A Canosa di Puglia si è aperta la mostra Forme e colori dall’Italia preromana, un evento di grande rilievo che non solo riporta alla luce l’eccezionale patrimonio archeologico della città, ma rappresenta anche il primo passo concreto verso la nascita del nuovo Museo Archeologico Nazionale. Inaugurata il 14 marzo 2025, l’esposizione è allestita nei locali dell’ex scuola "G. Mazzini", edificio destinato a essere trasformato in un moderno spazio espositivo che racconterà la lunga storia del territorio e delle civiltà che lo hanno abitato.
Questa mostra conclude un percorso espositivo internazionale che ha portato i reperti archeologici di Canosa a essere ammirati in alcune delle più prestigiose sedi museali del mondo. Dopo aver fatto tappa a Santiago del Cile, Buenos Aires, San Paolo e Città del Messico, la collezione ha trovato spazio anche a Castel Sant’Angelo, a Roma, prima di tornare nella sua terra d’origine. L’iniziativa, curata da Massimo Osanna, Direttore generale Musei del Ministero della Cultura, e da Luca Mercuri, Direttore della Direzione Regionale Musei Puglia, si propone di far conoscere e valorizzare la civiltà dei Dauni, un popolo preromano che, tra il IV e il II secolo a.C., ha lasciato un segno indelebile nella storia della Puglia settentrionale.
L’esposizione permette di esplorare gli aspetti più significativi della cultura daunia attraverso una ricca selezione di manufatti provenienti dalle tombe aristocratiche della zona. Tra i reperti esposti spiccano armi in bronzo e ferro, gioielli finemente lavorati, statuette votive, ornamenti personali e un’ampia collezione di vasi policromi, uno degli elementi più caratteristici della produzione artistica canosina. Questi manufatti testimoniano la raffinatezza e il livello artistico raggiunto dagli artigiani locali, che seppero coniugare influssi ellenistici con tradizioni autoctone.
Un’attenzione particolare è riservata ai celebri ipogei canosini, complessi funerari scavati nel tufo che custodivano il corredo delle élite aristocratiche. Le tombe, spesso decorate con elementi architettonici dipinti e rilievi scolpiti, erano concepite non solo come luoghi di sepoltura, ma come spazi simbolici destinati a celebrare il prestigio delle famiglie nobiliari e a garantire la continuità del legame tra i vivi e i defunti. I corredi funebri, composti da vasi rituali, armature e oggetti di lusso, rivelano il forte legame della civiltà daunia con il mondo greco e mediterraneo, suggerendo una società stratificata e culturalmente dinamica.
L’importanza di questa mostra va oltre il valore scientifico e storico dei reperti esposti. La scelta di allestirla proprio negli spazi destinati a diventare il nuovo Museo Archeologico Nazionale di Canosa ha un forte valore simbolico: segna il ritorno definitivo di questi tesori nella loro terra e al tempo stesso anticipa il futuro del museo, che sarà un punto di riferimento per la ricerca, la valorizzazione e la divulgazione della storia antica della regione.
Il progetto del nuovo museo prevede la trasformazione dell’ex scuola "G. Mazzini" in un complesso espositivo all’avanguardia, con una superficie di oltre 3.000 metri quadrati. Grazie a un investimento di 7,1 milioni di euro, l’edificio sarà dotato di sale espositive interattive, spazi dedicati alla didattica e alla ricerca, laboratori di restauro e un’area multimediale che offrirà esperienze immersive per approfondire la conoscenza del passato. I lavori, che dovrebbero concludersi entro il 2027, consentiranno a Canosa di valorizzare pienamente il proprio straordinario patrimonio archeologico e di diventare un centro di riferimento per lo studio delle civiltà preromane.
La mostra Forme e colori dall’Italia preromana resterà aperta fino al 18 maggio 2025, offrendo ai visitatori l’opportunità di ammirare da vicino questi straordinari reperti e di immergersi nella storia di un territorio che, nei secoli, è stato crocevia di culture e tradizioni. L’evento rappresenta non solo un’occasione unica per riscoprire le radici più antiche dell’Italia meridionale, ma anche un preludio al futuro del nuovo museo, che si propone di restituire a Canosa il ruolo che le spetta nel panorama culturale e archeologico nazionale.