Questa serie di affreschi è composta da ben trentacinque scene che raccontano i momenti salienti della vita di san Benedetto, il santo fondatore dell'Ordine Benedettino, una delle figure spirituali più venerate della cristianità. La scelta di narrare la vita del santo in modo così articolato e dettagliato è una decisione che riflette il desiderio di offrire un modello di vita monastica da seguire, ma anche di esprimere un'ideologia più profonda riguardo alla lotta tra il bene e il male, la fede e la tentazione, l’umiltà e la grandezza spirituale. L'intero ciclo è basato sulla narrazione di san Gregorio Magno, che nel Dialogo ha descritto in dettaglio la biografia di Benedetto, ponendo l'accento sui suoi miracoli, sulla sua saggezza e sul suo impegno nella costruzione di una vita monastica che fosse un faro di luce per tutti i cristiani.
Le Storie di san Benedetto sono un'opera di grande complessità e ricchezza visiva, realizzata da due dei più grandi artisti del Rinascimento italiano: Luca Signorelli e Il Sodoma. Signorelli, che iniziò il ciclo nel 1497, dipinse le prime otto lunette, mentre Il Sodoma, subentrato successivamente, completò l’opera con le ventisei lunette rimanenti dopo il 1505. L'arte di Signorelli, noto per la sua maestria nella rappresentazione della figura umana e per l’intensità emotiva delle sue composizioni, si distingue per un approccio drammatico e potente, capace di imprimere una sensazione di tensione e dinamismo nelle scene in cui il protagonista, san Benedetto, si trova a lottare con il diavolo o ad affrontare le sue difficoltà spirituali. Le figure sono scolpite con una resa anatomica straordinaria, come se l’artista avesse voluto catturare non solo l’aspetto fisico, ma anche l’intensità psicologica e spirituale dei suoi soggetti.
Signorelli, nella sua rappresentazione delle Storie di san Benedetto, ha una visione molto personale del santo. I suoi affreschi non sono solo documenti religiosi, ma veri e propri drammatici racconti di lotta tra le forze del bene e quelle del male, raffigurando un santo che si fa combattente per la salvezza dell'anima umana. In queste scene, la pittura di Signorelli esprime una tensione costante tra il bene e il male, tra la luce e l'oscurità, tra la vita e la morte. Il contrasto tra il divino e il terreno, tra la salvezza e la perdizione, emerge chiaramente dalle sue pennellate vigorose e dalle pose scolpite delle sue figure, che sembrano animarsi e muoversi all'interno di un dramma senza fine. Ogni scena diventa una rappresentazione della lotta interiore dell'uomo, del peccato che è sempre in agguato e della necessità di resistere, come il santo, alle tentazioni e alle forze demoniache.
Il Sodoma, che subentrò alla morte di Signorelli, portò con sé una visione artistica più dolce e armoniosa. Il suo approccio pittorico si distingue per una maggiore serenità e contemplazione, e la sua capacità di infondere nelle sue figure una sensazione di calma e grazia. Le sue scene non sono più cariche di drammaticità, ma si concentrano sull’equilibrio e sull’armonia tra gli uomini e il divino. Le figure del Sodoma, pur mantenendo una grande espressività, appaiono più serene, con una bellezza che sembra emanare una tranquillità interiore, in contrasto con la forza vibrante delle scene di Signorelli. L'artista, infatti, si dedica maggiormente alla rappresentazione della spiritualità intima, all’interiorità dei personaggi, riflettendo una visione più pacifica e meditativa della vita monastica. L'uso della luce e dei colori in modo più sfumato conferisce alle sue opere una qualità sognante e contemplativa, enfatizzando la visione di una vita consacrata a Dio che non è tanto una lotta, ma una pace ritrovata.
Le trentacinque lunette che compongono il ciclo delle Storie di san Benedetto sono, oltre a essere un capolavoro artistico, una vera e propria narrazione spirituale. Ogni scena, infatti, non si limita a raccontare un episodio della vita del santo, ma invita anche a una riflessione più profonda sulla condizione umana, sulla natura della fede e sul significato della salvezza. Attraverso le immagini della lotta contro il peccato, le tentazioni, i miracoli e la morte del santo, il ciclo offre un percorso di redenzione che è allo stesso tempo universale e intimo, destinato non solo a chiunque osservi le immagini, ma anche a ciascun monaco che vive nell'abbazia. Ogni lunetta diventa un passo lungo il cammino della fede, che invita a riflettere sulla propria vita, a comprendere la necessità di resistere alle tentazioni del mondo e a dedicarsi totalmente alla ricerca di Dio.
La scelta di rappresentare san Benedetto, un santo che ha dedicato la sua vita alla preghiera e alla solitudine, non è casuale. La sua figura diventa un modello di vita monastica, un esempio di come la fede possa guidare l'individuo alla salvezza, ma anche di come l'uomo possa vivere in comunione con Dio e con gli altri, lontano dalle distrazioni mondane. La sua storia, raccontata con maestria da Signorelli e Il Sodoma, diventa un invito ad abbandonare il peccato, a dedicarsi alla preghiera, a vivere in umiltà e a resistere alle difficoltà con fede e speranza. La sua vita diventa, quindi, un modello per tutti, un insegnamento che attraversa i secoli e che oggi, come allora, invita ogni uomo a cercare una vita più pura, più giusta e più in comunione con Dio.
L'opera pittorica non è solo un viaggio attraverso le vicende della vita di san Benedetto, ma anche un viaggio interiore, un percorso che ogni visitatore del Chiostro Grande può intraprendere. Ogni affresco diventa un invito alla riflessione e alla meditazione, un momento di confronto con il sacro e con la propria spiritualità. Camminando lungo il chiostro, si viene guidati non solo da un racconto visivo, ma da una forza spirituale che sfida le apparenze e porta il visitatore a una dimensione più profonda della propria esistenza. L’arte di Signorelli e Il Sodoma diventa, in questo senso, un ponte tra il visibile e l'invisibile, un mezzo per accedere a quella verità trascendentale che solo la bellezza dell'arte riesce a rendere tangibile e comprensibile.
In conclusione, il ciclo delle Storie di san Benedetto di Monte Oliveto Maggiore è una delle opere più straordinarie dell'arte del Rinascimento, non solo per la sua bellezza estetica, ma anche per il suo profondo valore spirituale. Le lunette affrescate di Signorelli e Il Sodoma offrono una riflessione potente sulla vita monastica, sulla fede e sulla santità, rendendo il Chiostro Grande un luogo di meditazione, di introspezione e di elevazione spirituale. La bellezza delle immagini e la profondità dei messaggi spirituali che esse veicolano fanno di questa opera un tesoro inestimabile non solo per la storia dell'arte, ma anche per la tradizione religiosa e monastica che essa celebra.