L’idea di costruire un nuovo teatro dell’opera per Parigi nacque sotto il Secondo Impero, quando Napoleone III decise di dotare la capitale di un edificio che fosse all’altezza della grandeur francese. L’antico teatro dell’Opéra, situato in Rue Le Peletier, era ormai inadeguato per una città che si stava trasformando in una metropoli moderna. Inoltre, un attentato avvenuto nel 1858, mentre l’imperatore e l’imperatrice assistevano a uno spettacolo, rese evidente la necessità di una nuova sede più sicura e rappresentativa.
Il concorso per la progettazione venne indetto nel 1860 e, tra le numerose proposte, a sorpresa fu scelto il progetto di Charles Garnier, un giovane architetto relativamente sconosciuto, ma dotato di una visione straordinaria. Garnier concepì un edificio che fosse un’opera d’arte totale, unendo il meglio della tradizione architettonica francese con influenze rinascimentali e barocche, creando un capolavoro nello stile Beaux-Arts che avrebbe segnato un’epoca. Tuttavia, la realizzazione dell’Opéra Garnier fu tutt’altro che semplice: i lavori iniziarono nel 1861, ma subito emerse un problema imprevisto e colossale.
Sotto il sito scelto per la costruzione, gli ingegneri si trovarono di fronte a una vasta falda acquifera sotterranea che rendeva instabili le fondamenta. Per mesi si cercò di prosciugare l’area, senza successo: l’acqua continuava a filtrare, minacciando di compromettere l’intera struttura. Dopo numerosi tentativi falliti, Garnier decise di trasformare l’ostacolo in una risorsa: invece di prosciugare la falda, creò un bacino sotterraneo che fungesse da serbatoio d’acqua per il sistema antincendio del teatro. Questo specchio d’acqua nascosto, avvolto nel buio delle fondamenta dell’edificio, sarebbe diventato uno degli elementi più affascinanti e leggendari dell’Opéra, ispirando in seguito il celebre romanzo di Gaston Leroux, Il fantasma dell’opera.
Nonostante le difficoltà ingegneristiche, Garnier proseguì con il suo progetto, ma nel 1870 il cantiere subì un brusco arresto a causa dello scoppio della guerra franco-prussiana. La caduta di Napoleone III e la fine del Secondo Impero misero in discussione la necessità di completare il teatro, considerato ormai un simbolo di un’epoca decaduta. Tuttavia, l’edificio era già troppo avanzato per essere abbandonato, e il nuovo governo della Terza Repubblica decise di portarlo a termine. L’inaugurazione ufficiale avvenne il 5 gennaio 1875 con una serata memorabile, alla presenza del presidente della Repubblica Patrice de Mac-Mahon e di ospiti illustri da tutta Europa.
Varcando la soglia dell’Opéra Garnier, ci si trova immersi in un universo di sfarzo e magnificenza. L’atrio introduce immediatamente alla grandiosità dell’edificio, ma è la scalinata monumentale a lasciare senza fiato: un capolavoro di marmo bianco che si innalza con grazia, circondato da balaustrate in marmo rosso e verde, colonne in onice e decorazioni dorate. Qui, nel XIX secolo, si svolgeva un vero e proprio spettacolo sociale: le dame vestite di sete e broccati, gli uomini in frac e cilindro, i ventagli che si muovevano con eleganza, le conversazioni sussurrate tra le coppie che cercavano discrezione nei giochi di luce dei lampadari. L’Opéra non era solo un teatro, ma un luogo d’incontro, un tempio del lusso in cui l’élite parigina si mostrava e si osservava, intrecciando amori, affari e intrighi.
Oltre la scalinata, il cuore dell’edificio si apre nella sala principale, un capolavoro di armonia e teatralità. Il soffitto, originariamente decorato secondo lo stile classico, fu ridipinto nel 1964 da Marc Chagall, che lo trasformò in un’esplosione di colori e poesia, rendendolo una delle caratteristiche più iconiche dell’Opéra Garnier. Al centro della sala pende l’imponente lampadario in bronzo e cristallo, un colosso del peso di sei tonnellate che, nel 1896, fu protagonista di un tragico incidente quando una delle sue catene si ruppe, causando la morte di uno spettatore. Questo evento macabro fu uno degli episodi che ispirarono Gaston Leroux nella creazione del suo Fantasma dell’opera, un personaggio misterioso e tragico che si aggira tra le quinte e i sotterranei del teatro, vivendo nelle ombre di un mondo fatto di musica e segreti.
Ma il vero enigma dell’Opéra Garnier si nasconde sotto il palcoscenico. Al di là delle quinte, oltre i camerini e le sale di prova, si trova il leggendario lago sotterraneo, un bacino d’acqua che scorre silenzioso nelle viscere dell’edificio. In questo ambiente umido e spettrale, i riflessi delle torce si perdono nell’oscurità, creando un’atmosfera da fiaba gotica. Pochissimi hanno avuto il privilegio di esplorarlo, e ancora oggi il bacino continua a esistere, utilizzato per scopi tecnici e persino per l’addestramento dei sommozzatori dei vigili del fuoco di Parigi.
L’Opéra Garnier non è solo un teatro, ma un simbolo di un’epoca, un luogo in cui la storia, l’arte e la leggenda si intrecciano in un’unica, straordinaria narrazione. Ancora oggi, ospita spettacoli di balletto e opera di fama internazionale, mantenendo viva la sua secolare tradizione artistica. Ma al di là degli spettacoli, è un luogo che vive di suggestioni: chi percorre i suoi corridoi può sentire ancora il sussurro delle conversazioni di un tempo, il fruscio degli abiti delle dame della Belle Époque, il suono lieve di un pianoforte che riecheggia nelle sale di prova.
E poi, naturalmente, c’è il mistero. L’ombra del Fantasma sembra aleggiare ancora su questo palazzo incantato, sospeso tra il visibile e l’invisibile, tra il sogno e la realtà. È facile immaginare che, tra i suoi labirintici corridoi e le sue segrete, si nascondano ancora segreti non svelati, frammenti di storie dimenticate, e forse, chissà, l’eco di una voce che risuona ancora nel buio, intonando una melodia perduta.