva che promette di segnare profondamente il panorama dell’arte contemporanea, con un evento che unisce intensità poetica e forza visiva in un dialogo profondo tra Oriente e Occidente. Il MAO Museo d’Arte Orientale ospiterà infatti una mostra monografica di eccezionale rilievo, dedicata a una delle voci più originali e toccanti dell’arte giapponese contemporanea: "Chiharu Shiota: The Soul Trembles". L’esposizione, che sarà visitabile per un periodo esteso di sette mesi, rappresenta un’anteprima nazionale e sancisce per la prima volta l’ingresso di un progetto di tale portata in un museo italiano dedicato all’arte asiatica.

Questa mostra rappresenta il culmine di un viaggio espositivo che ha toccato alcune delle istituzioni più prestigiose al mondo, confermando la centralità della poetica di Shiota in un contesto globale. I luoghi che hanno ospitato The Soul Trembles raccontano da soli la portata del progetto: dal Grand Palais di Parigi, luogo simbolo per l’arte contemporanea europea, fino al Busan Museum of Art in Corea del Sud, passando per il Long Museum West Bund di Shanghai, la Queensland Art Gallery di Brisbane e lo Shenzhen Art Museum. Ogni tappa ha contribuito a far conoscere la profonda sensibilità e la forza evocativa delle opere di Shiota a un pubblico internazionale, e ora è il turno di Torino di farsi portavoce di questo messaggio universale.

Il segno unico di Chiharu Shiota

Chiharu Shiota, nata nel 1972 in Giappone, si è affermata come una delle artiste contemporanee più rilevanti per la capacità di intrecciare materia e sentimento, spazio e memoria, creando installazioni che diventano veri e propri spazi dell’anima. La sua poetica si fonda sull’uso del filo di lana, che con il suo colore, la sua trama e la sua presenza evoca connessioni invisibili, legami affettivi e il senso dell’assenza. I fili rossi, in particolare, sembrano essere il suo marchio di fabbrica: intrecci che somigliano a vene pulsanti, reti che avvolgono e imprigionano ma allo stesso tempo proteggono e custodiscono.

Questi fili non sono mai un semplice elemento decorativo o tecnico: rappresentano piuttosto il simbolo delle reti invisibili che legano le persone, il ricordo che si fa materia e la memoria che si fa spazio. La rete di fili è l’immagine stessa della vita interconnessa, delle emozioni condivise, ma anche dell’isolamento e della fragilità dell’essere umano. Le installazioni di Shiota sono dunque un invito a riflettere sul senso del tempo, sulla permanenza e sulla fugacità delle cose, sulla presenza che si fa assenza e sull’assenza che lascia una traccia tangibile.

La dimensione poetica e spirituale

La mostra The Soul Trembles prende il suo nome da questa stessa tensione tra il visibile e l’invisibile, tra il palpabile e l’intangibile. Il “tremore dell’anima” è quella vibrazione sottile che attraversa il corpo e lo spirito, quella sensazione di essere sospesi tra la vita e la morte, tra il ricordo e l’oblio. Shiota riesce a trasformare questa esperienza esistenziale in un’esperienza estetica che coinvolge tutto il visitatore, chiamandolo a partecipare emotivamente e fisicamente all’opera.

Le installazioni di Shiota non sono mai passive; sono spazi che si attraversano, che si abitano con lo sguardo e con il corpo. Il filo si fa paesaggio emotivo, luogo di una memoria che si fa corpo e di un tempo che si fa esperienza. Le opere spesso contengono oggetti carichi di simbolismo – chiavi, scarpe, sedie, letti – che sembrano custodi di storie personali e collettive. Questi oggetti, avvolti e sospesi nella rete di fili, diventano testimonianze di vite passate, di assenze dolorose, di legami che resistono oltre la morte.

La centralità della memoria e dell’identità

In molte delle sue opere, Chiharu Shiota affronta il tema della memoria come dimensione fondamentale per la costruzione dell’identità personale e collettiva. La memoria non è un semplice ricordo statico, ma un movimento continuo che attraversa il presente e che si manifesta nel corpo e nello spazio. La rete di fili che avvolge gli oggetti e invade lo spazio espositivo diventa così la metafora di un presente carico di passato, in cui ogni gesto e ogni emozione lasciano una traccia.

Questa tensione tra tempo, spazio e identità si riflette anche nel modo in cui l’artista utilizza il corpo, spesso presente nelle sue performance o evocato attraverso la materialità delle sue opere. Il corpo è luogo di memoria, ma anche di vulnerabilità, un punto di contatto tra l’interiore e l’esteriore, tra l’individuale e il collettivo.

Un dialogo tra arte, spazio e spettatore

Uno degli aspetti più affascinanti della mostra è il modo in cui le opere di Shiota interagiscono con lo spazio del MAO, trasformandolo da contenitore a elemento attivo del racconto. Le installazioni sono pensate come site-specific, cioè create appositamente per dialogare con l’architettura e la storia del museo. Il visitatore si muove all’interno di un ambiente che vibra e respira insieme alle opere, diventando parte integrante dell’esperienza artistica.

Questo coinvolgimento sensoriale e percettivo è centrale nel lavoro di Shiota: attraversare le sue installazioni significa immergersi in un’atmosfera sospesa, dove il silenzio e la luce giocano un ruolo essenziale nel creare uno spazio di riflessione e di emozione. La materia – il filo, l’oggetto, lo spazio – si fa linguaggio per raccontare l’umano nelle sue contraddizioni, nelle sue assenze, nella sua capacità di resistere attraverso la memoria.

La dimensione universale dell’opera

Sebbene profondamente radicata nella cultura giapponese, l’arte di Chiharu Shiota parla una lingua universale. I temi che attraversano la sua poetica – il tempo, la memoria, l’identità, la perdita, il legame tra gli esseri umani – sono esperienze condivise da ogni cultura e da ogni individuo. In questo senso, The Soul Trembles diventa un momento di condivisione collettiva, un luogo dove le differenze si dissolvono nel comune sentire dell’esistenza.

La forza evocativa delle sue installazioni riesce a toccare corde profonde nello spettatore, portandolo a riflettere sul proprio rapporto con la memoria, con le persone amate e con il mondo. È questa capacità di creare un ponte tra il personale e il collettivo, tra l’intimo e il pubblico, che rende il lavoro di Shiota così potente e toccante.

L’impatto culturale e simbolico a Torino

L’arrivo di una mostra di tale calibro al MAO Museo d’Arte Orientale rappresenta per Torino un segnale chiaro del suo ruolo come centro di scambio culturale e di apertura al contemporaneo. In un momento storico in cui il dialogo tra culture e la ricerca di nuove forme espressive sono cruciali, il progetto espositivo dedicato a Chiharu Shiota si inserisce perfettamente nella missione di valorizzare le molteplici identità culturali e promuovere una riflessione profonda sui temi esistenziali.

Torino, con la sua storia ricca di contaminazioni e con il suo fermento culturale, si conferma così un luogo dove l’arte asiatica e quella contemporanea trovano un terreno fertile per dialogare, confrontarsi e contaminarsi, offrendo al pubblico esperienze innovative e di qualità.

Questa mostra monografica non è solo un’occasione per ammirare l’arte di una delle più grandi artiste contemporanee, ma diventa anche un invito a interrogarsi sul senso della memoria, dell’identità e del legame umano in un mondo che cambia velocemente. Il lavoro di Shiota ci ricorda che, nonostante tutto, esistono reti invisibili che ci tengono uniti e che ogni ricordo, ogni assenza, ogni presenza ha il potere di far vibrare la nostra anima.